Ue, Lafontaine per ora nega

Ue, Lafontaine per ora nega A rimpiazzarlo nell'esecutivo sarebbe Eichel. La prossima settimana tour europeo di Schroeder Ue, Lafontaine per ora nega Ma la Cancellerìa pensa al sostituto FRANCOFORTE DAL NOSTRO INVIATO A partire da lunedì prossimo il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, avvierà un giro di consultazioni personali nelle capitali europee per cercare un accordo con i partner sulla riforma del bilancio europeo. In quell'occasione Schroeder proseguirà anche le discussioni informali sulla nomina del futuro presidente della Commissione europea al vertice di inizio giugno a Colonia. Nonostante i tempi stretti, Bonn sembra intenzionata a mantenere ancora riservata la propria candidatura in attesa di spendere, se le circostanze saranno favorevoli, il nome del ministro delle Finanze, Oskar Lafontaine. Il ministro ieri ha smentito con forza di essere interessato al ruolo di capo dell'esecutivo comunitario: «Si tratta di una storia che risale al novembre scorso» ha dichiarato. La cancelleria di Bonn, a cui spetta l'indicazione sulla nomina, non ha invece preso posizione. A quanto risulta a «La Stampa» sono recentissime le riflessioni al massimo livello su un incarico di Lafontaine a Bruxelles. 11 viceministro degli Esteri, Guenther Verheugen, ha dichiarato comunque che il governo tedesco non ha ancora una linea ufficiale per ciò che riguarda la nomina della presidenza della Commissione. Anche sulla stampa tedesca si moltiplicano le indiscrezioni sull'impossibile convivenza al governo di Schroeder e Lafontaine. Il settimanale «Focus» citava ieri «riflessioni in corso» su un cambiamento di ruolo del ministro delle Finanze. Sempre ieri il settimanale «Der Spiegel» osservava che «la tensione tra i due non è più sopportabile» e, citando fonti del partito socialdemocratico, aggiungeva che «entrambi dovranno presto prendere una decisione» Un settimanale di Amburgo prevede inoltre la nomina del premier uscente dell'Assia, Hans Eichel, al posto di Lafontaine a ministro delle Finanze al posto di La¬ fontaine, come già riportato da «La Stampa». Proprio dalle tensioni tra Schroeder e Lafontaine ha origine l'ipotesi di una candidatura tedesca por la Commissione di Bruxelles. Dopo aver pensato nei mesi scorsi al premier olandese Wim Kok, a sorpresa Schroeder ultimamente non ha più escluso la possibilità di una candidatura tedesca: «Nessuno ne può negare alla Germania il diritto». A chi gli chiedeva se la presidenza non spettasse a un Paese del Sud Europa, il cancelliere aveva risposto che la Germania è a Sud di altri Paesi. Scontata la reazione di ieri di Lafontaine che ha subito cercato di togliere credibilità alle indiscrezioni riferendole al primo affiorare, nel novembre scorso, dell'ipotesi di sua nomina a Bruxelles: «E' una nuova versione di riflessioni di alcuni mesi fa, priva di basi di fatto», ha dichiarato un portavoce del ministero. La nomina del vertice di Bruxelles è invece di grande attualità per Schroeder che dovrà affrontare con esiti incerti le trattative con i partner europei al vertice di Berlino del 24-25 marzo. In quei giorni il tema della Commissione tornerà automaticamente all'ordine del giorno dei premier europei. Solo due giorni prima del vertice, infatti, il Parlamento di Strasburgo discuterà dei recenti scandali che hanno colpito alcuni membri della Commissione e non e escluso che si arrivi a un voto di sfiducia nei confronti dell'esecutivo comunitario o addirittura alle dimissioni di alcuni commissari. Nel rapporto dei saggi che sarà discusso a Strasburgo compaiono anche per la prima volta sospetti nei confronti dei due commissari tedeschi: Monika Wull'-Mathies e Martin Bangemann. La Wulf-Mathies era considerata finora una delle pochissime personalità tedesche candidabili alla successione del lussemburghese Jacques Santer. L'Europa sta diventando d'altronde il campo di battaglia su cui si sta spostando il confronto tra Schroeder e Lafontaine. Il cancelliere vuole evitare che il ministro delle Finanze imponga in Germania una più accentuata politica di sostegno ai consumi attraverso il «patto europeo per l'occupazione» che Lafontaine vuole presentare ai partner a metà aprile come proposta dolio presidenza tedesca dell'Ile. Secondo «Der Spiegel», il ministero delle Finanze di Bonn vorrebbe introdurre controlli sulle politiche salariali europee per assicurare che i salari pur differenziati per settori e regioni si orientino agli incrementi di produttività. Carlo Bastasìn Per la stampa tedesca la convivenza tra i due leader socialdemocratici è sempre più difficile La causa dello scontro è il «Patto europeo per l'occupazione» che il ministro vuole proporre ai partner A sinistra Oskar Lafontaine Qui sopra Romano Prodi