CERTE SUGGESTIONI FRANCESI di Leonardo Osella

CERTE SUGGESTIONI FRANCESI STAGIONE RAI CERTE SUGGESTIONI FRANCESI GerdAlbrecht e Andrea Lucchesini eseguono Ravel, Debussy eMagnard 0P0 la brillante proposta dei sei poemi costituenti «La mia Patria» di Bedrich Smetana, Gerd Albrecht (a sinistra) si ripresenta sul podio del Lingotto (giovedì 25 marzo alle 20,30, venerdì 26 alle 21) alla testa dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai per un bellissimo concerto di stampo francese. Accanto a lui ci sarà a un certo punto Andrea Lucchesini (a destra), solista nel «Concerto in sol per pianoforte e orchestra» di Maurice Ravel. E si può partire proprio da qui, per ricordare come questo brano, tra i più popolari del compositore francese, fin dalla prima esecuzione il 14 gennaio 1932 con lo stesso Ravel direttore e Marguerite Long al pianoforte ha conosciuto un successo che non ha mai subito eclissi o appannamenti. La formula è decisamente indovinata, poiché abbina una pulizia e una nitidezza di impronta mozartiana con un'orchestrazione originale (a partire dal colpo di frusta che dà il via all'opera). Inoltre sono evidenti i tocchi jazzistici di cui Ravel aveva preso buona nota durante la tournée americana del 1928: ritardi, sincopati e controtempi. L'Adagio centrale, con l'assolo pianistico giocato su una scansione ritmica discorde tra la linea del canto e gli accordi di accompagnamento, dietro l'apparenza di una scorrevolezza calata sul pentagramma con assoluta facilità nasconde un lavoro faticoso, addirittura spossante. Di poco posteriore è l'arcifamoso «Bolero» che chiuderà la serata con il suo crescendo, le sue iridescenze timbriche di raffinata eleganza, il ritmo ossessivo e la sapiente modulazione (cambio di tonalità) finale che giunge come un atteso gesto liberatorio. Ma prima Albrecht e l'Orchestra avranno ancora modo di offrire al pubblico due brani. Uno, che aprirà la serata, è lo «Chant funebre op. 9» di Albéric Magnarci. La scarsa notorietà di costui fa il paio con quella di Henri Tornasi, autore del «Concerto per tromba» che caratterizza gli appuntamenti Rai della settimana precedente. Ma é bene che vengano anche proposte di questo tipo, per ampliare un repertorio fin troppo ripetitivo. In ogni caso Magnarci fu allievo di Massenet e DTndy, dai quali raccolse la vena melodica e gli influssi wagneriani. Completa il mosaico sonoro un'altra opera molto celebre, «Ibéria» di Debussy. E' la colorita tavola di mezzo del trittico «Images», ispirata com'è evidente alla Spagna, mentre gli altri due si riagganciano a suggestioni inglesi e francesi. Leonardo Osella

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