Giocare con il blu di metilene

Giocare con il blu di metilene L'ESPERIMENTO Giocare con il blu di metilene Usato anche per colorare gli agenti infettivi della malaria U NA bottiglia di vetro incoloro, tappata (! piena a mota d'un liquido pure incoloro (acqua, in apparenza). Il mago con gesti deci si, l'agita bone: il liquido diventa azzurro. La bottiglia torna sul tavolo, e lo spettacolo prosegue con altro magio. Passata una decina di minuti, il liquido nella bottiglia e tornalo incoloro. Guardino, signore e signori: nuova agitazione vigorosa e l'azzurro ricompare. La magia può essere ripetuta alcuno volto. Questo gioco non figura noi libri sui trucchi dei prestigiatori. Lo si trova invece nell'opuscolo «La magia della chimica» o nel volume «Il luna park della chimica». Il primo, distribuito gratis dalla Tramontana (via A. Mario, Gf) - 2014» Milano; tramontana'" tramontana.it), contiene una raccolta d'esperimenti istruttivi e divertenti insieme, che duo chimici dell'università di Palermo, Roberto Zingales e Antonio Floriano (fioriVnibox. unipa.it), compiono da qualche anno sotto gli occhi attentissimi degli studenti delle scuole medie superiori in vario città d'Italia (http://unipa.it/ cclchimica/ MAGIA/foto.btm). «Il luna park della chimica», volume di oltre 300 pagine, è la traduzione (Zanichelli) di un'opera dei tedeschi Roesky e Moeckel. Vi si trovano le ricette e le spiegazioni scientifiche di 123 esperimenti spettacolari, fra i quali quello di cui stiamo parlando. Per la preparazione si può ricorrere a una bottiglia col tappo a tenuta, oppure a qualche recipiente da laboratorio: una beuta o un pallone da un litro, col collo smerigliato che s'adatti a un tappo ili plastica. Vi si mettono mozzo litro d'acqua distillata e 13 grammi d'idrossido di potassio (detto anche potassa caustica) oppure 9,3 grammi d'idrossido di sodio (soda caustica). Attenzione: per maneggiare le sostanzi; del laboratorio chimico ci vuole una persona qualificata. Si agita bene a recipiente scoperto: gl'idrossidi di sodio o potassio, sciogliendosi, liberano molto calore, e in un ambiente chiuso potrebbe svilupparsi una pressione pericolosa. Quando tutto il solido è sciolto, si mette il tappo e si lascia raffreddare. Poi s'aggiungono 10 granimi di glucosio e 8 centimetri cubi d'una soluzione di blu di metilene all'1% in peso. Alla fine si ritappa e s'agita di nuovo fino ad avere un liquido azzurro, che poi lentamente si scolora. Il blu di metilene, colorante sintetizzato nel 1876 dal tedesco Heinrich Caro, si rivelò subito adatto a mettere in evidenza nuclei di cellule vegetali, microrganismi e cellule nervose per l'osservazione al microscopio. Due italiani. Angelo Celli e Giuseppe Guarniero scoprirono nel 1890 la sua attitudine a colorare gli agenti infettivi della malaria. Il tedesco Paul Ehrlich ebbe allora l'idea di usare coloranti selettivi per uccidere i parassiti senza danneggiare l'organismo umano. L'anno seguente riusci a dimostrare che aveva ragione: somministrò il blu di metilene a duo malati di malaria, e le febbri periodiche cessarono. Dopo una settimana, dal sangue dei duo pazienti gli agenti patogeni erano spariti. Incoraggiato, Ehrlich prosegui; coniò il termini! chemioterapia e scoprì che un altro colorante poteva combattere la malattia del sonno, uccidendo i protozoi del generi! Tripanosoma, trasmessi dalla mosca tzetze. Nel 1908 ebbe il premio Nobel per la medicina e duo anni dopo divenne famoso in tutto il mondo por il Salvarsan, un composto dell'arsenico che curava la sifilide. Quanto agl'impieghi terapeutici ' del blu di metilene, esso è tuttora usato conio disinfettante delle vie urinarie. Il blu del gioco di prestigio è dovuto alla forma ossidata del colorante, prodotta dall'ossigeno dell'aria presento nella bottiglia. Se questa viene scossa, si accelera la penetrazione del gas nel liquido e quindi la sua reazione col blu di metilene. Da fermo l'ossigeno si diffonde troppo lentamente nella soluzione; prevale allora un altro processo: nell'ambiente reso basico dall'idrossido, il colorante trasferisce l'ossidazione sul glucosio, trasformandolo, nel tempo di qualche minuto, in una miscela complicata di sali organici. Nel far ciò, naturalmente perde il colore, che riapparirà se la bottiglia viene agitata un'altra volta. L'effetto chimico netto ò la reazione fra ossigeno e glucosio, mediata dal colorante. Poiché esso non viene consumato, ma al contrario si rigenera subito (se, agitando la soluzione, la riforniamo d'ossigeno), il suo molo è soltanto quello di catalizzatore, cioè di acceleratore: in sua assenza ossigeno e glucosio reagirebbero con una lentezza estrema. Gianni Fochi Scuola Normale di Pisa Un colorante sintetizzato nel 1876 dal tedesco Heinrich Caro

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