Il Quarantotto del credito

Il Quarantotto del credito Il Quarantotto del credito » T - ' ... - ti, \ ■ » - ■ - U I - La guerra investe il «Salotto buono» RcTKOaVBNA rankitalia sta a guardare OTTOB Bondelli, di questi tempi ò molto indaffarato...». Lui, sorridendo, interrompe la conversazione con il professor Buozi, preside della Bocconi e replica così: «Guardi che con il professore stavo parlando di cose serie, ovvero dei problemi economici del Piccolo Teatro, non di quel che pensa lei...». E' giovedì sera, il 18 di marzo, per i milanesi la prima delle cinque giornate della rivoluzione del '48. Da poche ore, da quando la Comit ha lasciato ufficialmente cadere l'esclusiva delle trattative con la Banca di Roma, anche per le banche ò iniziato, in un certo senso, il '48. Poco prima, in mattinata, il «Financial Times» aveva lanciato una provocazione dal sapore profetico: Mediobanca non è a prova di scalata. Anzi. Ormai le ex Bin vanno per la loro strada e privano via Filodrammatici di «quella barriera formidabile che l'ha messa al riparo dagli estranei». Chissà se Lucio Rondelli ha sorriso leggendo le righe acuminate del «Financial». La sua agenda del 19 marzo, seconda giornata della rivoluzione, prevede una sua missione romana in Banca d'Italia. Ma che ci ò andata a fare una delegazione di Unicredito da Fazio? Il tam tam di Piazza Affari corre rapido: nel fine settimana Unicredito lancerà un'offerta sulla Comit. Per ora mancano i particolari dell'operazione. Si sa, però, che si tratterà di un'offerta pubblica di scambio, che non avrà, nelle intenzioni di Unicredito, carattere ostile. Infine, che a partecipare all'operazione è stato invitato il Monte Paschi (ma non si conosce la risposta). La notizia ha il sapore di un terremoto. Un matrimonio tra Comit e Unicredito darebbe vita a un colosso bancario di grandi dimensioni e di ambizioni ancor maggiori, come vuole del resto il governatore Fazio, sgomento di fronte all'avanzata degli stranieri sul fronte del credito. E basta ripensare alle parole di Profumo («Societé Generale è un partner strategico, Allianz no» ) per capire che in piazza Cordusio pensano ad una grande alleanza europea che faccia perno sull'asse con le Generali sul fronte assicurativo, sul patto di ferro con Commerzbank e con Paribas (a sua volte sposa promessa di Societé Generale), sulla formidabile rete di sportelli che copre l'intero Nord Italia. Ma la notizia esplosiva, probabilmente, è un'altra. Unicredito piii Comit vuol dire un azionista forte, il 15% abbondante, in Mediobanca. Ma un azionista, soprattutto assai meno remissivo e timido di quelli che hanno accolto il verbo di Enrico Cuccia e dei suoi scudieri. Nella nuova banca, infatti, in attesa delle dismissioni di quote (per ora sospese), i soci di maggioranza re¬ lativa saranno le Fondazioni: quella di Verona, la Crt e la Cassa Marca, li non è un mistero che via Filodrammatici non nutre alcuna stima per queste istituzioni, troppo «politiche» per i gusti del grande centauro. Ma la grande madre del capitalismo italiano, stavolta, sembra troppo debole per reagire. In Borsa volano i titoli di via Filodrammatici, a conferma che alle profezie del «Financial Times» qualcuno ci crede. Ma, soprattutto, dalle barricati? del listino i franchi tiratori sparano sulle province dell'impero: continua il volo della Compari. Soprattutto, però, mani forti stanno accumulando pacchetti imponenti di Hdp. A quando l'assalto a suon di Opa? C'è chi giura che è questione di settimane, non di mesi... In un quadro del genere è meglio far buon viso a cattiva sorte per evitare guai peggiori. Non è questa una delle lezioni di Enrico Ciuccia, capace di proteggere per lunghi anni il capitalismo privato sotto le bandiere del grande azionista 1 ri? La rivoluzione, del resto, ormai corre perla Penisola. Inutile attendere per ora l'arrivo di Radctsky. L'altra voce (o qualcosa di più) che corre nella comunità degli affari è l'improvvisa riunione, sempre in questo weekend storico, dei soci forti di Imi-San Paolo. All'ordine del giorno, stavolta, ci sarebbe' il fidanzamento con Banca di Roma. In vista, insomma, ci sarebbe un secondo polo forte per la finanza italiana, con i giusti collegamenti internazionali e l'ambizione di recitare un ruolo davvero globale. La carne al fuoco, stavolta, e davvero tanta. Difficile pensare che tutto si risolva in un nuovo rinvio o, peggio, in tanto fumo. Anche perché i tiratori appostati sulle barricate telematiche sono a caccia di nuove prede. Tra (pie ste, ultima indiscrezione, po trebbe esserci la Popolare ili Verona, potenti; e ricca, protetta finora dallo status di Popolare. Troppo poco in tempi di finanza globali!. Anche perche, prevedi' lo statuto, i dipendenti azionisti non possono votare in assemblea, Una preda cosi... Ugo Bertone Spunta anche Trieste dietro il superpatto tra Comit e Unicredit E Via Filodrammatici senza le tre «Bin» I si scopre vulnerabile I Enrico Cuccia con Vincenzo Maranghi amministratore delegato di Mecfiobanca e (a fianco) Alessandro Profumo con il presidente Comit, Luigi Lucchini

Persone citate: Alessandro Profumo, Cassa Marca, Enrico Cuccia, Lucio Rondelli, Luigi Lucchini, Profumo, Ugo Bertone, Vincenzo Maranghi

Luoghi citati: Italia, San Paolo, Trieste, Verona