Svolta Spd, meno tasse alle aziende

Svolta Spd, meno tasse alle aziende INTERVISTA CHRISTOPH KANNENOIESSER Svolta Spd, meno tasse alle aziende Un leader industriale: «Ma fate in fretta» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Due giorni dopo il ritiro di Oskar Lafontaine, importanti esponenti del governo e del Partito socialdemocratico segnalano una diffusa disponi bilitìì ad alleviare il carico fiscale delle impreso. Rilanciando le proposte giù avanzate da Schroeder e bocciate dall'ex ministro delle Finanze (riduzione degli oneri complessivi al 35 per cento, riduzione dell'«Irpeg» al 25 por cento). Ma sollevando contemporaneamente aspre reazioni nella sinistri» socialdemocratica e nei sindacati, che temono «ripercussioni negative sugli sgravi alle famiglie». Il ministro dell'Economia Werner Mueller in una intervista a «Focus» e il capo di ga binetto di Schroeder Bodo Hombach sullo «Spiegel» e il presidente del Nord RenoWestfalia Wolfgang Clement sul «Rheiiiischo Post», pur confermando che la riforma fiscale generale già approvata la scorsa settimana al Bundestag non subirà modifiche prima del voto al Bundcsrat, previsto por venerdì prossimo, conci dano sulla necessita di rivedere il sistema generale di tassazione delle imprese. Un progetto in tal senso potrebbe essere presentato giù entro l'estate: «Per stimolare una nuova dinamica nel mondo industriale», dico Hombach. «Per inviare un segnale capace di stimolare gli investimenti», gli lo eco Mueller. «Con la possibilità di diminuire ulteriormente il carico fiscale complessivo al 28 per cento», azzarda Clement: «1 socialdemocratici conoscono le difficoltò della situazione attuale». Parole che sembrano confermare l'avvio di una svolta, adesso che Lafontaine ha abbandonato il campo? «Il cambio della guardia al ministero delle Finanze ci fa sperare davvero nell'avvio di un nuovo corso», conferma Christoph Kannengiesser, che insieme con Hans Peter Stihl lavorn ai vertici del «Diht», una delle principali associazioni imprenditoriali tedesche: «Abbiamo conosciuto il nuovo ministro, Hans Eichel, indie sue funzioni ili capo del governo regionale in Assia. E ne abbiamo apprezzato la competenza e il pragmatismo, anche nel settore fiscale. Non è un uomo dogmatico, Eichel. Al contrario di Lafontaine». Vi aspettate correzioni importanti in materia fiscale, dunque? «Ci aspettiamo miglioramenti a breve scadenza. La legge approvata lii settimana scorsa si tradurrà in aggravi aggiuntivi di centinaia di miliardi di marchi, per noi». Le imprese hanno più volte ammonito il governo, nelle ultime settimane: se la situazione fiscale non migliora, porteremo investimenti e occupazione all'estero. Il monito è sempre valido? «In decisioni del genere non si pensa al breve periodo. Ma finché non sarà chiaro che il governo ò disposto a soddisfare davvero le nostre richieste, la tentazione di trasferirsi in altri Paesi resterà. Al governo tuttavia non chiediamo soltanto decisioni vincolanti, rapide e capaci di ridurre il carico fiscelle delle aziende». Come dire? «Chiediamo interventi per ridurre il costo del lavoro, deci¬ sioni capaci di migliorare sensibilmente le possibilità di investire e di stimolare l'occupazione. La coalizione rosso- verde, inoltre, ha cancellato le misure decise da Kohl in favore di una deregulation, con conseguenze negative sull'occupazione: chiediamo a Schroeder di ripensarci, nell'interesse della stabilità del mercato del lavoro. Infine, chiediamo una politica finanziaria stabile e austera, nell'interesse della stabilità dell'euro». Considera Lafontaine responsabile della debolezza dell'euro? «Il corso dell'euro dipende da molti fattori: un dollaro forte, per esempio. Ma certamente, le sue continue pressioni sulla Banca centrale europea hanno minato la fiducia nella moneta unica e non hanno rafforzato quella nella politica finanziaria europea, visto che la Germania è il pricipale Paese della zona euro». Lafontaine ha avuto una grande influenza anche nel campo della politica energetica. Vi aspettate un «nuovo inizio» anche in questo settore? «Il dissidio con il governo finora è stato profondo e francamente non ci aspettiamo una svolta, ma chiediamo anche qui più pragmatismo, più realismo: non soltanto per quanto riguarda gli sgravi fiscali per le aziende che dovranno smantellare gli impianti. Anche sui tempi previsti per la chiusura delle centrali atomi- che. I due temi del resto sono intrecciati». Una Germania senza Lafontaine ha buone possibilità di diventare economicamente più forte? «L'uscita di scena di Lafontaine rafforza le correnti più moderne della coalizione e indebolisce i tradizionalisti. Ma la realtà politica è spesso diversa dalle attese». Le dimissioni del ministro delle Finanze avranno conseguenze anche sulle trattative in corso fra governo, imprese e sindacati per avviare un «Patto sul lavoro»? «Lafontaine non ha aiutato le trattative: anche in questo settore ci aspettiamo, adesso, meno dogmatismo e più realismo», [e. n.] «Le pressioni di Lafontaine sulla Bce hanno minato la v fiducia nell'Euro» «Ora chiediamo una riduzione del costo del lavoro per investire di più»

Luoghi citati: Assia, Germania