I Serenissimi tornano in cella

I Serenissimi tornano in cella Tre dei condannati per l'assalto di piazza San Marco: non avevano fatto ricorso in Cassazione I Serenissimi tornano in cella «Sono pericolosi e non si sono pentiti» VENEZIA, Sono pericolosi socialmente e non si sono affatto pentiti della loro voglia esasperata di secessione. Per questo devono tornare in carcere e scontare la condanna tre dei Serenissimi che la notte del 9 maggio '97 diedero la scalata al campanile di San Marco, dopo aver comquistato la piazza con un carro armato fatto in casa, attirando l'attenzione del mondo su un blitz improvvisato, ma anche sui disagi profondi di una certa parte del ricco e laborioso NordEst. Lo ha deciso il tribunale di sorveglianza, presieduto da Stefano Dragone, con una sentenza destinata a sollevare molte polemiche e che (per ora) riguarda solo i componenti più giovani della spedizione. I giudici hanno riaperto le porte della galera per Andrea Viviani e Luca Peroni (che patteggiarono in appello due anni e sei mesi di reclusione il 27 aprile dell'anno scorso) e per Antonio Barison (condannato a tre anni e cinque mesi di carcere) sempheemente rispondendo di no alla domanda di affidamento ai servizi sociali che i tre secessionisti avevano presentato. E' riuscito ad evitare il ritorno in carcere invece Gilberto Buson, anch'egli condannato a tre anni e cinque mesi, perché in cattive condizioni di salute. Ad attendere i tre, ora, c'è la notifica dell'ordine di carcerazione della procura generale perché la sentenza della corte di appello è divenuta definitiva dopo la rinun- eia degli imputati a ricorrere contro di essa in Cassazione. Alla base della decisione del tribunale di sorveglianza vi sarebbe la pericolosità dei componenti del collimando, considerando anche l'inchiesta ancora in corso della procura di Verona in cui gli otto Serenissimi dell'assalto al campanile sono indagati assieme ad altri 32 componenti del Serenissimo Veneto Governo per banda armata, apologia di attentato contro l'integrità dello Stato e interruzione di pubblico servizio per le incursioni sulle frequenze della Rai durante i telegiornali. L'udienza per il rinvio a giudizio è stala fissata per il prossimo 13 maggio, due anni dopo lo storico blitz. Ma non è soltanto la presunta pericolosità sociale ad aver pesato sul verdetto dei giudici. Il tribunale di sorveglianza ha valutato negativamente anche la mancanza di atti concreti di dissociazione dalle motivazioni ideali che avevano determinato l'occupazione del campanile. Insomma, sostengono i giudici, i tre non hanno rinnegato affatto «i valori e i presupposti dell'azione del campanile». Tanto che pochi mesi dopo la scalata, hanno costituito l'associazione culturale «Veneto Serenissimo Governo». E' legittima, certo, e non si propone di perseguire obiettivi politici con metodi violenti, ma evidentemente ha un sapore troppo contiguo con quella voglia di autonomia esasperata che condusse il manipolo sul campanile: armati di un mitra fuori uso e una cassa con salame e fagioli per sopravvivere se l'occupazione fosse stata lunga. La decisione del tribunali.' di sorveglianza di Venezia, che nei prossimi giorni si pronuncerà an- che nei confronti degli altri 4 serenissimi, è stata giudicata «aberrante» da Renato Alberini, il difensore di Luca Viviani, il quale ha preannunciato ricorso in Cassazione, sottolineando però che l'impugnazione non sospende il provvedimento. Secondo l'avvocato, inoltre, con la carcerazione degli assalitori del campanile si rischia di «innescare una reazione a catena» che potrebbe fare apparire gli otto, almeno agli occhi di una parte dell'opinione pubblica, come «eroi e vittime di uno stato prepotente». Tra qualche giorno i giudici del tribunale di sorveglianza di Venezia dovranno decidere sulle istanze presentate anche dagli altri protagonisti di quel giorno di follia secessionista: i capi Fausto Faccia e Fabio Contili (condannati a tre anni e cinque mesi) e il giovane Christian Contin (due anni e mezzo), mentre Menini se l'era cavata con una condanna a due anni, limile massimo per non finire in carcere. Ma a questo punto la loro sorte sembra sognata. Maria Grazia Raffele ■RSH ANTONIO BARISON Quarantatre anni, di Conselve (Padova). Condannato a 3 anni e 5 mesi di reclusione. In primo grado la pena inflitta era stata di sei anni. I reati: sequestro di persona semplice con l'aggravante dei fini eversivi porto d'armi e danneggiamenti luca pironi Detto Pasque, trent'anni, di Zevio (Verona). Aveva patteggiato una pena di due anni e sei mesi. In primo grado la condanna era stata a quattro anni e nove mesi. I giudici sono stati più clementi nei confronti dei componenti più giovani dei Serenissimi anmea viviani Ventisette anni, operaio di una fabbrica di vetro di Colognola ai Colli (Verona). Aveva patteggiato una pena di due anni e sai mesi. Anche lui come Luca Peroni in secondo grado ha avuto uno sconto di due anni e tre mesi e una condanna più leggera rispetto ad Antonio Barison Il campanile di San Marco durante l'assalto del commando dei Serenissimi