«Dramma per ventimila»

«Dramma per ventimila» IMTE DUI CT A INTERVISTA LA DENUNCIA DELIA ANTROPOLOGA «Dramma per ventimila» «E' questo l'esercito degli sfruttati» APALERMO NTROPOLOGA di professione, Danielle Soustre de Condat da Palermo, dove risiede molti mesi l'anno quando non è nella sua Parigi, denuncia che in Italia sono oltre 20 mila i bambini nelle stesse condizioni di Riza. E aggiunge che bisogna scandalizzarsi perché ben pochi li difendono e combattono gli aguzzini che li sfruttano come schiavi. Ma è davvero possibile che i bimbi roni, cioè nomadi, costretti a chiedere l'elemosina, a rubare e spacciare droga siano un piccolo esercito? «Le autorità italiane non hanno mai accertato quanti siano in realtà. Manca un'anagrafe dei bambini stranieri accattoni, che di solito sono sprovvisti di documenti essendo entrati in Italia con gli scafisti o perché rapiti ovvero ceduti dai loro genitori agli sfruttatori, in media per 10 o 20 milioni. E la sera sono botte da incubo se i bimbi non si presentano con un buon incasso, anche un milione. Il racket dell'accattonaggio è spietato». Da dove vengono, sono forse fuggiti dagli orrori dell'ex Jugoslavia e dalla miseria dell'Albania? «In Italia vi sono nomadi di 60 tribù diverse, per un totale di 130 mila persone, da Torino a Trapani. Nel Nord sono di più i sinti, che sono di ceppo italiano, e molti dei quali, a esempio, fanno i giostrai. Da Roma in giù le tribù sono state incanalate nell'ultimo trentennio nei flussi migratori da Kosovo, Montenegro e Albania. Lo sfruttamento dei bambini è praticato in percentuale decisamente più elevata dalle tribù che vengono dal Kosovo e dall'Albania. Riza era un gitano musulmano del¬ la tribù khorakhané, di Pristina», Lei è nella Consulta europea del nomadismo oltre che responsabile del Comitato internazionale della difesa dei bambini migranti: è convinta che alla vigilia del 2000 la condizione dei roni sia pesante? «Certo è una realtà complessa, non facile da analizzare perché non si apre agli estranei. I ioni hi Europa sono 12 milioni, non pochi)». Ma visto che molti di loro non si trasferiscono più, perché continuare a definirli nomadi? «Oggi il nomadismo è inesistente. Semmai dobbiamo parlare di seminomadismo e di sempre più accentuata tendenza alla sedentarizzazione. Bisogna capire che il nomadismo non è una scelta definitiva, tassativa. Quando, come a Palermo, c'è un buon livello di accoglienza i rom fanno registrare presenze sta- bili. E qui siamo ormai alla seconda generazione. Il problema più grave j è che in Italia non c'è una legge| quadro, ma una miriade di leggine I regionali e di ordinanze degli enti I locali spesso in contraddizione, I ispirate dall'interesse politico di chi ì le presenta Occorre estrapolare i i nomadi dalla legge calderone sull'immigrazione». Il Parlamento europeo è pressapochista come l'Italia? | «A Strasburgo hanno varie raccomandazioni del Consiglio d'Europa, L'Italia è latitante tanto sulla linguistica quanto sulla protezione culturale. In Italia la questione dei ioni finora è stata vista come un problema banalmente sociale e non politico-culturale, mentre all'Orni sono riconosciuti minoranza etnica da vent'anni». Antonio Ravidà Sopra al centro, il luogo dove ò stato ritrovato il cadavere di Riza (nella foto a sinistra) nel torrente Lenzi La polizia ha rilevato tracce di pneumatici di Vespa A destra, il dolore della madre del piccolo nomade, Julia

Persone citate: Antonio Ravidà, Danielle Soustre De Condat, Lenzi, Vespa