«Dottore carissimo dobbiamo parlare» «Il buon anno ce lo diciamo di persona»
«Dottore carissimo dobbiamo parlare» «Il buon anno ce lo diciamo di persona» LE INTERCETTAZIONI «Dottore carissimo dobbiamo parlare» «Il buon anno ce lo diciamo di persona» «Dottore carissimo...». «Un abbraccio di accoglienza...», e via così, tra un «tanti omaggi e tanta affettuosità» e un «tante cose» che chiude la prima telefonata finita agli atti della richiesta d'arresto per Dell'Utri. Una telefonata importante: da una parte Giuseppe Chiofalo, dall'altra Dell'Utri, mai nominato se non con quel «dottore carissimo». La chiamata è del 23 dicembre scorso. Chiofalo è stato scarcerato la mattina e ha appena raggiunto Rimini. Una dello prime telefonato la fa proprio a Dell'Utri. Per l'accusa, è la prova dell'esistenza di rapporti «di estrema cordialità e reciproca fiducia (tanto che entrambi dispongono dei rispettivi numeri di telefonino cellulare)». E della volontà di «concordare l'ulteriore attuazione della sua attività criminosa ili "inquinamento probatorio"». «Chiofalo - è scritto negli atti - comunica a Dell'Utri la localizzazione dolla sua residenza segreta (e si arguisce che Dell'Utri era già a conoscenza della ubicazione della precedente località protetta, quando Chiofalo gli dice "io sono in mi posto più vicino a lei")». I due, insomma, si conoscono bene. Il primo contatto risalirebbe al giugno, poi seguono 27 telefonate accertate dalla Dia. CHIOFALO: «Buonasera, dottore carissimo... dottore». DELL'UTRI: «Chi parla?» C: «Sono Pino». D.: «Ali, come sta?». C: «Sono arrivato in questo momento a casa». D.: «Che bravo, finalmente, ben arrivato». C: «Grazie, grazie...». D.: «Un abbraccio di accoglienza». Si passa al dunque. Chiofalo vuole sapere se Dell'Utri ha parlato con «l'avvocato». D.: «Sì, ho parlato proprio oggi, perché io sono a Roma. L'ho incon¬ trato. Abbiamo parlato di tutto». C: «Stiamo facendo qualcosa comunque, eh?». D.: «Sì, sì, sì. Mi ha detto tutto, comunque, ma adesso lei dove si trova? Non è più in quel posto?». C. : «No, sono in un posto più vicino a lei». D. : «Più vicino. Ah, che bello!». C: «Diciamo in Romagna». D.: «Allora ci dobbiamo vedere, eh?». C: «Io ho bisogno di vederla per altre ragioni... Un discorso di una certa delicatezza». D.: «Lei... in questi giorni diciamo... dal 28,29,30... C'è uno di questi giorni qui?». Mentre cercano una data Chiofalo annuncia che ha «trovato dei nuovi verbali» e contattato «un avvocato che, un caro amico della zona di Napoli»). Dell'Utri risponde: «Può essere utile, bene, ne parliamo allora». Chiofalo però incalza. Vuole vederlo di persona. C: «Abbiamo un qualcosa da dirci questa volta, dai...». D.: «Perfetto, molto bene, ma io...». C. «Senta, la mia famiglia la salu¬ ta, mia moglie la saluta». D.: «Grazie, ricambio». C: «Scusi per la volta scorsa... mia moglie, poverina...». D.: «Ma non si deve preoccupare. Intanto le faccio un buon Natale». Ci «Grazie». D.: «Ma buon anno ce lo facciamo di persona». C: «Grazie. Tanti omaggi e tante affettuosità». Per la procura di Palermo «sarebbe sufficiente questa telefonata per dimostrare il pieno coinvolgimento di Chiofalo e dell'onorevole Dell'Utri nella condotta illecita posta in essere da Cirfeta, e il ruolo preminente rivestito dall'onorevole Dell'Utri, vero e proprio ispiratore ed artefice del "disegno criminoso" in corso di attuazione». Accanto: un investigatore impegnato in un'intercettazione. A sinistra: un'altra immagine di Marcello Dell'Utri
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