La Quercia: rivedere il Trattato di Londra

La Quercia: rivedere il Trattato di Londra Dopo la sentenza per la strage del Cermis interpellanza dei Ds sulla giurisdizione delle basi Usa La Quercia: rivedere il Trattato di Londra La sinistra chiede la linea dura, anche Fini è d'accordo roma. La sentenza del Cermis mi cui il presidente del Consiglio Massimo D'Alema riferirà mercoledì prossimo alla Camera 'ade in un momento delicato per i IJs Mentre le altre forze politiche sono libere di reagire a quello che e successo senza condizionamenti (e infatti si stanno moltiplicando in questo ore le richieste di revi sionu degli accordi Nato), la Quercia si trova a disagio, stretta com'è tra l'esigenza di (lari; una risposta forte e la ne cessila di non incappare in un incidente diplomatico che pos sa coinvolgere D'Alema che si trova a Washington. Walter Veltroni non nasconde l'imbarazzo di Botteghe oscure (pian do spiega. «Visto che e in corso una visita di Stato negli lisa ini pare giusto aspettare 2-1 ore prima di affrontare hi questione». Ma il segretario I)s ricorda anche di «aver già parlato in tempi non sospetti» dell'opportunità di una rivisitazione dei palli internazionali Solo che adesso e meglio attendere che il presidente del Consiglio ri torni dal suo viaggio Proprio per questo unitivo, desta stu pure l'ai rivo nel primo pomeriggio, in sala stampa di Mimi lei ii.orio, del testo di un'Inter pellanza della Sinistra demo cralica, firmata dal capogrup pò Mussi, in cui si sollecita «la modifica del trattato di Londra, per quanto prevede in me i ito alla titolarità della giuri sdizione penale» e si sottolinea come sia «urgente rivedere il l'atto atlantico» La firma di Mussi da il crisma dell'ufficialità all'iniziativa. Poco dopo ecco giungere una precisazione non e vero che il capogruppo ha sottoscritto quell'interpellanza promossa dal deputato trentino Olivieri. Duella firma sostengono all'ufficio stampa del gruppo e stata inserita per un errore tecnico. Ma sarà veramente cosi? Oppure da Botteghe oscure e arrivato il consiglio di soprassedere, almeno per ora, e di aspot tare il rientro di D'Alema? Cosi, per il momento, runica iniziativa ufficiale dei Ds si concretizza in una proposta di legge per l'istituzione di una commissione d'inchiesta parlamentare sulla strage del Cermis. Tra le righe delle dichiarazioni rilasciate dagli esponenti della Quercia si legge la voglia di non limitarsi a questo passo e di andare oltre. Il sottosegretàrio agli Esteri Umberto Ranieri lo dice chiaramente: «E' necessaria - osserva il vice di Dini una riflessioni! sull'opportunità di una revisione ilei meccanismi che presiedono al funzionamento della basi Usa». E il coordinatore della segreteria della Quercia, Pietro Polena avverte: «La vicenda non può finire qui». Pure Mar co Minniti, braccio destro di D'Alema nel governo, lancia un segnale: «Noi - afferma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - dovremo ragionare con i nostri alleati perche coso di questo tipo, anche se non in maniera cosi drammatica, non ci siano più». Ovviamente, non e pensabile che il governo italiano, che in questi ultimi tempi, dopo lo «strappo» della guerra in Iraq o il «caso Ocalan», ha cercato in tutti i modi di ricucirò i rapporti con gli Usa, pensi di agire unilateralmente, facendo carta straccia degli accordi Nato. Ma anche un «filo-americano» come Gianfranco Fini, ammette che «una revisione bilaterale dei trattati sarebbe opportuna». Il presidente di An interviene noi dibattito per conto del «partito prò Usa», preoccupato per la «campagna antiamericana» di alcune forzo politiche. E alle sue parole si as¬ sociano altri esponenti del Polo, spinti dai medesimi timori: Pieri'erdinando Casini del Ccd e Beppe Pisano di Fi. Già, perché, il giorno dopo la proposta di Bertinotti di mettere subito in discussione la permanenza dello basi Usa in Italia, cossuttiani o verdi sono entrati in fibrillazione. Anche la sinistra di governo vuole dire la sua. Il portavoce del Sole che ride. Luigi Manconi, chiede di «rivedere gli accordi Nato». Il presidente del Pelei, Armando Cossutta, invita l'esecutivo ad «avviare un percorso rapido por l'eliminazione dello basi straniero in Italia, con la garanzia, da subito, che noi nostro Paese non resti alcun tipo di ordigno nucleare». E una palle della sinistra Ds sposa la linea dura in questa vicenda. Controcorrente, rispetto a tutto le dichiarazioni che straripano dallo agenzie di stampa, il ragionamento del forzitalisla Antonio Martino. «Anche a costo di apparire come una nota stonala rispetto al coro di accuso o critiche - afferma l'ex ministro degli I-Isteri del governo Berlusconi - dico che prima di giudicare bisogna capire il significato esatto della sentenza. Bicordo anche che pure i nostri soldati sono sottoposti alla giurisdizione italiana (piando operano all'osterò, esattamente corno gli statunitensi». Maria Teresa Meli Fini si dice preoccupato per la campagna antiamericana ma dice si a una revisione bilaterale Mussi firma un'interpellanza che chiede la modifica del trattato con gli alleati Cossutta invita l'esecutivo ad eliminare le basi straniere in Italia