Juve, mezzo sorriso

Juve, mezzo sorriso Champions League, andata dei quarti: i bianconeri battono di misura i greci mentre i nerazzurri affondano a Manchester Juve, mezzo sorriso Olympiakos, rigore beffa nel finale TORINO. L'ufficio m cui si complicano le cose semplici funziona benissimo, purtroppo per la Juve, che questa volta paga in maniera pesantissima l'unica distrazione difensiva contro l'Olympiakos, l'ultimo rigurgito dei tempi lippiani quand'era abitudine prendere gol nella maniera più stupida A tempo abbondantemente scaduto, anche oltre il recupero concesso da Garcia Alauda, su una palla disperala dei greci, Peruz/.i e i difensori sono andati in black-out, cosi che il portierone ha dovuto precipitarsi addosso ad Alexandria, entrato da poco, e abbatterlo Nmiadis, buttato pure lui allo sbaraglio nella ripresa, ha realizzato lai 52', nel cronometraggio ufficiale) il rigore che renderà un'impresa gigantesca cavarsela tra 15 giorni ad Atene. Il 2-1 e un vantaggio minimo, quasi inesistente, pensando alla bolgia greca. Eppure sembrava fatta, dopo il gol di Conte al 32' della ripresa, che aveva dato alla vittoria della Juve una dimensione più corrispondente al divano di palle gol i rispetto all'Olympiakos. Evidentemente ò destino di Ancelotti che in Champions League gli siano fatali gli ultimi minuti. L'anno scorso, due gol della Sparta Praga negli ultimi due minuti a Parma, l'avevano di fatto estromesso dalla Coppa; stava già assaporando la rivincita, il Carletto, al primo appuntamento europeo con la Juve. Dovrà patire ancora. Del resto, anche ieri, aveva cominciato in sofferenza. Meglio la Juve nel numero delle occasioni da gol, ma nella gestione del gioco l'Olympiakos le era stato superiore per tutto il primo tempo Con Karapialis più avanzalo di quanto ci si aspettasse, quasi una seconda punta vicino all'inconsistente Gogic, i leader del campionato greco si esibivano con geometrie precise e più vane dei bianconeri. La Juve iniziale era scialba: confermava in (loppa la fatica espressa in campionato, a conferma che non si muta la pelle soltanto cambiando la competizione, Molto raccolti tra centrocampo e difesa, abbastanza lunghi invece in attacco, i Carlett's Angels usavano una sola anna, il lancio dritto e centrale alla ricerca dello scatto di In/aghi, le rare volte che evitava il fuorigioco. Superpippo, al rietro dal primo minuto dopo la lunga sosta, trovava però tre palle buone nella morsa poco tagliente di Anatolakis e Karataidis lil capitano, che andava in bestia per certe furbizie inzaghiane mai recepite dall'arbitro). A11'8 su assist di Zidane di testa, al 9' e ancora al 15' su appoggio di (Ionie, il goleador juventino sprecava in; palloni davanti a Eleftheropoulos, con sbavature di tocco. Ma il peggio lo commetteva al 32', quando Fonseca si destava per la notte brava e, entrando in area, batteva in porta: sulla respinta corta del portiere, Inzaghi calciava a botta sicura ma addosso agli avversari in disperato recupero. Errori gravi, che Superpippo faceva scordare al 37', perché se le cosi; non sono difficili non gli piacciono: bello il cross di Davids dalla sinistra (finalmente un pas.sag.gio dal fondo, perché la Juve ne fa cosi pochi?), Inzaghi lo colpiva al volo in coordinazione perfetta. Era il gol che siglava il vantaggio bianconero, legittimo seppure i greci avessero giocato meglio, con la sfrontatezza di chi, conoscendo il valore della Juve attuale, si impone di lottare alla pari, o adesso o mai piii. La ma- novra dell'I llympiakos si perdeva sbattendo contro la retroguardia bianconera, che ha ritrovato compattezza e un Mirkovic sorprendenti!. Nella Juve, Zidane si perdeva in una posizione più arretrata del solito e mancava ariosità sulle fasce. Nella ripresa Ancelotti vi rimediava spedendo Zizoli sulla sinistra tome in anti¬ chi tempi lippiani, e già ai 3' arri vava sul piede del francese la palla del raddoppio il pallonetto sull'uscita del portiere finiva al to. Con il tempo l'Olympiakos si slabbrava, la Juve prendeva quota a centrocampo e a parte qualche incursione dello slavo Djordievic non rischiava niente AÌ 26 , anzi, Eleftheropoulos era bravo e fortunato a salvarsi dalla conclusione di Fonseca, dal colpo di testa di Conte e dalla conclusione ravvicinata di Inzaghi, in rapida successione. Mentre si imprecava per un vantaggio .incora ridicolo rispetto alle occasioni godute, Conte, capitano rigenerato, si infilava in area sull'assist di Zidane e realizzava il 2-0, spilla di sicurezza per un ritorno che ora, invece, dopo il rigore di Niniadis (primo gol subito dalla Juve ancelottianal, saia battaglia vera, grande e terribile Marco Ansaldo F77ÌTTT [4-4-2] [4-4-2] ElERHEROPOl AMANATIDIS iULiANO 5 ANATOlAKIS LJfilfc * j'A-i ih* jr UULub b, OESCHAMPS 6 5 j (28 i\ uici ; IN/Aurt! o,b 1 DJORDJEVIC FONSECA 6 KARAPIAUS 5 (37'slBmndeHi) sv 128' st Ataandnsi 6 GOGiC All ANCFlOTTI 6.5 | All BAjEVIC 6 Arbltro: „i'-. A AHAN0A6.5 Retl: p t 37' lnzao.lii. s t 33 Conte. 52' Nimad •iijeire Ammonltl: Mirkovic. ZWane Penu Spettatori: 3b mila circa Prodezza di Inzaghi poi raddoppia Conte ma in pieno recupero una distrazione regala il penalty che rende più difficile il ritorno Superpippo Inzaghi scatenato: una sua prodezza ha aperto le poi te al successo biancone» o sui greti ueii

Luoghi citati: Ahan0a6, Alexandria, Atene, Manchester, Parma, Praga, Torino