Patagonia, la Benetton tende la mano agli indios

Patagonia, la Benetton tende la mano agli indios AMERICA DEL SUD Soddisfatti i rappresentanti dei mapuche: è la prima volta che una multinazionale ascolta la voce del popolo indigeno Patagonia, la Benetton tende la mano agli indios L'azienda pagherà una tassa per impiantare un grande allevamento di pecore | TORINO. «11 22 febbraio ì rappresentanti della Benetton in Argentina hanno deciso di pagare le tasse alla comunità mapuche della Patagonia. Si chiude cosi, in modo positivo, un contenzioso di due anni. Non solo. Benetton oltre a riconoscere questo diritto al popolo indio ha aperto un dialogo che dovrebbe portare gli indios mapuche a partecipare al progetto». José Bautista Flores, 56 anni, leader delle Comunità indigene dell'America Latina, annuncia «il cambiamento delle relazioni con una grande multinazionale» nel un incontro organizzato dai Verdi del Piemonte per «sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di salvare la foresta amazzonica». Il contenzioso tra i Mapuche e Benetton inizia alcuni anni fa con la decisione del gruppo multinazionale italiano di acquistare da un latifondista 500 mila ettari di territorio in Patagonia e di impiantarci un allevamento di una razza di pecore da cui ricavare lana di fi¬ nissima qualità. I rappresentanti degli indios chiesero che la multinazionale pagasse le tasse non solo alla Provincia ma anche alla Comunità indigene. L'accordo è arrivato dieci giorni fa. Flores è soddisfatto: «E' la prima volta che una multinazionale ascolta la voce del popolo indigeno. Finalmente si può passare da un rapporto basato solo sullo sfruttamento delle condizioni di fame e povertà di quelle popolazioni al tentativo di capire la loro cultura e di avviare relazioni basate su un rapporto paritario». Flores è venuto in Italia anche per promuovere una «sensibilizzazione dei popoli occidentali contro la depredazione ambientale dell'Amazzonia», Spiega: «In questi giorni ricorre il decennale della scomparsa di Ciuco Mendez ucciso da squadroni dei latifondisti brasiliani. Il popolo indigeno è intenzionato a riprendere la sua lotta per salvare il polmone verde del pianeta», E Flores, discendente dei Maestri indigeni, e anche lui maestro, è qui per cercare la collaborazioni di enti locali e università per rafforzare le stilature e gli insegnamenti dell'Università indigena «Madre Tierra». Spiega: «Abbiamo bisogno di formare la nostra gente per tutelare la nostre conoscenze, soprattutto in campo medico. Siamo preoccupati della crisi economica del Brasile perché si rischia di consegnare alle multinazionali tutte le nostre eperienze». Il Maestro parla di «biopirateria», cioè di «medici delle univer¬ sità del Nord America che battono i nostri villaggi, raccolgono le co noscenze dei nostri medici, dei nostri anziani per poi brevettai le Conoscenze che noi abbiamo, i he sono gratis e che in un futuro dovremo pagare». Il primo appuntamento di questo tour italiano è stata Torino ma Flores è stato anche ospite dei Verdi europei a Parigi - dove il Maestro ha incontrato il sindaco, Valentino Castellani, la presidente della Provincia, Mercedes Presso, e il presidente del consiglio regionale, Sergio Deorsola, E qualcosa si è mosso Spiegano Pasquale Cavaliere, consigliere regionale, e Roberto Tricarico, portavoce cittadino: «Il sindaco, previa adesione dell'Università, ha spiegato che la città è pronta a favorire l'invio di docenti in Sud America e a finanziare borse di studio con soggiorni in Piemonte per gli studenti dell'Università Madre Tierra». Maurizio Tropeano Jose Bautista Flores 56 anni leader delle Comunità indigene dell'America Latina è stato anche ospite dei Verdi europei a Parigi