«Italia, chiedi scusa» di Gian Antonio Orighi

«Italia, chiedi scusa» Mozione del Parlamento catalano sulle incursioni dell'aviazione legionaria in cui perirono 2500 civili «Italia, chiedi scusa» Per le bombe del 38 su Barcellona MADRID NOSTRO SERVIZIO A sessantanni dalla fine della guerra civile '36-'39, vinta dal golpista Francisco Franco grazie al decisivo e massiccio intervento di uomini e mezzi dei suoi alleati Mussolini e Hitler, la Commissione di politica culturale del Parlamento regionale catalano ha approvato una mozione in cui si chiede alle Camere italiane di chiedere scusa per i terrificanti e tristemente noti bombardamenti aerei fascisti su Barcellona durante quel conflitto fratricida. Le incursioni a tappeto dell'«Aviazione Legionaria», soprattutto quello del marzo del '38, causarono 2500 morti tra la popolazione civile. La clamorosa mozione, la prima rivolta ad un'Alta Istituzione di uno Stato estero, non ha neppure precedenti nella storia della Camera regionale e scavalca alla torera sia il presidente regionale Jordi Pujol sia il governo di Madrid. Presentata dal «Partit de la Indipendencia» (Pi, estremisti di sinistra nella giunta che governa il capoluogo catalano), la risoluzione è stata votata da tutti i partiti con la sola eccezione dei popolari del premier Aznar, che si sono astenuti. Dice testualmente: «Il Parlament de Catalunya chiede al Parlamento italiano di chiedere scusa per la partecipazione degli aviatori italiani nei bombardamenti di massa sulla città di Barcellona nel periodo '36-'39». Il partito ha preso spunto da un'analoga iniziativa del '96 presentata nel Bundestag tedesco da socialisti e verdi, in cui si sollecitava il governo Kohl a chiedere ufficialmente scusa per il bombardamento nazista, dell'aprile '36, effettuato dalla famigerata «Legione Condor» sulla cittadina basca di Guernica. L'incursione, la prima contro la popolazione civile della storia, uccise 1645 persone. Vi parteciparono - secondo documenti ufficiali italiani in possesso dell'Associazione cultu- rale basca «Gerediaga Elkartea», gli ordini di bombardamenti rinvenuti negli archivi romani della nostra Aeronautica - anche 3 apparecchi del 2" Gruppo Savoia della 280" Squadriglia di stanza a Soria. L'iniziativa della sinistra tedesca non passò per l'opposizione del governo di Bonn ma il Presidente della Repubblica Roman Herzog, per il 60° anni¬ versario della strage, inviò una lettera alla cittadina immortalata dal celeberrimo quadro «Guemica» di Picasso. La lesse l'ambasciatore Wegener. Scriveva Herzog: «Vi rivolgo il mio messaggio di dolore e condoglianze. Assumo quel passato e riconosco la colpa dei piloti tedeschi. Vi offro la mano aperta in segno di riconciliazione». I baschi apprezzarono molto quelle parole riparatorie. «L'indiscriminato bombardamento italiano di Barcellona del marzo '36 provocò la morte di 1000 civili - scrive lo storico inglese Paul Preston nel suo "Franco: a Biografy" -. Il rappresentante del Vaticano in Spagna, mons. Antonimi, implorò a Franco di fare qualcosa per fermare le incursioni. E il "Caudillo" chiese a Mussolini di farla finita con i suoi ordini diretti agli aviatori italiani di stanza a Majorca». Il «Parlament.» invierà anche a tutti i nostri gruppi parlamentari un dossier che sta preparando il Comune di Barcellona in cui si ricordano i fatti. Con un documentario, «Obiettivo Barcellona» che include testimonianze . degli aviatori fascisti. «Esigiamo una riparazio¬ ne», sostiene Xavier Bosch del Pi. Ma il popolare Escartin ribatte: «E' meglio metterci una pietra sopra. Dovremmo pretendere le scuse dei francesi per i danni inflitti da Napoleone? E poi le attuali Istituzioni italiane non hanno niente a che fare con quelle della "Guerra Civil"». Gian Antonio Orighi Un bombardiere «Savoia Marchetti S.79» dell'aviazione legionaria italiana in azione in Spagna