Bombe sulla pace di Pungi

Bombe sulla pace di Pungi Gli ordigni tra i banchi di affollati mercati: serbi e indipendentisti albanesi si rimpallano la responsabilità Bombe sulla pace di Pungi Kosovo, sei morti in due attentati ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Una serie di attentati dinamitardi, con almeno sei morti e 60 feriti, hanno contrassegnato la vigilia del nuovo giro di trattative sul Kosovo. Due ordigni lanciati a pochi minuti di distanza uno dall'altro sul mercato centrale di Kosovska Mitrovica hanno ucciso cinque persone e ne hanno ferite una cinquantina. Quasi contemporaneamente esplodeva una bomba al mercato di Podujevo, nel Kosovo settentrionale: un morto e alcuni feriti è stato il primo bilancio delle vittime. Ma la situazione sul terreno rimane confusa. La polizia serba avrebbe arrestato due persone sospettate di aver preso parte agli attacchi, ma non è trapelata nessuna notizia sulla loro identità. Di certo è che si è trattato di attentati coordinati con lo scopo di seminare panico e paura tra la popolazione del Kosovo all'inizio del secondo giro di negoziati che cominciano domani a Parigi. Non a caso sono stati scelti i bersagli: due mercati affollati al mezzogiorno di sabato. Serbi ed albanesi si accusano a vicenda. Le bombe sono esplose al momento in cui la delegazione albanese stava partendo per la Francia. I rappresentanti kosovari hanno dovuto farsi scortare dai verificatori dell'Osce per non essere arrestati dalle forze dell'ordine jugoslave. Negli ultimi giorni le autorità di Belgrado hanno infatti emesso ordini di cattura contro altri sei membri del gruppo, oltre al mandato di arresto contro il capo della delegazione, il trentenne Hasim Taqi, accusato di atti di terrorismo e condannato a 10 anni di carcere da un tribunale di Pristina. A poche ore dall'apertura dei negoziati gli albanesi non hanno ancora confermato il loro accordo al piano di pace proposto dal gruppo di contatto. «Uck: un forse definitivo». Titolava così un quotidiano kosovaro uscito ieri a Pristina. «Prenderemo la decisione finale in Francia» ha confermato il giovane leader dei guerriglieri separatisti albanesi prima di partire per Parigi. Ma mentre la comunità internazionale continua a nutrire ottimismo nei confronti della parte albanese, il presidente jugoslavo Milo- sevic è rimasto fermo nel suo rifiuto alle truppe della Nato nel Kosovo. Al termine dell'incontro con il ministro degli Esteri russo Igor Ivanov i serbi hanno confermato la loro presenza a Parigi, ma hanno ribadito il no alle forze internazionali sul loro territorio. Secondo i russi la delegazione di Belgrado sarebbe pronta a firmare la parte politica dell'accordo. Ma, come hanno più volte ripetuto i ministri degli Esteri del gruppo di contatto, l'accordo è un unico documento che comprende la parte militare, ovvero il dispiegamento delle forze alleate in Kosovo con il compito di controllare l'applicazione del piano di pace. Nella vicina Macedonia, al confine col Kosovo, 12 mUa soldati della Nato sono già pronti per entrare in azione. Ma le autorità jugoslave hanno dichiarato che risponderanno con tutti i mezzi ad un'eventuale aggressione. «I serbi non sono pronti ad arrendersi» ha dichiarato l'amba- sciatore jugoslavo presso l'Onu Jovanovic, aggiungendo ebe in passato il suo popolo ha dimostrato di sapersi difendere. Milosevic continua intanto ad ammassare truppe nel Kosovo. Ieri ci sono state mio- ve battaglie nel Nord della regione, dove le truppe di Belgrado stanne cercando di riprendere le posizioni abbandonate dai ribelli dell'Uck, Secondo fonti serbe ci sarebbero invece attacchi sincronizzati dei guerriglieri indipendentisti provenienti dal confine albanese. Si tratterebbe in realtà di manovre militari nella vicina Albania 1 ministri degli Ksteri dell'Unione Europea riuniti in Germania hanno fatto sapere che i nuovi negoziati in Francia devono terminare nel giro di pochi giorni. L'accordo deve essere raggiunto ni massimo entro giovedì. Se non verrà firmata la pace nel Kosovo ci sarà un conflitto cruento con molte vittime, hanno dichiarato alcuni funzionari europei. Da parti- sua il comandante in capo delle forze alleate in Europa, il generale american > Wesley Clark si è detto pronto all'un l'i vimiì.1, militare contro le forze serbe Ingrid Badurina Le stragi a un giorno dall'inizio dell'ultimo round di trattative nella capitale francese Né Belgrado né l'Uck sembrano disposti ad accettare tutte le condizioni dell'accordo Il tavolo del negoziato tra serbi e albanesi che si riapre domani a Parigi Slobodan Milosevic

Persone citate: Hasim, Igor Ivanov, Ingrid Badurina, Jovanovic, Milosevic, Slobodan Milosevic, Wesley Clark