Comit torna a volare in Borsa di Valeria Sacchi

Comit torna a volare in Borsa TUTTI I GIOCHI SONO RIAPERTI Comit torna a volare in Borsa E Deutsche Bank ora guarda a Unicredit PMILANO 1-:K Cari von Bochm-Bczing, membro diri Vorstand di Deutsche Bank e vicepresidente tli Deutsche Bank Italia non ci sono dubbi, dopo l'annuncio dell'accordo tra Hancan.uni e Audi Antro «lutti i giochi sullo scacchiere italiano del credito si sono riaperti, mi lo va ripensato. E nel processo di consolidamento la l leniscile e ben decisa a giocare la sua parli;». Anclie perché, come ricorda il plenipotenziario di Deutsche in Italici «noi non sia uni stranieri ina italiani, ila au ni invcsl i.uno qui, lo abbiamo l'atto in tempi in cui il Paese ora assai inculi stallile di adesso. I,'Italia e uno dei maggiori inor enti d'Europa o noi vogliamo crescere ulteriormente» Come? Von lineimi Bczillg indica due traile rafforza inenio della posizione di Deu tschc Itali,■ attraverso acquisi /.ioni soprattutto nel Noni Italia e accordi con altri importanti gruppi È poiché Deutsche li quasi dieci mesi è azionista impor laute di Coni il 14,5%) e da due mesi e presente in Unicredit Coll l'I,75%, si tratta di duina razioni interessanti E dilani von Boclnn Bczing ammetto tli aver incontralo recentemente i vortici di Unicrodil (dell'amministratore delegato Alessandro Profumo dico «un uomo inulto aperto, multo deciso, mi piace»), tli aver scambi regolari tli idee sia con le tre casse grandi azioniste del polo guidato da Lucio Rondelli che con la Socióté Generale (altra azionista tli Unicredit), di aver condiviso, per quanto riguarda la Comit, li! posizioni nella vicenda Han- caroma di Paribas, che proprio ieri ha annunciato di aver ridotto la sua quota in Comit dallo 4,05% al 3,5%. Ntd rimescola¬ inento di carte che segue il tra monto definitivo del matrimonio Comit- Bancaroma, e quindi evidente che Deutsche ritiene di avore un ruolo da giocare. Vediamo le ipotesi sul terreno. UNICREDIT II prossimo collocamento sul mercato da parte del¬ le tre casse azionisti! (Carivero na, Cassamarca e Cri) ili parte delle loro quote, saia un'occasione per aprire ulteriormente il capitale della holding a partner stranieri. In polc position ci stino Société Générale-Parihiise Deutsche. La prima vitina all'amministratore delegato Profumo, la seconda alle casse. In una recente riunione al Credito Italiano, il presidente Lucio Rondelli ha messo sul tappeto tre iptitesi tli aggregazione: Bui (che è pero controllata da Ina-Vicentina-Bilbao), Imi- San Paolo (che presenta problemi di sovrapposizione soprattutto in Piemonte dove e forte la Crt) e Comit. Quest'ultima alleanza teoricamente facilitata dalla presenza nell'azionariato di entrambi i gruppi tli Deutsche e di Soc.Gen.-Paribas. COMIT. La Comit non commenta la scelta di Bancaroma, ma è evidente il sollievo (ieri ha guadagnato il 5% in Borsa). Teoricamente l'istituto può guardare ad altre soluzioni, anche se la storia degli anni post-privatizzazione indicano che rielle scelte essa non è libera, ma guidata dal regista occulto Mediobanca che ne ha penalizzato sviluppo e ambizioni, preoccupato di non lasciarsi sfuggire di mano uno dei sui grandi azionisti (gli altri sono Bancaroma e Credit). Tramontate le nozze con Bancaroma, ecco difatti tornare insistenti! il tam-tam sul piano di fusioni! Mediobanca-Comit (fusione che von Boehm giudica un «business non razionale»), che certamente farebbe salirti il valore della Comit stessa. E' anche possibi¬ le che Comit si offra di acquistare da Bancaroma la sua partecipazione in Mediobanca, né si può escludere una fusione con la tedesca Commerz. Per quanto riguarda l'aggregazione a Unicredit, è di ostacolo non solo la posizione del suo grande azionista Generali (al momento non nota, anche se sono ottimi i rapporti con la Fondazione Cariverona) ma la presenza nell'azionariato Comit di Commerzbank, tradizionale «avversario» di Deutsche (a meno che Deutsche non risolva il problema mangiandosi Commerz). Comit, insomma, è al centro di un intreccio molto stretto, arduo da districare. DEUTSCHE ITALIA Per l'istituto guidato da Gianni Testoni, che chiude il 1998 con un bilancio «ottimo» che vede l'utile netto salire di oltre il 28% a 151 miliardi e il Roe passare dal 7,55% al 9,40%, von Boehm-Bezing disegna un futuro rafforzamento soprattutto nelle zone del Nord Italia, in particolare il Nord-Est e l'Emilia-Romagna. Sembra inoltre di capire che, indipendentemente dall'investimento di Deutsche Bank nel capitale di altri istituti, la Deutsche Italia non verrà comunque aggregata a poli, ma resterà indipendente sotto il diretto controllo della capogruppo tedesca. Il processo di aggregazione che ha già cambiato il volto del sistema del credito in Italia negli ultimi tre anni, ò alle soglie di un nuovo grosso mutamento. Non solo perché è quasi certo l'arrivo di altri stranieri, ma perché i nuovi poli sono a loro volta costretti a crescere ancora. Per non perdere il momento. Valeria Sacchi la banca tedesca può fare da ponte per riawicinare le due vecchie Bin Rondelli e Profumo oltre alla Commerciale non escludono Bnl e Imi-S. Paolo Luigi Lucchini presidente della Comit e (a fianco) Alessandro Profumo timoniere tli Unicredit