«Capitano Ashby, il Cermis non fu colpa sua» di Andrea Di Robilant

«Capitano Ashby, il Cermis non fu colpa sua» Sgomento tra le famiglie delle 20 vittime della funivia abbattuta. La sentenza è inappellabile «Capitano Ashby, il Cermis non fu colpa sua» L'assoluzione della corte marziale Usa scatena la polemica WASHINGTON DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE «A questo punto il capitano Ashby è certamente libero di andarsene». Cosi, tra lo sgomento dei familiari delle vittime, venuti dall'Europa «nella speranza di avere giustizia», il tenente colonnello Robert Nunley, giudice della corte marziale alla base militare di Camp Lejeune (Carolina del Nord), ha annunciato l'assoluzione del principale imputato nel processo del Cermis. La sentenza della giuria a Camp Lejeune è inappellabile e arriva proprio alla vigilia dell'incontro tra Massimo D'Alema e Bill Clinton alla Casa Bianca ed è destinata a proiettare un'ombra spiacevole sui colloqui. Ma l'assoluzione del pilota ò venuta alla fine di una corte marziaU? formalmente ineccepibile, anche per le pressioni esercitate dal governo americano allineile fosse appunto «fatta giustizia». Il capitano Richard Ashby, 31 anni, era stato accusato di aver provocato la morte di 20 persone l'inverno scorso, quando il suo Prowler piombò nella valle del Cermis a gran velocità e a bassissima quota spezzando il cavo della funivia con un'ala dell'aereo. Il procuratore, il maggiore Daniel Dougherty, ha accusato il capitano Asliby di essersi comportato in modo spericolato, irresponsabile «e decisamente pericoloso». Non osservò i limiti di velocità e i limiti di quota in una valle molto popolata. «C'erano le strade, le macchine, le case, tutta quell'umanità, che il capitano Ashby decise di ignorare». Alla fine i capi d'accusa erano saliti a 24, tra cui l'omicidio colposo delle 20 vittime. E il pilota di Mission Viejo (California) rischiava una pena di 206 anni di carcere. Ma dopo aver deliberato per sette ore e mezzo la giuria ha dato ragione alla difesa, che nei giorni scorsi aveva illustrato i limiti delle responsabilità di Ashby nella tragedia del Cermis. Mappe antiquate, strumentazione di bordo difettosa, e indicazioni sbagliate da parte dei suoi superiori. Questa, in sintesi, la linea di difesa portala avanti dall'avvocato Frank Spinner. Ashby pensava che il limite di quota fosse di 1000 piedi mentre invece era di 2000. E comunque l'altimetro era rotto (su questo punto anche l'accusa era d'accordo). Sulle mappe di cui disponeva non era tracciata la funivia. La vide solo all'ultimo, mentre il suolo gli veniva incontro a velocità vertiginosa. «Non puoi evitare ciò che non puoi vedere», ha dichiarato l'avvocato Spinner in difesa del suo cliente. «Questa era una trappola. Un incidente che presto o tardi sarebbe successo». La gioia soffocata di Ashby e i suoi familiari (si sono riuniti in una sala a parte pei festeggiare l'assoluzione) ha latto da penoso contrappunto allo sgomento ilei familiari delle vittime. E soprattutto della mitrila delegazione tedesca (7 delle 20 vittime erano tede sche, tutte originane di un unico paesino). «Sono tutti in stato di choc», ha dichiarato per loro John Arthur Eaves, l'avvocato che sta cercando di ottenere per loro dal Congres so americano un'adeguata compensazione monetaria. «Lamentano il fatto che non seni bra esserci giustizia in questo mondo Se Ashby non è colpevoli' allora di ehi e la colpa?». Le famiglie tedesche, tra l'altro, si chiedo no come mai il Congresso americano abbia già versato all'Italia i soldi per la ricostruzione della funivia e per i danni al Comune di Cavalese, mentre loro non hanno ancora otte¬ nuto nulla. Nel (-orso di una conferenza stampa a tratti drammatica, uno dei famigliari delle vittime, Sindy Renkowitz, si è detta «scioccata»: «Non riuscirò mai a capire come l'uomo che ha ucciso 20 persone, tra cui mio padri? e mia sorella, è risultato non essere il colpevole. A volte penso che ì militari non possono giudicare altri militari • ha proseguito -. In Germania abbiamo un detto; "Un corvi) non può cavare gli occhi ad un altro corvo"». Nei prossimi giorni inizicrà il processo al navigatore del Prowler, Joseph Schweitzer. E' lui l'autore del filmato sulla prima parte del volo, lui e accusalo di aver occultino la videocassetta in seguito all'incidente. Ma, dopo il verdetto ili ieri, e probabile che anche lui venga assolto Andrea di Robilant

Luoghi citati: California, Camp Lejeune, Comune Di Cavalese, Europa, Germania, Italia, Usa, Washington