MA GLI USA TEMONO SORPRESE di Carlo Rossella

MA GLI USA TEMONO SORPRESE MA GLI USA TEMONO SORPRESE I I. cambio dollaro curo continua ad essere a favore del dollaro. L'economia europea e stagnante. L'economia americana vola, ormai da otto anni. L'espansione continua: nell'ultimo quadrimestre del 1998 la crescita media è stata del 0,1 per cento. I*t disoccupazione ò scesa a livelli minimi. Di inflazione non se ne parla e cosi appare lontano il rialzo dei tassi di interesse. La compet itivita delle aziende e alta. 11 budget governativo è in suqjlus. Il deficit nella bilancia dei pagamenti ha raggiunto pero livelli record, ina tutto ciò è dovuto al vertiginoso aumento del consumo interno provocato dal boom e dalla caduta dei prezzi dei prodotti di origine asiatica ed europea. Il dollaro non è più sopravvalutalo riunì' accadeva nella meta degli Anni Ottanta. La sua l'orza e reale e si basa sul potere di attrazione di un'economia e di un mercato ultamente sviluppati. Venerdì fi marzo l'indice Uovv Jones ha toccato 9736 punti E c'è chi scommette su un prossimo approdo ai 10.0(10 punti. (Ili economisti americani più avveduti non guardano pero all'euro e all'Europa come ti una moneta e a un continente che benino perso la loro scommessa. Certo l'euro non ha più sul mercato lii baldanza degli inizi. L'Europa e appesantita dall'eccesso di Wclfarc State, ina secondo molti analisti le potenzialità sono infinite e dopo un periodo di incertezza, ili assestamento e di sostanziali mutamenti nelle linee di politica economica di alcuni governi, il confronto euro/dollaro riprenderà vigoroso. Occorre però, annotano alcuni, che la politica della Banca CèiuBble liuropea sia più dinamica, meno prevedibile, meno germanocentrica nella sua filosofìa. C. Fred Bergsten, direttore dell'Institut for International Economica ed ex sottosegretario al Tesoro, sostiene che nel tempo «l'euro contribuirà davvero alla formazione di un nuovo ordine economico internazionale, di carattere bipolare, captici: di rimpiazzare quella egemonia americana che dura dalla seconda guerra mondiale». Ter Bergsten «l'euro ha l;i capacità di sfiliate il dominio finanziario del dollaro)) Per questo motivo al prossimo vertice fra l'Europa e stati Uniti dovranno essere tracciati i binari di questa nuova bilateralità in modo da potersi garantire contro eventuali pericolose crisi. «L'euro rappresenta iuta economia grande quanto quella americana e destinata ad ingrandirsi ancora di pio quando lutti i quindici l'itesi dell'Unione europea ne faranno parte», spiega Borgsten. «Appena iivra stabilizzato la sua credibilità l'euro potrà attirare investimenti da pane di banche centrali e di investitori industriali fino a mille miliardi di dollari». La richiesta internazionale di euro potrebbe far cadere il corso del dollaro, prevede Bergsten, favorendo in t;il modo le esportazioni americane, la bilancia dei pagamenti dogli Stilli Uniti e bloccando così le spinte protezioniste. Interrogati sui destini futuri dell'euro, del dollaro e dei rapporti euro/dollaro, i funzionari del dipartimento di Slitto e del Tesoro ripetono la solita frase: «Ciò che e buono per l'Europa è buono per l'America», visto che le due economie sono integrate e lo saranno sempre di più in quel che Bill Clinton definisce «The Transatlantic Century». l'ero il livello di cambio, suggeriscono gli esperti, deve rispecchiare il valore reale delle due economie. E bisogna trovare, dice Bergsten, dei sistemi di intervento nei mercati che garantiscano questo principio. Se gli Stati Uniti e l'Europa potranno collaborare in campo economico in un regime di parità non potranno che trarre grossi benefici da queste intese. Se non ci riusciranno e se scoppierà la guerra tra euro e dollaro le conseguenze saranno serie e destabilizzanti per tutta l'economia mondiale. Il prossimo G7 di giugno e il vertice euro americano stabiliranno se le due monete, l'euro e il dollaro, possono vivere in pace e se concordare una iniziativa comune per controllare le reciproche fluttuazioni. Carlo Rossella

Persone citate: Bergsten, Bill Clinton, Fred Bergsten, Jones

Luoghi citati: America, Europa, Stati Uniti, Usa