La rimonta del partito antiamericano

La rimonta del partito antiamericano Dopo il verdetto, grande imbarazzo nelle forze filo-Usa, dal Polo alla Quercia fino a Prodi La rimonta del partito antiamericano Rifondazione contro il premier, fa come Ponzio Pilato ROMA. Onesta volta l'intensità dell'indignazione «antiamericana» non si misura con j'.li aggettivi. l'or tutti i politici italiani la sentenza sulla stia ge del Cermis e «sconcertante», oppure «vergognosa», o ancora «sorprendente» Ma o ciò clic viene aggiunto subito dopo, nelle dichiarazioni, che la la differenza. Sono le frasi successive che creano la linea di demarcazione tra le diverse famiglie del «panno antiamericano», da una parte, e le forze «filo-Usa» (certo, questa volta in grande imbarazzo) dall'altra A questo secondo ceppo seiidìia appartenere ormai la Quercia, sebbene non sia in primissima fila, li dove sono personaggi come Dini e Cossiga. Walter Veltroni esprimi' «indignazione» e ritiene che «il governo italiano non possa esimei si dal tarsi carico, sotto il profilo umano, ìiinan/.iliit i o, di-I dramma delle famiglie delle vittimi;» Ma per un Veltroni che la un accenno alle responsabilità che l'esecutivo dovrà assumersi (pur non precisando (piali), c'è un Violante che afferma: «Non commento le sentenze clic non ho letto». Anche se poi inviera una lettera al sindaco di Cavillose, in cui osserva che l'accaduto «lascia sgomenti» Posizione difficile, quella della Quercia, Ianio più se si pensa chi; II'Aìeina oggi incontrerà Clinton. Al partito dei «filo america ni» Ò iscritto anche J'rodi, che por il suo commenta sceglie la sobrietà: «Sono molto addolorato», si limita dire il leader dei Democratici. Nelle stessi; file milita l-'orza Italia, il cui capogruppo alla Camera Beppe Pisanu osserva: «Prima di tare commenti affnittati e bene aspettare i chiarimenti che il presidente del Consiglio otterrà». Più sfumato, in questa ni i astone, il «filo-americanisino» di Pini, secondo il quale la sentenza «e molto grave». Il leader di Au sollecita D'Alema a esseri; «molto fermo nel chieden; all»; autorità stallini- tensi lo necessario spiegazioni». Certo, il partito «prò Usa» e stato mosso in difficoltà da questa vicenda, tant'è elio un suo esponente come' il ministro della Difesa Scognamiglio è costretto a dire che quello che ó successo «contraddice lo aspettative di coloro che credono india giustizia». Ben più agguerrito l'altro partito, quello contro gli Stati Uniti, dovi; Fausto Bertinotti o Armando Cossulta sembrano ingaggiare un duello etorno per dimostrare chi ha piti in odio la bandiera stelle e strisci;. Ma i din; si nutrono di un antiamericanismo molto diverso. Venato di sfumature «antiche» quello del presidente del Pdci, antiliberista e terzomondista quello del segretario di Rifondazione. Cossutta parte in svantaggio, perché ò nel governo, ma proprio per questo tonta di recuperare, mettendo in campo anche un ministro. Ossia il Guardasigilli Dilberto, che si dice «sconcertato» e spiega: «La coscienza democratica chiede che venga accertata la verità». E Cossutta sottolinea: «Quella sentenza è un sinistro benvenuto a D'Alema. E' una vergo¬ gna: non siamo una colonia statunitense». Ma Bertinotti, che non ha preoccupazioni di maggioranza o di esecutivo, va molto più in là e afferma: «Se ha soltanto un briciolo di dignità, il governo italiano dove immediatamente mettere in discussione j;li accordi sullo basi Usa in Italia». Insomma, via gli americani dal nostro Paese. Di più: il segretario Prc paragona «D'Alema a Ponzio Pilato». E il responsabile esteri di Rifondazione, Ramon Mantovani, spara contro due «filo-Usa» come Prodi e Andreatta. «La responsabilità di questa sentenza - osserva - e anche dell'allora presidente del Consiglio e dei suoi ministri che non chiesero agli americani di rinunciare alla giurisdizione». In prima fila, indio schieramento enti-stelle, anche i verdi. Ma il partito «Yankee go home» e suddiviso in varie famiglio che traggono origine da culture molto diverso. Non deve stupire quindi che, accanto a Bertinotti e Cossutta, finisca per trovarsi un personaggio come Rauti. Il suo nazionalismo e la sua storia politica lo fanno militare da quel- la parte della barricata. Il segretario nazionale del Movimento sociale Fiamma tricolore attacca l'America «che appare con il suo volto più odioso». Infine, la Lega. Già, perché da qualche tempo in qua non c'è giorno in cui Bossi non denunci complotti americani ai danni del Nord e del Carroccio. E ora il leghista Borghozio avverte che «in Padania le struttuu militari Nato potrebbero diventare oggetto di ben motivata contostazione». Maria Teresa Meli

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