Lamento di un filoamericano di Paolo Guzzanti

Lamento di un filoamericano FUORI DAL CORO Lamento di un filoamericano una binila giornata per chi, come me è, senza tentennamenti, filoamericano. Filoamericano perché apprezzo questo miracolo unico nella storia dell'umanità, che sono gli Stati Uniti: il più straordinario e progressivo laboratorio della felicita o della dignità umana E credo che seguiti a valere l'argomento, spesso liquidato con un'alzata di spalle, secondo cui senza gli americani staremmo ancora a goderci gli eredi di Hitler, Stalin e Mussolini. Tuttavia questi giorni sono giorni di disagio per chi ama l'America a causa della sentenza della corte marziale di Camp Lojeune che ha mandato assolto il capitano Richard Ashby il cui aereo ha provocato la morte di 20 civili nel crollo della funivia del Cermis: un volo a bassa (piota illegale o dunque, visti gli effetti avuti, criminale. E' un momento amaro. Tuttavia, penso che sia giusto e onesto ricordare che il governo degli Stati Uniti, qualsiasi autorità politica e civile di quel Paese, non c'entri con la sentenza, no più e né meno di (pianto c'entrassero quelle italiane nelle decisioni dei giudici sul caso Ocalan.. Ricordate come rispondeva D'Alema agli agitati turchi e alle madri che hanno perso i figli a causa del Pkk? Che il nostro è uno Stato di diritto, dove i giudici non dipendono dal governo, ma applicano con indipendenza lo leggi. Non penso affatto che si possa assolvere l'assoluzione americana del pilota Ashby, anche se la stossa pubblica accusa ha riconosciuto che l'aereo volava con l'altimetro rotto (e questo non e un reato?), ma semplicemente pensiamo che un aereo militare non abbia il diritto di metterò a rischio, in tempo di pace, le vite dei civili. E che so lo fa qualcuno debba pagare non soltanto in termini di denaro, ma di punizione: retribution, come dicono gli americani. Secondo la corte marziale di Camp Lojeune, il colpevole non sarebbe dunque il capitano Ashby, ma la stossa corte non ha voluto dirci chi altri, di grazia, dovrebbe andare in galera al suo posto. Scandaloso o oltraggioso. Ma al tempo stosso vorrei ricordare che (piando lo italiane Frecce Tricolori il 2B agosto 1988 provocarono a Ram- Stein la morte di 80 civili prevalentemente tedeschi, neanche noi concedemmo una deroga al diritto secondo cui ogni Paese processa i propri militari per quel che hanno fatto all'osterò. I nostri poveri piloti morirono, ma neanche fu processato chi aveva reso possibile una tale catastrofe: il bene e il male si tagliano spesso con l'accetta, ma mai con la stossa. Si potrebbe andare avanti ripetendo il già detto sulla tragedia aviatoria e giuridica. Ma c'è una domanda che vorrei fare pero agli americani: si rendono conto che la sentenza della loro corte marziale ha in Italia e in Eairopa un valore emotivo e politico infinitamente più pesante dello condanne a morte omesse a (alba, compresa l'ultima di ieri che non provocherà un centesimo della reazione catturata dalla camera a gas di Walter LaGrand? Sono in grado, gli americani, di valutare la loro sciagura, oltre che la nostra? Nella Cuba socialista, amato bastione dell'antiamericanismo, in questo momento molti innocenti stanno in galera per aver espresso pubblicamente dei dubbi sul governo cubano. Ma chi grida allo scandalo? Nessuno. Perche? Perche esiste una disparità nei fatti: per l'America si usano due asce e due misure, sia perché ò la superpotenza solitaria (dunque «arrogante»), sia perché l'America è por tutti noi, anche per Bertinotti, un non-luogo, ovvero un luogo infinito del nostro animo, nutrito da mille film e spezzoni d'odio, amore e rancori che hanno radici sia nel fascismo che nel comunismo, in questo e in altro perfettamente appaiati. Ciò dotto, da abominevole filoamericano, sporo che la più sorprendente nazione del mondo sappia capire, agire e reagire, riparando il danno fatto alle vittimo del Cermis, a noi e a se stossa. Paolo Guzzanti nti V- "i-i "'«

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