Una lingua aulica e arcaica

Una lingua aulica e arcaica LA LEZIONE / UNQUjSTICA Una lingua aulica e arcaica La parlata d'oc è ancora ben viva dalle Alpi piemontesi ai Pirenei D A qualche anno, ancho al di fuori degli ambienti specialistici, si è cominciato a parlari; di lingua occitana, grazio soprattutto al fatto ebe qualcuno si è accorto che nelle vallate alpine del Piemonte occidentale e meridionale, dalle valli monregalesi alla vallo di Oulx, si parlano dialetti rurali della lingua d'oc, talvolta ancora assai arcaici e conservativi. Ma nelle valli si parla la lingua d'oc, l'Occitano, l'occitanico, la lingua dei trovatori, o il Provenzale? Molti chiedono un chiarimento, poiché si è croata una corta confusioni: definendo la lingua parlata nelle valli e nel Sud della Francia in modi differenti. Posto che non utilizzo i termini sottodialetto, dialetto e ling.ua se non por indicare i gradi di appartenenza di un linguaggio a un certo gruppo o sottogruppo linguistico, ossia in senso classificatorio e non, come ó. uso tra i non specialisti, in senso qualitativo, penso sia opportuno iniziare con un'analisi sintetica delle denominazioni comuni alla lingua d'oc prese a una ad una. «Lingua d'oc;» e un modo classico usato per designare l'Occitano corno lingua in cui il corrispondente dell italiano «sì» è «òc». Onesta particella affermativa deriva dal pronome dimostrativo latino «hoc», In antico francese, dall'unione dei pronomi latini hoc o illuni, si oblio oil, ora oui. Con la voci; Occitano si intondo la lingua d'oc in generale. E' un termino d'uso abbastanza recente, nello aree di ling.ua d'oc ormai accettato dalla maggior parte dogli studiosi, fuorché da alcuni lettorati della Provenza che vedono in questo vocabolo un ideale nazionalista antifrancese a loro odiosissimo o (piasi un'offesa dirotta ai propri sentimenti d'amor patrio. Si dove sapere, a questo proposito, che, por molti Provenzali, la Francia è la patria, mentre la Provenza rappresenta la patria, un corrispondente della patria cita di alcuni gruppi piemontesisti. Il termino occitano presenta comunque il grande vantaggio di non ingenerare confusioni tra ciò che designa un dialetto particolare e ciò che invece si riferisce ad un insieme di maggior vastità. In tal modo, con provenzale si designa sempre e solo un particolare dialetto dell'insieme linguistico occitano: quello di tipo sud-occitano suddiviso nei sottodialetti rodanosi:, marittimo, intorno e nizzardo. Più avanti vedremo di dare una succinta descrizione sulle suddivisioni dialettali della lingua d'oc. «Occitanico», invece, da molti considerato un po' amorfo e troppo diplomaticamente asettico, è la diretta traduzione dell'« occitanien» dei francesi. In Occitania è avvertito anche come termine di poca considerazione, ((nasi un insulto. L'Occitano è la lingua degli Occitani, nazione negata e colonizzata dai Francesi; l'Occitanico un insieme linguistico basato su un fondo comune di un popolo poco definibile, o, quindi, ottimamente integrato nella «nazione» francese. In Italia sta prendendo piede;, accosto allo speculare e non sospetto occitanico, termino che designa quanto concerne la «lingua d'oil». Il termine più in auge, però, è provenzale. Esso è utilizzato non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, soprattutto tra gli studiosi meno giovani. E' una denominazione che da noi è stata usata fin dai primi tempi, anche se, come abbiamo visto, difetta di precisione. Nelle università di tutto il mondo, comunque, si seguono corsi di.provenzalistica, non di occitanistica, e molti studi portano nel titolo l'attribuzione provenzale. Abbiamo così le varie grammatiche di lingua provenzale o edizioni di canzonieri provenzali, o, al limite, occitanici. La scelta di questo vocabolo è dovuta alla maggior vicinanza geografica della Provenza all'Italia e alla Germania e ai relativi maggiori traffici di questi Paesi con quella regione. I catalani, in parte per gli stessi motivi, parlano spesso di lingua e di poesia limosina: in un certo senso con maggior ragione, tenendo conto che i primi e i più famosi trovatori scrissero soprattutto nei dialetti del Nord-Ovest dell'Occitania, spesso in dialetto limosino, mentre coloro che utilizzarono il Provenzale propriamente detto furono in numero assai minore. L'uso accademico, storico, è questo, li pare quindi esagerato il vofrlo sradicare. A nulla servono^omunque, le polemiche che,>ltretutto, sovente ottengono! solo risultato d'inasprire g) animi facendo sì che ognuno jattesti pervicacemente sulla proprie convinzioni, chiudenpsi ad ogni costruttivo confront. Spessi per designare le parlate d'oc susa anche l'espressione*«ling» dei trovatori». Essa è applicatialle parlate delle nostre valida molti occitanisti al fine di clarire che il loro parlare è unalngua e non unpatois, e che qusta lingua è la stessa usata d quei grandi cantori medieva che resero famosa la favella ccitana in tutta l'Europa. Lo Jainet di turno, dunque, con fienza, vi dirà : «Nousautres parin la lengo d'i troubadour!». icuni, uditi gli accenti non prono curtensi, potrebbero pensfe che si tratti di una «sparata non rispondente, se non in rmima parte, alla realtà. Eppure 1 lingua è veramente la stessa. SI registro che cambia. Il linciaggio naturale delle vallate, :osì com'è ora sulle labbra agl'incolti, rappresenta il registi basso del dialetto alpino ontano, dialetto che, un tempo, onobbe ogni registro linguisti), come ci attestano molti deumenti di un passato neppur toppo lontano. I dialetti usatiiai trovatori, invece, rappresatavano il registro alto, coltoaristocratico di quella lingua, [montanari, definiscono il Irò linguaggio «nòsta moda», he, alla lettera, significa «nos'a maniera», ossia, il modo diarlare che si è sempre usato tmoi, con una connotazione ucpo' autodenigratoria, indotta cll'essere da secoli oggetto deklisprezzo delle genti «urbanewNòsta moda», in molte zone phnunciata con velarizzazione il [A]finale, ci tramanda invectermini pre-latini attinenti al] cose dell'allevamento e dell'agcoltura, scomparsi altrove, ingrandissimo interesse per i lingisti. Luca Quaglia «Oltripe l'occitano (o pranzale) è l'esjressione della iazione negai e colonizzata dai Ftmcesi» Si stima che tra Francia e Italia siano in grado di parlare occitano oltre sei milioni di persone In Piemonte l'area di diffusione va dalla vai di Susa alle Alpi Marittime Nella cartina, i confini linguistici dell'Oceania Sotto, due personaggi della «Baio», festa che si tiene ogni cinque anni a Sampeyre, in Val Varata Nantes O La Roche-sur-Yon 4 O Jfreswrie Les Sabies-d'Olonne O La Rochelle Civray O Pòiters Niort1 o poitou Sanlander Bilbao Q O àìfi uSerySebastiàn V'$M\rf -jy^(jfc Jk' *r> /1 OVitoria euzkadi Miranda deicbro Estella ' q q Jaca^O OBurgos Logrono Tofalla SPAGNA"' ■éJtrdi / ■ ■ t • -ì • -/W Confini dolio nazione Occitano Limiti delie regioni Occitano Confini statali O Capoluogo di regione Occitana Q Capitale delfOcritania Nella cartina, i confini linguistici dell'Oceania Sotto, due personaggi della «Baio», festa che si tiene ogni cinque anni a Sampeyre, in Val Varata Confini dolio nazione Occitano Limiti delie regioni Occitano Confini statali O Capoluogo di regione Occitana Q Capitale delfOcritania

Persone citate: Baio, Luca Quaglia, Provenzali, Roche, Rochelle