Lizzani: «Racconto in tv le passioni di Visconti» di Lietta Tornabuoni

Lizzani: «Racconto in tv le passioni di Visconti» Il regista gira un documentario, viaggio nei luoghi dell'autore di «Ossessione» Lizzani: «Racconto in tv le passioni di Visconti» ROMA. Carlo Lizzani ha cominciato ieri a Ferrara, cittàpaesaggio di «Ossessione», a girare quella cornice di luoghi viscontiani che inquadrerà il suo «Visconti», un documentario biografico di un'ora destinato alla televisione e ad eventi speciali, non alle sale cinematografiche, che ripercorre la vita di Luchino Visconti «uomo e artista» anche attraverso le interviste rilasciate dal regista per il cinema o la tv, attraverso testimonianze fli vivi e di morti, attraverso citazioni di film. Non troppe citazioni, perché sono molto costose: se un minuto di «Ludwig» costa cinque milioni, un minuto de «La caduta degli dei» costa diciotto milioni. I luoghi viscontiani non sono cambiati, alterati? «Certo, ma non radicalmente. Voglio girare nei luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza, a Erba, Cernobbio, Milano. A San Siio dove c'era, vecchissimo, lo stalliere che si occupava dei cavalli che Visconti metteva in corsa, e che ricordava: "Era un perfezionista, ma poi e andato a Roma...". Voglio girare a Parigi, citta del tirocinio cinematografico di Visconti con Jean Renoir, della sua amicizia con Horst e con Coco Chanci; a Ferrara, dove Massimo Girotti interpretava per lui "(Ossessione" e Florestano Vancini sedicenne spiava le riprese. Voglio girare a Roma, dove in piazza della Pilotta 19 adesso c'è una dépendance dell'Università Gregoriana mentre allora c'era la redazione di "Cinema", la rivista diretta da Vittorio Mussolini che raccoglieva tanti critici comunisti. La famosa casa di Visconti in via Salaria è assai cambiate, all'interno, ma il porticato e il giardino restano immutati. Naturalmente, prima di tutto ho visto e analizzato le otto ore dell'essenziale lavoro televisivo su Visconti realizzato anni fa da Caterina D'Amico de Carvalho». Lei come ricorda Luchino Visconti? «Molto bello, molto virile. Vestito un po' da milanese: ma i mocassini a Roma li introdusse lui. Mollo generoso. Quando fondai la cooperativa popolare per finanziare "Achtung! Banditi!", Visconti venne a Genova insieme con Girotti per il lancio, per dare una mano, e regalò alla cooperativa la sua sceneggiatura di "Cronache di poveri amanti" tratta dal romanzo di Vasco Pratolini. Ho lavorato con Visconti alla riduzione cinematografica di "Conversazione in Sicilia" di Elio Vittorini: ma il copione non piacque allo scrittore, e il progetto rimase irrealizzato. Forse sono pure, remotamente, all'origine de "La terra trema". Il partito comunista voleva fare un documentario per le elezioni regionali in Sicilia; Antonello Trombadori mi chiese di girarlo, ma io preferii accettare la proprosta di Rossellini di seguirlo a Berlino come assistente per "Germania anno zero". Trombadori si chiese: "Perché non Visconti?", lo indusse a fare almeno dei sopraluoghi in Sicilia, e piano piano...». Di Visconti racconterà anche gli affetti privati, gli amori? «Come si potrebbe lasciare da parte l'importanza per Visconti della famiglia, della madre? Quanto agli amori userò quella discrezione dovuta a Visconti che della sua vita amorosa non ha mai detto nulla in pubblico né ha nascosto nulla. Userò un'assoluta discrezione, e nessuna rimozione». Come comincia il suo «Visconti», e come si conclude? «All'inizio c'è un'inquadratura del primo film di Visconti, "Ossessione", con Massimo Girotti, poi Girotti oggi che parla del film. Alla fine c'è l'estrema intervista di Visconti e poi Alessandro D'Alatri, assistente alla regìa nell'ultimo film di Visconti, "L'innocente", che parla di lui». Lietta Tornabuoni Luchino Visconti: il documentario di Lizzani ripercorro la sua vita di uomo e artista, attraverso le interviste rilasciate dal regista per il cinema o la tv, testimonianze di vivi e di morti e citazioni di film