Cyberpirati contro l'America

Cyberpirati contro l'America Deputato svela un'informativa riservata della Difesa: è in corso una guerra contro i nostri computer Cyberpirati contro l'America «Dalla Russia attaccano il Pentagono NEW YORK NOSTRO SERVIZIO «Praticamente siumo in $;ulm"ra», dice convinto Curi Weldon, un deputato repubblicano della Pennsylvania. Una guerra combattuta con mezzi nuovi e su un terreno insolito, come i tempi impongono, ma pur sempre ma guerra le cui conseguenze possono essere devastanti come gli effetti delle bombe. I mezzi nuovi sono naturalmente i computer, il terreno insolito e il cyberspazio e i nemici... la loro identità non e sicura: l'orse sono i russi o forse è gente che usa la Russia solo come «passaggio». Di sicuro non sono i tradizionali «hackers», quei ragazzi che imparano cosi bene l'uso dei computer da divertirsi poi a «entrare» dove non dovrebbero, ma gente molto più seria. La cosa e naturalmente circondata dal segreto, per cui quello clie si sa non consente di stabilire se le parole del deputato Weldom costituiscano un'esagerazione oppure no. Certo I- che la settimana scorsa il sottosegretario alla Difesa .John Hamre ha tenuto un «briefing» ai membri della commissione Difesa della Camera, nel corso del (piale ha riferito sugli «attacchi» lanciati contro i computer del suo dipartimento nel corso dell'ultimo anno. E dal suo quadro i parlamentali hanno dedotto con un certo allarme che si e in presenza di un tentativo «coordinalo e organizzato» di penetrare nel sistema informatico del Pentagono. Avevano concordato di non parlarne pubblicamente, ma ieri uno di loro, per l'appunto Curt Weldon, ha deciso eli rompere il silenzio e riferire almeno in parte ciò chi! il sottosegretario Hamre aveva detto a lui e ai suoi colleghi Messi sull'Avviso dalle sue parole, i media americani h.in no cercato di vederci un po' più chiaro, ma non hanno trovato molto perche, a quanto pare, li; fonti disposte a parlare con loro, anche con la promessa di non essere nominate, sono state molto piii avare del solito. (Jualcosa tuttavia e uscito fuori. Per esempio, che i «contrattacchi» con cui il personale del Pentagono e riuscito finora a respingere (pare) i potenziali intrusi, hanno anche individuato alcuni di essi e i loro siti sono risultali essere in Russia. Ma vuol dire poco, hanno aggiunto le fonti, perche non è stalo possibile stabilir»! due cose: se quei siti appartengano a entità governative russe o a entità private e se i siti russi fossero davvero il «punto di partenza» degli attacchi o non soltanto un «passaggio» usato da qualcuno collocato chissà dove. L'ultima scrii? di attacchi simultanei in ordine di tempo, ha detto una fonte anonima alla Cnn, e stata lanciata il 7 e 8 gennaio scorso contro il complesso informatico dell'Air Force che si trova nella base di San Antonio, nel Texas Gli attacchi sono stati «intercettati e bloccati», ha detto la stessa fonte, e da quello che si e capito erano partiti da zone sparse in tutto il mondo, non solo dalla Russia. Si e trattato insomma di una specie di riedizione di «Solar Sunrise», il nome che venne dato a una serie di attacchi simultanei lanciati giusto un anno fa, nel febbraio 1998, direttamente contro il sistema informatico del Pentagono, a Washington. Quello - ha detto il sottosegretario Hamre nel «briefing» (o meglio durante la parte di esso non coperta dal segreto) della settimana scorsa - fu un attacco molto vasto, sistematico. Aveva tutta l'aria di essere una sorta di preparazione per un successivo attacco, più coordinato». E' per questo che dopo quell'episodio è stato stabilito un servizio permanente, 24 ore al giorno compresi i week-end e le feste comandate, di -'oli line guard». La conseguenza e stata che molti più attacchi, anche quelli meno pericolosi, sono stati individuati e il numero dei rap¬ porti su di essi è aumentato. Ma il fatto che siano stati di più gli attacchi «segnalati» non significa necessariamente, dicono al Pentagono, che siano stati di più anche quelli effettivamente lanciati. Può darsi benissimo che il maggior numero di intercettazioni sia dovuto semplicemente alla maggiore efficacia del controllo. Un'ipotesi «tranquillizante» che pero Weldom, nella sua uscita pubblica, non ha voluto contemplare. Forse per una personale tendenza a vedere nero, forse per quello che ha appreso nella parte segreta del «briefing,» Franco Pantarelli Non si esclude però che la provenienza russa serva solo a depistare le indagini 1 sistemi dell'Air Force sono stati violati da «hacker molto atipici» 1 I computer del Pentagono sono bersaglio di un attacco cibernetico -organizzato e coordinatoche pare partire dalla Russia Curt Weldon repubblicano ha denunciato I attacco alla Carnei a dei rappresentanti • Si può dire che siamo in guerra-

Persone citate: Curi Weldon, Curt Weldon, Franco Pantarelli, Hamre, John Hamre

Luoghi citati: America, New York, Pennsylvania, Russia, Texas, Washington