Alla Camera vince l'attendismo di Fabio Martini

Alla Camera vince l'attendismo GLI SCENARI POLITICI Alla Camera vince l'attendismo «E alla fine passerà il partito del no» M ROMA ARCO Minniti, l'ombra di D'Alema, fonde il Transatlantico a larghe falcate e alla fine si schermisco cosi: «Dell'Utri? Palazzo Chigi non vedo, non sento, non parla...». Poi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio incrocia il presidente dei deputati popolari Antonello Soro e, sorridendo, dico: «Bisogna chiedere a lui, che e persona informata dei fatti...». E Soro: «No, questa cosa vostra è...». Fin qui la prima «istantànea» sul caso-Dell'Utri, ina qualche minuto più tardi va in scena un'altra eloquente sequenza: Gianfranco Fini entra nella buvette, si imbatto in Lucio Colletti (!, lontano da microfoni e taccuini, dico: «Famose 'na risata che qui ogni giorno ò peggio...». Due «istantanee» che raccontano come la richiesta di arrosto per Marcello Dell'Utri abbia mosso nel più grande imbarazzo, ancor più di Forza Italia, gli altri due grandi partiti i Ds e An. Il partito del presidenti; del Consiglio che tanto bisogno ha del Polo per il Quirinale e per le riforme si ò «esposto» con una dichiarazione cautissima e attendista di Veltroni («Non ho alcun commento da fare...»). E (pianto ad An, l'ini sa che dovrà sostenere la tosi del «complotto», sa che non potrà «smarcarsi» da Berlusconi e proprio per questi motivi il leader di Alleanza nazionali; veste le panni del difensore senza sbracciarsi, dice che la «cintola e d'obbli go», invila «il Parlamento a votare con molta avvedutezza», anche perché da quel che gli ha dotto Ignazio La Russa «le ragioni por l'arrosto sono molto deboli». E questo diffuso imbarazzo, che va dai Ds ad An, si traduce nella previsione che in serata si scambiavano tra di loro leader e peoncs: quasi certamente la richiesta di arresto alla fini; sarà bocciata. Anche se e prevedibile che ognuno l'ani la sua parte: i Ds con i giudici, il Polo contro e in mezzo i popolari a fari; l'ago della bilancia, con un beli' investimento in vista della battaglia del Quirinale. Corto, fino a ieri sera non avevano ancora parlato Prodi e Di Pietro, una coppia che in poche settimane e con pochi; mosso ha più volto spiazzato Ds e popolari, costringendoli a rincorso piu o mono camuffate. E infatti Niki Vendola, comunista, vicepresidente della commissione Antimafia fa una previsioni;: «Fino a quando non si sono lotto lo carte, non è serio esprimersi, ina sono sicuro chi; da domani sarà guerra!». Ma in attesa che il duo Prodi-Di Pietro si pronunci, provocando magari la catena di rincorsi; già visto nel passato. In vera sorpresa è un'altra: lo primo oro dopo la scoppio della «bomba» Doli'litri sono trascorsi; all'insogna della grandissima prudenza. Sin dallo primo oro del mattino, sotto i riflettori dell'attesa, sono finiti soprattutto i Ds. E da Botteghe Oscuro, dopo un silenzio durato tutta la mattinata, si faceva vivo con una nota scritta, il responsabile Giustizia Carlo Leoni: «I Ds chiedono un esame sereno e senza pregiudizi del caso Dell'Utri e invitano Forza Italia a non sollevare polveroni politici», anche perché «è assolutamente troppo presto per faro valutazioni di merito». E sul far della sora faceva sentirò la sua voce anche Walter Veltro¬ ni: «Non ho alcun commento da fare: sono questioni che riguardano la libertà di una persona che corno tali non devono ossero affrontato in termini di giudizio politico. I nostri inombri nella giunta por lo autorizzazioni a procedere faranno una valutazione esclusivamente sui documenti». Parole volutamente asettiche che proludono ad un volo favorevole o contrario alla richiesta di arrosto? Tra i Ds nessuno si sbilancia, ina un personaggio di lungo corso conio Diego Novelli, che conosce a memoria i riflessi dell'ex pei, non ha dubbi: «Alla fino la ri chiesta di arresto sarà certi mente respinta. Garantito». Magari con i Ds che diranno sì all'arrosto, ma senza sbracciarsi? Una cosa è certa: un ruolo decisivo saranno chiamati a giocarlo i popolari e infatti nel generale silenzio di Piazza del Gesù, lo uniche parole sono quello prudenti di Antonello Soro: «li' una forzatura valutare in base al calendario degli avvenimenti politici un evento straoi doario quale è la richiesta di arresto». E poi la frase-chiave: «Noi abbiamo sempre sostenuto che su queste vicende ogni parlamentare deve esprimere un giudizio personale, intimamente legato alla conoscenza dei fatti». Traduzione: il Ppi lascerà libertà di coscienza, candidandosi al ruolo più ambito, quello dell'ago della bilancia. Fabio Martini Ma a Montecitorio resta l'incognita di Prodi e Di Pietro A sinistra: Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Sopra: Gianfranco Fini

Luoghi citati: Arco, Roma