Non solo divi i clic visionari di LaChapelle

Non solo divi i clic visionari di LaChapelle Da oggi a Roma Madonna vista da LaChapelle LROMA EONARDO Di Caprio in giubbotto di serpente; Cher come un'indiana mistica; il I viso angoloso di Daniel Day Lewis racchiuso dentro un cubo di perspex. Bisogna vederle le foto di David LaChapelle, 36 anni, americano, allievo di Warhol, per avere un'idea dell'universo visionario in cui reinterpreta le immagini di divi di fama mondiale, ma anche di individui sconosciuti che per qualche motivo lo colpiscono. Bisogna calarsi nel suo mondo di sogni materializzati per capire come mai questo ragazzo esile, capelli corti, sguardo vivace, è diventato fotografo di fama mondiale conteso da riviste come Rolling Stone, Vanity Fair, French Vogue. Da questa sera l'immersione totale è possibile al Palazzo delle Esposizioni, di cui è presidente Renato Nioolini che declive LaChapelle come «un Fellini trasportato nel Grande Circo del cinema americano». Lo stesso fotografo dice che autori come Pasolini, De Sica e Fellini sono alla base di tutto quello che fa: «Vedendo i loro film ho vissuto esperienze enormi: sono persone che rendono tutto possibile, anche il mio lavoro». Dopo aver studiato alla North Carolina School of the Arts, LaChapelle, nel '78, è sbarcato a New York dove nei primi Anni 80 ha lavoralo nel leggendario Studio 54 e dove ha conosciuto Andy Warhol che gli affidò il primo servizio fotografico per la sua rivista Inter view. «K' stata un'epoca estrema, fatta di eccessi, e io adoro gli eccessi». In attesa di firmare la prima regia, LaChapelle confessa che sarebbe molto contento di poter fotografare il Papa «magari mentre si lava i denti» e a chi lo accusa di ripetersi risponde: «Preferisco ripetere me stesso piuttosto che ripetere il lavoro degli altri, cosa oggi molto comune». lf. ci Non solo divi i clic visionari di LaChapelle Madonna vista da LaChapelle i è di

Luoghi citati: New York, North Carolina, Roma