Cautela sul Colle

Cautela sul Colle Il presidente Scalfaro Cautela sul Colle Scalfaro: d'accordo se lascia l'Italia VERBANIA DAL NOSTRO INVIATO «No, fino ad ora non ho ricevuto nulla, nessun atto ufficiale. Anche se questa è una voce che circola da parecchio tempo». Oscar Luigi Scalfaro smentisce d'aver avuto dal Vaticano messaggi o sollecitazioni per concedere la grafia ad Ali Agca, l'attentatore del papa. Poi, però, conferma che l'argomento è stato comunque discusso sul Colle e sottoposto a valutazioni di carattere legale e d'opportunità. Quindi si sbilancia in un giudizio: «Non credo che sia poi un caso così difficile se questa persona accetta di tornare nel Paese da dove è partita». In ogni caso, un particolare è importante per il Presidente: che di questo argomento si riprenda a parlare dopo il fuoco delle polemiche legato alla visita al rterrorista in carcere da parte della sua stessa vittima designata ed il silenzio seguito a quegli eventi. E' a Fondo Toce, il Capo dello Stato, per visitare la nuova Casa della Resistenza in un giorno di estemporanea primavera. Commozione, fazzoletti rossi, bandiere, le note commoventi del silenzio fuori ordinanza: prima di entrare nei ricordi della Storia, Scalfaro affronta con i cronisti lo spinoso caso del perdono al Lupo Grigio che sparò a Giovanni Paolo IIGuarda alla vicenda con l'occhio del magistrato: «Occorre considerareintanto, che da quel giorno è trascorso un considerevole numero di anni» dice. Conosce bene questo fascicolo: «Già in passato si era discusso della possibilità di inviare Agca in patria perchè vi terminasse la condanna. E, contemporaneamente, si era anche presa in considerazione l'ipotesi di concedergli la grazia a condizione che, comunque, rientrasse in Turchia». Oggi con il passo diplomatico annunciato daVaticano la possibilità che Mehemet Ali Agca torni in libertà dopo 19 anni di prigione si fa più concreta. Anche se il Presidente ammette che la concessione del perdono all'attentatore da parte dell'Italia, dopo quello già concesso alcuni anni fa dal Pontefice, non è atto che riguardi esclusivamente il Quirinale: «Occorrerà sentire anche quali sono i pareri dei magistratperchè sapete bene che esistono i poteri del Capo dello Stato, ma anche quelli delle procuredelle procure, del ministero». E, a questo proposito, si sa che il Guardasigilli, Oliviero Diliberto, dovrebbe esaminarnei prossimi giorni il fascicolo processuale dAgca e le domande presentate dal suo difensornelle quali si parte dalla richiesta della graziper scendere, in subordine, alla riduzione dellpena, all'estradizione che prevede il trasferimento in un carcere turco in un carcere pescontare il resto della pena e la semilibertà. Senza trascurare un particolare che Scalfaro propone come una sorta di valutazione lapalissiana, ma che potrebbe, invece, nascondere non piccoli problemi: «Bisogna anchsentire l'interessato. Sapere se parte volentieri o meno. Ogni tanto si decide alle spalldegli altri...». [re. riIl presidente Scalfaro

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