«Ocalan colpito da infarto, è grave»
«Ocalan colpito da infarto, è grave» Il suo avvocato: temo un falso suicidio. La Turchia a Strasburgo: ha una cella grande e giornali «Ocalan colpito da infarto, è grave» Annuncio della radio greca ANKARA. «E' in coma». «No, è in preda a convulsioni». «Sta molto male». «E' già ricoverato in ospedale». Infine, tra voci e allarmi: «Ocalan ha avuto un infarto». Un'ultima versione che ha cominciato a circolare due giorni fa, diffusa dal regime di Ankara attraverso una televisione turca e ripresa ieri da ima radio greca. Si infittisce il giallo sulle condizioni di salute del leader del Pkk segregato ned'isola-prigione di Imrali, un detenuto-fantasma, super-blindato e isolato per gli stessi avvocati, che invano chiedono da giorni alle autorità di potere incontrare il loro assistito. «La sua difesa è un lavoro difficile, che si svolge in condizioni impossibili - ha denunciato il legale Ahmed Zeki Okcuoglu -. Sono convinto che la sua vita sia in pericolo. E' sottoposto a una pesante pressione psicologica e gli sono state sicuramente somministrate delle droghe. Non so se ci siano state torture fisiche, ma quantomeno maltrattamenti». «Non abbiamo potuto esaminare gli atti né intervenire nelle procedure in corso. Gli interrogatori sono coperti dal più assoluto segreto», ha continuato l'avvocato che aveva potuto incontrare «Apo» una volta sola, a fine febbraio. Poi la nuova, sempre più tangibile paura: «Temiamo che un eventuale tentativo di eliminarlo fisicamente attraverso un apparente suicidio o un'aperta esecuzione possa aprire uno scenario nuovo, oscuro e sanguinoso». Paura alimentata dalla stessa stampa di regime, che da giorni sembra preparare e giustificare con le voci sulle gravi condizioni di salute del leader del Pkk la sua possibi' scita di scena. L'Europa sollecita da tempo Hi conoscere quali siano le reali condizioni di prigionia di «Apo»? Qui si apre un altro scenario: la Turchia - su pressioni internazionali ha inviato una lettera ai giudici di Strasburgo della Corte Europea per i Diritti Umani in cui getta acqua sul fuoco. Nella missiva si sostiene come al capo del Partito dei lavoratori del Kurdistan sia con¬ cesso ricevere visite di parenti e avvocati. Non solo. Sarebbero state adottate tutta una serie di misure per evitarne l'isolamento: la sua cella, di 13 metri quadrati, è fornita di acqua calda e fredda. Macché segregamento: (Apo ha la possibilità di passeggiare in un cortile adiacente. Gli è consentito leggere e ha una radio». Rassicurazioni che cadono di fronte al buio assoluto che circonda Ocalan, mentre proseguono gli attentati di rappresaglia dei separatisti curdi: ieri due bombe a Istanbul hanno causato un morto e otto feriti. Buio aggravato dall'ostinato isolamento della Turchia di fronte all'Europa. 1 difensori italiani del leader curdo, gli avvo- cati Giuliano Pisapia e Luigi Saraceni, hanno rivolto un appello al Presidente della Reptdiblica Scalfaro affinchè intervenga per assicurare il rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo, e in primo luogo del diritto alla vita di Ocalan. In una lettera al presidente del Consiglio Massimo D'Alema hanno chiesto inoltre un energico intervento presso le autorità turche affinché possano incontrare il proprio assistito. Un'analoga richiesta era stata già avanzata il 18 febbraio dal nostro ministero degli Esteri e dall'ambasciata italiana a Ankara, ma era rimasta senza risposta. «Inam¬ missibile nell'Europa della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo - sottolineano i difensori - come non è ammissibile che l'Italia si acquieti di fronte all'arrogante silenzio della Turchia» Immediata la risposta del governo italiano: in serata D'Alema e Dini hanno disposto «un passo urgente» presso il governo di Ankara «anche in relazione alle voci, sia pure non confermate, sul cattivo stato di salute di Ocalan, affinchè sia consentito l'accesso dei suoi avvocati difensori, che sono anche parlamentari italiani». Claudia Ferrerò Appello dell'Italia a Ankara: date libero accesso agli avvocati o li primo ministro turco Ecevit e, sopra, il leader del Pkk Ocalan
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