Non ero malformato bimbo nato da aborto di R. Cri.

Non ero malformato bimbo nato da aborto Lo accerterà un esame nei prossimi giorni Non ero malformato bimbo nato da aborto PAVIA. Il bimbo che quindici giorni fa è sopravvissuto ad un aborto terapeutico ed ora lotta tra la vita e la morte al Policlinico di Pavia presentava un'emorragia cerebrali!. Lo ha precisato il professor Giorgio Rondini, primario della divisione ili Patologia Neonalale, che si esprime con cautela sulle possibilità di sopravvivenza del piccolo. «Quando è arrivato nel nostro reparto - ha detto Rondini - il bambino presentava una emorragia cerebrale intraventrìcolare. Solo nei prossimi giorni, dopo che saranno stati effettuati la Tac e la risonanza magnetica, potremo sapore so l'emorragia sfocerà in una malformazione di tipo cerebrale». La mamma del bimbo aveva deciso di abortire dopo aver saputo che ora elevata la possibilità che il ligliu nascesse con una malformazioni!. Dagli osami effettuati in stato di gravidanza era infatti emerso che si era verificata un'emorragia nel cervello del nascituro. L'aborto è stato effettuato allo scadere del sesto mese, come consente la leggo. Il feto però era ancora vivo e vitale. Ora il bambino combatte la sua battaglia por la vita in una culla termica della Patologia Neonatale. Teoricamente, dicono i medici, l'emorragia cerebrale potrebbe anche riassorbirsi o, comunque, dar luogo ad una patologia curabile attraverso un'operazione chirurgica. Così come, purtroppo, rimane elevata la possibilità che la perdita di sangue sfoci in una menomazione permanente. Lunedi prossimo si riunirà il Comitato di Bioetica del Policlicnico San Matteo di Pavia, presieduto dal professor Aitino Mapelli. Ma quale sicurezza danno lo tecniche di diagnosi prenatalo? Un recente studio europeo ha dimostrato che l'ecografia a 20 settimane di gravidanza ò attendibile al 60%. Ci sono poi tabelle che permettono di calcolare la percentuale di rischio por ogni tipo di malformazione. Hanno una maggiore attendibilità le indagini genetiche, come amniocentesi (100%) e analisi dei villi coriali (99%). Ci sono però troppe lacune e superficialità nell'informazione per le coppie che affrontano la diagnosi prenatale. Condisti e ginecologi non hanno dubbi nell'additare questa come la prima responsabile di vicende come quella del bambino nato vivo a Pavia dopo un aborto. Por il presidente dell'Associazione italiana di genetica umana, Bruno Dallapiccola, servono nuove regole che prevedano la presenza di un genetista nella squadra dei medici specializzati nella diagnosi prenatale. E dovrebbe essere anche un genetista a comiuiicare la diagnosi ai genitori. Il ministro della sanità Rosy Bùidi ha accolto la proposta avanzata dal presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), professor Mario Condorelli, di istituire una commissione di lavoro per predisporre linee guida «perchè sia garantita effettivamente adeguata assistenza al feto (! tuia corretta attuazione dell'articolo 7 della legge 194». Anche la Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia) ha raccolto l'invito che l'Istituto superiore di sanità ha rivolto alle società scientifiche con specifica competenza a elaborare linee guida che possano fornire indicazioni chiare per regolare la materia dell'aborto terapeutico. [r. cri.]

Persone citate: Bruno Dallapiccola, Giorgio Rondini, Mapelli, Mario Condorelli, Rondini

Luoghi citati: Pavia