II candidato sponsorizzato

II candidato sponsorizzato IL PALAZZO II candidato sponsorizzato AMPIRI spietati o sostenitori disinteressati? Operazione di inedita trasparenza o classico conflitto d'interessi? E' parsa quasi normale, nell'ambito del lancio della candidatura di Emma Bonino al Quirinale, l'indicazione di alcuni personaggi e soprattutto delle loro aziende come «sponsor» del comitato «Emma for President». Si direbbe che tali figure finanzino l'indispensabile pubblicità con nomi e cognomi, ma non solo a titolo personale. Ritengono che la Bonino sarebbe un buon Presidente e quindi le danno una mano come tutti gli altri personaggi che provengono dal mondo della politica, del giornalismo, delle università, del cinema, della musica, dell'editoria. E tuttavia ciò che li rende differenti è che provengono dal mercato. E che il loro impegno coinvolge necessariamente le loro ditte e i loro prodotti. Di cui - secondo le logiche sperimentate dagli sponsor - più si parla e meglio è. Così è sembrato naturale accostare la candidatura a un'industria di caffè, a un'altra che produce infissi, a una marca di telefonini, ad una multinazionale nota per maionese e sottilette, oltre a un famoso tè, venduto in barattoli e bustine. Nessuno s'è scandalizzato, nessuno ha preso le distanze; e questa è già, come si dice, una notizia. In altre parole: ammesso e non concesso che si tratti di vere e proprie sponsorizzazioni - e perciò di attività di patrocinio e finanziamento finalizzate ad ottenere un ritorno positivo in termini di consenso e d'immagine aziendali - né da parte politica né da quella degli imprenditori si ritiene che tale congiunzione, tale accoppiamento quirinal-commerciale determini effetti negativi e controindicazioni. E questa è una seconda notizia, a suo modo sintomatica del legame che si va inesorabilmente delineando tra consumo e consenso. Vero è che negli ultimi dieci anni molte cose sono cambiate, molta acqua (di Fiuggi) I è passata sui tavoli dei conI vegni e delle premiazioni da quando Peppino Ciarrapico inaugurò agli albori del Caf la sponsorizzazione politica artigianale, anzi casereccia. Vennero poi altri imprenditori, anche meno rustici del «Ciarra», a imprimere il loro marchio negli stand di cartone bianco dei giganteschi congressi del Garofano, dei meeting dell'Amicizia, dei festival dell'Unità. Di quelle presenze, per la verità, è restata qualche traccia nelle inchieste su Tangentopoli. Ma tant'è. La crisi delle culture politiche e la fine delle appartenenze ha archiviato residui tabù, accelerando la contaminazione sponsorizzante. Nel libretto di sala distribuir... to in occasione del concerto al penultimo congresso del Pds c'era un discreto richiamo a due aziende di teleco-.i municazioni oggi impegnate in un clamoroso conflitto azionario, a una compagnia di assicurazione bolognese e a una ditta, pure bolognese, specializzata in impianti salva-vita. Più o meno gli stessi nomi che, insieme al conglomerato elettrico, hanno sponsorizzazo la Fondazione «ItalianiEuropei». Il presidente D'Alema, del resto, naviga - e viene fotografato - con una maglietta che reca il nome di una azienda specialista in attrezzature elettroniche marinare. Ermete Realacci, già capo di Legambiente e ora impegnato nei Democratici, ha accettato di comparire con un fiore in bocca sopra il logo di una casa automobilistica tedesca. Come prodotto di consumo, «Emma for President» va così bene che un domani chissà - potrebbe sponsorizzare qualche causa, pure aziendale, bisognevole di lancio o rilancio. Filippo Ceccarelli Bill \

Persone citate: Bonino, D'alema, Emma Bonino, Ermete Realacci, Filippo Ceccarelli Bill, Peppino Ciarrapico

Luoghi citati: Fiuggi