Quegli irriducibili sotto il Sole che ride

Quegli irriducibili sotto il Sole che ride REPORTAGE I VOLTI DELLA PLATEA Quegli irriducibili sotto il Sole che ride L'insoddisfazione dei profughi della nuova sinistra MONTECATINI DAL NOSTRO INVIATO Due ministri, un portavoce, tre sottosegretari. E poi, per fortuna: Ornella Giudici, gattara che nei suoi rifugi ospita trecento mici bergamaschi; Gianni Ippolita venuto per la mostra dei nuovi modelli di motorini elettrici, «che costano come quelli normali ma consumano un dodicesimo»; Pamela Meier, 105 cani salvati a Pianoro (Bologna); Giorgio Celli, giunto a rassicurare i presenti sulla salute «dell'unica grande Idea del XX secolo superstite, l'ecologia»; Vincenzo Ricci, che tenta (finora invano) di reintrodurre il grifone sull'Isola delle Femmine, lungo la tangenziale tra Palermo e Punta Raisi; Vanni Leopardi, pronipote del più noto Giacomo, «il primo a porre la questione ambientale in termini scientifici». Eccolo, il popolo dei Verdi. Profughi della nuova sinistra, sopravvissuti alla sconfitta del- l'operaismo affidandosi all'altra anima degli Anni 70, il radicalismo libertario, o semplicemente trasferendosi in campagna e leggendo Redfield e Coelho. Paladini della libertà di cura e dell'autoguarigione, esperti di omeopatia e shiatsu, avversari di vaccinazioni obbligatorie e «trapianti di Stato». Marginali, naif, impolitici? Mica tanto. Ci sono eccentrici come Floriano, che in Abruzzo fa il Montepulciano pigiando l'uva con i piedi, ma anche pragmatici come il langarolo Claudio Rosso (nomen omen), figbo di Gigi, che per la sua Barbera usa più proficuamente le barriques. Ci sono i candidi buddhisti del centro Taracitamani di Padova, e gli smaliziati di Damanhur, che celebravano solstizi ed equinozi nella loro microsocietà sulle colline di Ivrea vent'anni prima che si parlasse di New Age, e non hanno esitato «per momentanea sintonia programmatica» a votare Lega Nord, come spiega il delegato «Coboldo», che non è un folletto ma uno dei leader storici, Roberto Sparagio. Gente a cui i Verdi danno il legame con la politica; come a Maria Rosa Azoaglio, vegetariana di Chieri, che «se non ci fosse il Sole che Ride» non andrebbe neanche a votare, non ha mai mangiato carne in vita sua, ce l'ha con i figli Massimo e Alessio gran divoratori di bistecche e con i politici: «Non ci appartengono, non c'entrano nulla con noi, però le leggi le fanno loro e non possiamo ignorarli». Come sanno bene quelli dell'Associazione per l'agricoltura biologica, che non sono casi umani ma imprenditori che fatturano decine di miliardi, danno il 4% dei prodotti agricoli nazionali, incassano contributi comunitari e non sfuggono regolamenti e burocrazia, ma cercano di piegarli a sé. Al popolo Verde non basta la sua rachitica avanguardia a Palazzo, «ancella dei Ds», «incapace di cogliere la chance del disfacimento e della ricomposizione del quadro politico per schiodarsi dal 2,5%» - parole del traditore sommo Ermete Realacci, capo di Legambiente e neodirigente dei Democratici prodiani -. Animalisti, fondatori di comunità new-age, proprie tari di agriturismo osservano perplessi Laura Cima occupare il palco, come al congresso di Lotta continua (Ramini 1976), alla testa di un manipolo di donne, compresa/o il consigliere comunale transessuale di Bologna Marcella di Folco; ascoltano Gianluca Felicetti, presidente della Lega anti-vivisezione, deplorare «la strage dei piccioni di Cacciari», e il sottosegretario alla Giustizia Franco Corleone dare dei «parassiti» e degli «stronzi» ai «militanti che non comprano Erba» d'allusione non è agli spinelb ma al nuovo settimanale di Paolo Hutter); applaudono senza riconoscerlo Nando Dalla Chiesa che ha tagliato i baffi e condotto il suo movimento nei Verdi, e annuiscono senza capirlo al grammelot franco-itabano del grande Edgar Morin. Incomprensibile anche lo speaker rauco, il viceManconi Massimo Scalia. Si spiegano benissimo invece Angelo Cremone, che ha marca¬ to stretto D'Alema per guadagnarlo alla battaglia contro il gassificatone di carbone in costruzione a Porto Suoso (Sarde gna), e José Batista Flores, discendente degli luca e leader degli indios peruviani, che difende i colleghi Mapeche (Cordillera cilena) a cui le nuove dighe toglieranno il territorio e il cibo sacro, un frutto detto «pinoli» Dietro le quinte, guastatori professionali della politica come il torinese Pasquale Cavaliere e il padovano Roberto Callegaro, assessore provinciale all'Ambiente e leader storico dell'Unione ciechi. Alle pareti, manifesti per le donne algerine, per le piste ciclabili - «Ruote Pulite» -, per l'affettività nelle carceri toscane. Al piano di sopra, la Banca etica e la degustazione di vino biologico, 4 mila lire il bicchiere. Per una felpa con il Sole che Ride ve ne chiedono invece settantamila. «Al congresso scorso - ride la gattara bergamasca - costava la metà». [al. ca.l Non solo naif: ci sono eccentrici animalisti ma anche accorti imprenditori che fanno ottimi affari con l'agricoltura biologica La platea del congresso dei Verdi: in prima fila si riconosce il ministro Edo Ronc

Luoghi citati: Abruzzo, Bologna, Chieri, Erba, Isola Delle Femmine, Ivrea, Padova, Palermo, Pianoro