Andrea Borelli, un sogno pop di Marinella Venegoni

Andrea Borelli, un sogno pop Esce il nuovo disco: duetti con Dion e Ramazzotti, Dulce Pontes e Gragnaniello Andrea Borelli, un sogno pop Tra opera e musica leggera ROMA DAL NOSTRO INVIATO Andrea Bocelli è in partenza per Los Angeles dove potrebbe vincere domenica l'Oscar alla miglior canzone da film per «The l'rayer». Ha alle spalle un patrimonio di 23 milioni di dischi (classici e pop) venduti in tutto il mondo negli ultimi 4 anni, ma si va ancora avanti: ieri ha sferralo un nuovo attacco ai cuori di tutti i continenti. Il nuovo disco s'intitola «Sogno» ed è una sontuosa cavalcata ai confini fra l'opera e la canzone leggera in compagnia della Filarmonica di Bologna. Tre i duetti: quello ormai noto c appunto candidato all'Oscar, con Celine Dion in «The Prayer» arrangiala da David Poster e Tony Renisi il secondo, incantevole, e «O' mare e tu», firmalo da Gragnaniello, in compagnia della portoghese Dulce Pontes, dove fado e canzone napoletana s'intrecciano con inedita efficacia; e infine c'è «Nel cuore lei», con Ramazzotti, a ricoprire il versante più pop di un disco nato tutto in italiano ma di modello export. Presentato in una cornice a dir poco lussuosa e in un'atmosfera vagamente pansechiana, a Palazzo Doria Pamphilj davanti a giornalisti di tutto il mondo, con una cena elengantissima alla quale hanno partecipato il sindaco Rutelli, Emma Bonino e il ministro Melandri, con una emozionatissima discografica Caterina Caselli a far gli onori di casa insieme al figlio Filippo, l'album contiene pezzi scritti dal produttore Mauro Malavasi e altri della coppia Sartori/Quarantotto, la stessa che ha inventato «Con le partirò»; Ennio Morriconc, autori! di «Io canto», ha accompagnato al pianoforte il quarantenne Bocelli nell'unica canzone dal vivo in questa giornata di trionfo per il tenor-cantante. Nel disco, si nota subito la conquista della naturalezza nel passaggio dal registro pop a quello classico, con esiti difficilmente possibili in altri artisti. Ed e proprio questo doppio registro che ha fatto di Bocelli un fenomeno finora unico; gli americani impazziscono per lui, lo chiamano il nuovo Del Monaco, gli sarà riservato il 12 maggio prossimo, a Montecarlo, l'onore di far da cavalier cantante in un concerto di tre superdive come Barbra Streisand, Whilney Houston e Celine Dion. Profumo di Oscar, Bocelli. Cosa si aspetta, domenica sera a Los Angeles? E che dice del fatto che ci sono due toscani - Benigni e lei - con una nomination? «Questo mondo mondano di Grammy e di Oscar è lontanissimo da me, i premi sono cosi strani. Una bella soddisfazione, comunque, e una ragione di vanita: la sfida della conquista del mercato americano mi solletica molto. Nei Paesi latini dal dopoguerra a oggi, grandi artisti hanno meritato molto ma non hanno conquistatogli Siati Uniti. Nella mia breve esperienza, ho riscontralo là un grande affetto. Guanto a Benigni, è il protagonista degli Oscar e ne sono fiero: di fronte a lui, faccio la comparsa». Lei ha cominciato con la musica pop, poi è passato al classico e ora i percorsi procedono paralleli: sta anche lavorando a due dischi, la «Bohème» e un altro di canzoni sacre. Ma il suo cuore, davvero, dove sta? «Da bambino rifiutavo confpletamente la canzone, e quand'ero in collegio con il mio amore per l'opera e i canti che cantavo - e che erano come grida di Tarzan - mi sentivo emarginalo. Dalle superiori all'università, ho avuto un avvicinamento rapido alla musica leggera: scrivevo canzoni con i miei amici, e suonando nei piano bar ho scoperto una lunga serie di classici. Nella terza fase, ho superato questi generi musicali, pur restandomi nel cuore l'opera e la musica sinfonica, ho un ottimo rapporto con la musica leggera che è fonte di evasione. Debbo ammettere che mi sono intenerito sentendo il mio primogenito di quattro anni cantare "Con te partirò": forse mai prima avevo capito la potenza del pop». Com'è stato cantare con Celine Dion prima e Dulce Pontes poi? «Ho conosciuto a pranzo a Bologna Celine; a metà del menu, senza dircelo, eravamo già convinti che avremmo fatto un duetto. Purtroppo invece ho conosciuto Dulce Pontes solo attraverso il filo del microfono: ma ho capito che ha un'anima che va dritta al cuore». Il successo le consente di tenere i piedi per terra? «Onesta e la cosa meno difficile. Fin dagli inizi, ho avuto consapevolezza che il successo è un caso e non sempre dura. Ci sono altre cose che non tradiscono, la famiglia, gli amici: quando torno a casa, chiudo le porte a lutto e ceno con loro, la camera resta fuori». Terrà concerti pop? «Fin da quando ho cominciato, ho chiarito che non potrò mai fare concerti pop: cantare con il microfono è fuorviarne, rispetto ad avere un'orchestra che suona. L'eccezione sarà il concerto con le tre dive». La rivista «People» l'ha messo fra i 50 uomini più belli del mondo. «La bellezza è un fatto soggettivo. Sono consapevole dei miei difetti fisici e quando l'ho saputo mi è venuto da ridere». Marinella Venegoni marivene@tin.it In partenza per gli States sperando in un Oscar Andrea Bocelli con Celine Dion: sono in lizza per l'Oscar

Luoghi citati: Bologna, Los Angeles, Montecarlo, Roma