COSI' GLOBAL COSI' DIVERSI

COSI' GLOBAL COSI' DIVERSICOSI' GLOBAL COSI' DIVERSI Politica e cultura secondo (leertz ERA l'incubo della 'bomba", c'era la divisione aspra e senza sfumature tra Est e Ovest, c'era la lotta un |io' romantica dei Paesi nuovi contro le declinanti potenze coloniali. Ma quel mondo, prima della caduta del Muro nell'ultimo simbolico '89, quanto era più comprensibile. Com'era jiiti facile capirne le i ri dll .unici e iiv irsari e, magari, schierarsi dalla svolte-, identiiic parte «giusta» In tempi di intricate lotte etniche e di inquietanti crociate religiose, la nostalgia, non solo politica ma anche culturale, per le antiche certezze del mondo bipolare si sta curiosamente diffondendo. E con quella nostalgia nasce la necessita di ritornare a riflettere su parole come «nazione», "Stato,», «popolo», ma anche come «società», «cultura», alla ricerca affannosa di una identità smarriti) in un mondo sempre più complicato e imprevedibile Com'è no cato e imprevedibile. Com'è noto, anche in Italia questo filone di sludi si e da qualche anno rianimato e .nitori come Rusconi, Galli della Loggia, Viroli, Lanari) sono tornati a discutere concetti che sembravano sepolti o nell'archivio delia storiografìa reazionaria o nella ritualisiica della memoria antifascista. Per allargare l'ottica di una discussione che sarebbe provinciale ridurre non solo al nostro Paese, ma anche alla sola polemica tra storici e politologi, e interessante l'iniziativa del Mn lino che pubblica, in questi giorni, un libro di Clifford Geertz, intitolato Mondo glaba le, monili locali. La casa editrice bolognese raccoglie gli studi più recenti del famoso antropologo americano, preceduti da una sua breve introduzione che Lincia uni. sfida sia ai luoghi comuni della cosiddetta «globalizzazione» siii alle suggestive ma anch'osse «globalizzanti» teorie di storici e politologi alla moda, come l'ormai celebre Samuel P Huntington, Geertz individua rapidamente la contraddizione fondamentale del inondo verso il Duemila: da una parte i processi, soprattutto economico-finanziari, di interdipendenza tra le varie regioni del pianeta e, dall'altra, l'estrema frammentazione di quello che definisce «un pa tchwork oninpresentei) intessuto di lotte etniche, di instabilità nazionalistiche, di integralismi a sfondo religioso. Speculare a questo contrasto è l'opposizione culturale clic cerca di interpretare questo in- , treccio di tendenze con due ri : cette estreme La prima, che l'autore battezza come «post moderna», rinuncia a qualsiasi ipotesi di interpretazione unitaria per rifugiarsi in un «relativi i sino ateorctico» assoluto, «per i cui lutto dipende dalla tua posizione e da come vedi lo cose». La seconda cerca di sostituire conivi 11 globali urinai obsoleti con • concetti ancor più totalizzanti, t ancor più grandi, ancor più comprensivi, il metodo di indagine che l'antropologo americano propone e diverso. Geertz non rinuncia alla ricerca scientifica che confronta le diversità per identificare quelli che chiama «progetti sintetizzanti». Ma suggerisce di arrivarci «per un pazienti; e modesto lavoro di avvicinamento», fatto con «dettagliate analisi di differenze specifiche», Insomma, cerca di riunire i cocci clellii frammentazione del mondo partendo dall'analisi dei cucci della frammentazione delle culture del mondo Una visione che certamente si fonda sulle competenze e sulle metodologie specifiche della sua scienza, l'antropologia, ma che ò disposta anche all'autocritica di alcuni classici stereotipi di questa disciplina. E' questa, infatti, la paite forse più imprevedibile e interessante dei saggi raccolti dal Ma lino. Geertz cerca di ripensare il concetto di «cultura senza consenso», una realtà che anche gli antropologi devono affrontare, in un mondo dove «cosmopolitismo e provincialismo non sono più in contrasto, anzi, sono interconnessi e si rafforzano a vicenda». A questo proposito, si chiede opportunamente se il liberalismo, nella accezioni! «socialdemocratica» di Berlin e di Walzer più che in quella di vini Hayek e di Nozick, possa «reggere hi sfida di un mondo frammentato». O non sia «un ennesimo tentativo di imporre con hi forza al resto del mondo i valori occidentali: un seguito del colonialismo con altri mezzi». Clifford Geertz ammette che il liberalismii «va ripensato», ma con un giovanile, consapevole donchisciottismo ha il coraggio di crederlo possibile e di individuarne, con originalità suggestiva, il modo. Da l'esempio di come si possa non abiurare i propri valori per una sciocca rincorsa quasi espiatoria a quelli degli altri, tipica di molti suoi colleglli, senza l'ostinazione retriva e miope di chi non osa metterli profondamente in discussioni- Luigi La Spina MONDO GLOBALE MONDI LOCALI Clifford Geertz il Aiutino pp 127 L 18 000

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