Corruzione, indagato De Carolis

Corruzione, indagato De Carolis Corruzione, indagato De Carolis Milano, per lo scandalo depuratori MILANO. «Mi scusi la vestaglia, non sto bene...», fa la faccia un pò così, Massimo De Carolis quando alle nove del mattino si trova davanti il magistrato Gherardo Colombo e gli uomini della Questura. In mano hanno un decreto di perquisizione e un avviso di garanzia: il presidente del consiglio comunale eletto per Forza Italia è sotto inchiesta per concorso in corruzione e rivelazione di atti coperti dal segreto d'ufficio. «Non so bene, hanno chiesto carte sui depuratori...», cade dalle nuvole De Carolis, dopo tre ore di perquisizione del suo ufficio a palazzo Marino, dopo quella inedita visita nella casa comunale, del magistrato milanese. Che diciassette anni dopo l'inchiesta P2 si trova ancora faccia a faccia con De Carolis, l'ex leader della Maggioranza silenziosa allora negli elenchi di Lido Gelli. Quelle carte cercate da Co¬ lombo, sono la normativa d'appalto per il depuratore di Ronchetto delle Rane, 180 miliardi ancora da assegnare. Ma in mezzo ci sono pure le carte su Nosedo, un'altra grana per palazzo Marino, questa volta per 700 miliardi. «Speriamo che Milano, unica città europea ancora sprovvista, possa avere presto un depuratore...», si preoccupa De Carolis. Mentre dice di essere tranquillo, assicura di non essere mai stato contattato da alcuna azienda, figuriamoci se si può parlare di corruzione. «Piena fiducia nella magistratura. L'augurio è che De Carolis chiarisca al più presto», sono le parole di rito del sindaco Albertini, di fronte al nuovo terremoto. Che, però, si augura soprattutto una cosa: «E' necessario evitare che questa situazione generi un'impasse nel corretto funzionamento della attività del consiglio comunale. La vicenda giudiziaria non dovrà per¬ tanto impedire che Milano possa avere finalmente un depuratore». Giù duro, vanno naturalmente le opposizioni. Le stesse che in questi mesi avevano sollevato più di un sospetto sulla correttezza della gara d'appalto per i depuratori. «E' una scandalosa storia infinita», tuona Alberto Mattioli dei popolari. «Le acque sporche di Milano continuano ad essere sempre più sporche», si allinea Rifondazione comunista. Mentre i contorni dell'inchie¬ sta della magistratura, sono ancora tutti da scoprire. Le indagini - si sa - vanno avanti da agosto, con pedinamenti e intercettazioni. E adesso le perquisizioni. Anche a casa dei fratelli Pisante, gruppo Acqua, già coinvolti in Tangentopoli e adesso nel mirino pure per i depuratori. «Ma i miei assistiti non sono sotto inchiesta. E' stata solo un'acquisizione di atti presso terzi», giura il legale del gruppo Pisante, Massimo Pelliccio ta. Massimo De Carolis presidente del Consiglio comunale milanese eletto nella lista di Forza Italia Il fatto è che delle tredici aziende interessate al depuratore di Milano Sud, due vennero subito estromesse perchè non avrebbero avuto i requisiti necessari. Sono le stesse due aziende, una francese e l'altra spagnola, da cui partono gli esposti alla magistratura. Sospettano che la gara d'appalto sia su misura [>er un cartello di società itaiane facenti capo alla Degremont controllata da Acqua, che gli accordi siano già stati fatti in cambio di tangenti, che anche la relazione dell'Enea, presentata in quattro giorni, sia superficiale e frettolosa. Sospetti, allora. Gli stessi arrivati in consiglio comunale, nell'infuocata seduta del 18 maggio scorso. Quando ad esempio Basilio Rizzo dei Verdi, si alzò sostenendo: «Si è rafforzata in me la convinzione che questa delibera vuole pilotare l'assegnazione dell'appalto». ff. pol.l ii sindaco Albertini: «Ho fiducia nei giudici L'augurio è che lui chiarisca presto»

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