La nave che rifiuta di affondare

La nave che rifiuta di affondare UN VASCELLO MALEDETTO NEL PACIFICO La lotta contro un mercantile giapponese che rischia di provocare una marea nera e resiste a bombe e napalm La nave che rifiuta di affondare Come un film horror sulle coste dell'Oregon LOS ANGELES NOSTRO SERVIZIO Quando li autorità dello stato dell'Oregon hanno appreso che una nave da carico giapponese con a bordo un mihoi mezzo di litri di petrolio si era arenata al largo di Coos Bay, hanno subì lo pensato alla Exxon Valdez e al disastri) ecologico che ha colpito l'Alaska una decina di anni fa Hanno immaginalo spiaggie con laminati:, turisti in fuga, stragi di uccelli in agonia, allevamenti di ostriche distrutti, Tutto ave vano previsto, ina nessuno ave va immaginato die l'insabbiamanto della New Ci rissa avrebbe potuto diventare anche un copione perfetto per un film dell'orrore, uno di quei film in cui i! mostro viene combattuto con la forza e con l'astuzia e che poi, quando tutti lo danno ormai per morto e finito rispunta Inori pm determinato e minaccioso che mai. L'ultima apparizione della nave risale a pochi giorni fa, subilo dopo che il capitano della guai dia costiera Mike Hall aveva acceso il sigaro della vittoria di fronte alle troupes televisive e aveva annunciato che l'incubo era finito, che la New Carissa si avviava a venire seppellita in fondo al Pacifico in un punto a 300 chilometri dalla costa. Ma mercoledì mattina gli abitanti di Yachats, un paesino un centinaio di chilometri a Nord di Coos Bay, si sono svegliati e che cosa bantu > visto proprio lì, arenata nella In ro spiaggia? La sagoma ormai il confondibile della prua e della parte anteriore della nave giapponese con ancora a bordo mezzo milione di litri di petrolio. E mentre la guardia costiera e le agenzie addette alla lotta contro le sostanze tossiche cercano di mettere a punto nuovi piani di battaglia, tra i cittadini dell'Oregon c'è anche chi inizia a vedere la New (larissa con un misto di affetto e simpatia. Più che una seria minaccia ecologica, e diventata un amico deciso a restare con loro. Una vera saga, che ha inizio la n .ite del 3 febbraio, quando il vascello litiasi fantasma butta giù l'ancora al largo di Coos Bay con l'intento di caricare della legna. Ma quella notte c'è tempe¬ sta. Il vento soffia a oltre cento chilometri l'ora, le onde sono sui sette-otto metri. E la New Carissa la mattina dopo si ritrova insabbiata sulla spiaggia. Non c'è rimorchiatore che tenga e il rischio che il petrolio venga disperso è molto alto. E' li che le autoritàa prendono una decisione: mettiamola a fuoco. Una decisione molto logica, ogni gallone bruciato è un gallone in meno che va a finire sulla costa. Arrivano dunque i sub e gli elicotteri della U.S. Navy, che iniziano piazzare granate, napalm e altri esplosivi nei serbatoi della nave. E arrivano migliaia di persone, a godersi lo spettacolo. Ma lo show riserva una sorpresa: la nave si spezza in due tronconi e 300.000 litri si riversano su Coos Bay. Pompiamo via il petrolio, propongono. E anche quest'operazione non funziona, impedita dalla mareggiata troppo forte. Nuovo piano, dunque: la New Carissa verrà rimorchiata 300 chilometri al largo e poi affondata per sempre sotto il colpo della cannonieri.'. Un piano che aveva avuto l'okay anche del vicepresidente Al Gore e che ha richiesto un volo speciale da Amsterdam con a bordo un cavo lungo un chilometro e spesso 30 centimetri. Ma un paio di notti fa, mentre il rimorchiatore era al largo in mezzo a una nuova tempesta, il cavo si è spezzato e la prua del- la nave è scomparsa dalla vista. «Lo scenario più disastroso sarebbe se dovesse riaffiorare sulla costa», aveva commentato Hall, quello della Guardia Costerà. Lo aveva detto così, tanto per fare una battuta. Ma mercoledì, come detto, quello scenario è diventato realtà e la New Carissa, moltiplicatasi per due, è riaffiorata nelle acque di Yachats con mezzo milione di petrolio nei suoi serbatoi. Dopo quello di Coos Bay, si è aperto dunque un secondo fronte di battaglia cento chilometri più a Nord e le prime vittime sono gli uccelli, centinaia di uccelli con le piume appesantite da uno schifossisssimo liquido appiccicoso e incapaci di prendere il volo o giàà diventati carcasse mangiate da aquile e da falchi. E poi ci sono i salmoni dell'estuario subito a Sud e 40 chilometri di spiaggie invase da batufoli di catrame, mentre centinaia di volontari continuano a piazzare invano boe e assorbenti. Si parla di un nuovo rimorchiatore o forse di nuove esplosioni, mentre le onde continuano a colpire il relitto-fantasma della New Carissa. «Mi piacerebbe non vederla più qui», confessa impotente Matthew Brewer, portavoce della Guardia Costiera. E sembra stia parlando di un essere animato, non di un vascello giapponese deciso a non diventare una palla di fuoco e a non finire in fondo al Pacifico. Lorenzo Sorla La nave mentre si spezza in due e (in alto) uno dei tronconi arenato Insabbiata per una tempesta, continua a riaffiorare

Persone citate: Al Gore, Hall, Lorenzo Sorla, Matthew Brewer, Mike Hall, Valdez

Luoghi citati: Alaska, Amsterdam, Los Angeles, Oregon