Un segreto ben custodito per 45 anni

Un segreto ben custodito per 45 anni RETROSCENA IL PROTOCOLLO ITALIA-USA Un segreto ben custodito per 45 anni Negli accordi del '54 anche un capitolo sulla bomba H? CROMA ADE uno dei segreti militari meglio custoditi d'Italia con l'annuncio che il governo manderà al Parlamento il memorandum italo-statunitense (riservato) del 1995 e soprattutto farà leggere alla magistratura il trattato bilaterale (segreto) del 1954 che regola in Italia la presenza di soldati americani e l'uso delle basi militari. Ed è paradossalo, ma forse non tanto, che sia un presidente del Consiglio di sinistra a prendere questa decisione perché da 45 anni il governo faceva muro ed era la sinistra a spingere per conoscere le clausole segrete sulle basi di Aviano, Livorno, Maddalena, Gaeta e sedi minori. Si alza parzialmente il velo fonti americane hanno sottolineato che comunque dovrebbe valere il segreto istruttorio - insomma, su un accordo che discende da altri precedenti protocolli tra Italia e Stati Uniti, i primi addirittura con firma di De Gasperi. Faranno belle scoperte, quei magistrati. Perché l'insistenza nel tenere segreto il trattato del 1954 lascia sospettare che ci sia molta materia delicata. Ci dovrebbe essere, ad esempio, un capitolo dedicato alle bombe atomiche (da aereo, da nave e da sommergibile) che gli americani hanno portato e conservato in Italia. Ci dovrebbe essere, ad esempio, l'accenno alla «chiavetta» che per tutti gli anni della Guerra Fredda ha regolato i missili nucleari in partenza dall'Italia. Ma c'è anche il capitolo, di estrema attualità con la strage del Cermis, sullo status dei soldati Usa in Italia. Una prima indiscrezione risale esattamente a un anno fa, quando Giuseppe Pisana, sottosegretario alla Difesa a metà Anni Ottanta, oggi capogruppo di Forza Italia alla Camera, rivelò a la Stampa: «Sulla base dell'accordo del 1954, quei marines hanno l'immunità diplomatica». La sinistra ha sempre visto lo zampino del diavolo in questo lontano accordo che porta la firma del ministro Paolo Emilio Ta- viani. E' indicativa, ad esempio, l'insistenza dei deputati comunisti Cerquetti e Petruccioli, tra il 1986 e il 1987, nel presentare interrogazioni mirate. Alla prima fu appunto Pisanu a rispondere: «L'accordo del 1954 sancisce in modo inequivocabile le rispettive responsabilità e in particolare che: le installazioni sono poste sotto comando italiano devolvendo ai comandi statunitensi il controllo del proprio personale e dei propri equipaggiamenti». L'anno dopo rispose Giovanni Spadolini, all'epoca mini¬ stro della Difesa: «Per motivi di sicurezza nazionale al contenuto di tali intese, in attuazione di impegni internazionali, è stato conferito un carattere di riservatezza». Ma questi accordi, già rivisti parzialmente nel 1995, per adeguamento delle forze Usa al dopoGuerra Fredda, saranno presto superati perché verranno radicalmente rielaborati da una commissione mista italo-americana. Il nostro stato maggiore ha designato il generale Leonardo Tricarico, già responsabile per la sicurezza del volo allo stato maggiore Aeronautica. Gli americani hanno designato l'ammiraglio Joseph Prueher, ex capo di stato maggiore delle forze americane nel Pacifico ed ex comandante della Sesta flotta con base a Napoli. I due generali avranno trenta giorni per riferire ai rispettivi governi. L'annuncio di D'Alema è stato accolto con differenti toni da parte dei magistrati interessati. A Padova, il procuratore militare Maurizio Block è soddisfatto: «L'aspetto più importante di questa vicenda è che si discute dei poteri degli americani nelle basi Nato, se abbiano piena libertà o se siano sottoposti a qualche controllo». Molto scettico è invece il procuratore capo di Trento, Francantonio Granerò: «L'utilità di avere questo testo ci sarebbe solo se esistessero elementi giuridici che consentano al pubblico ministero di riaprire l'indagine». Ma l'on. Valdo Spini, presidente della commissione Difesa, già preme. Ha scritto immediatamente una lettera a D'Alema: «E' molto importante l'impegno del governo a trasmettere al Parlamento lo «Shell Agreement», memorandum d'intesa, firmato nel febbraio del 1995 tra i ministri della Difesa di Usa e Italia, che introduce nuove nonnative e vincoli per ogni singola base militare presente sul nostro territorio. E' una completa novità. Pertanto ti chiedo di inviarci copia quanto prima». Francesco Grignettl L'ex ministro Paolo Emilio Taviani Firmò l'accordo del 1954