E' Kennedy jr il cicerone di D'Alema di Andrea Di Robilant

E' Kennedy jr il cicerone di D'Alema E' Kennedy jr il cicerone di D'Alema IT stato il figlio di Ted a ricevere il Presidente italiano nel tempio del «clan» o BOSTON GG1 Massimo D'Alema andrà a colazione alla Kennedy Library, il tempio dove sono custoditi tutti ì documenti del clan più Limoso della politica americana. E a lare gli onori di casa questa volta non sarà il vecchio Ted ma suo figlio Patrick, erede designato dm Kennedy e giovanissimo alfiere della nuova sinistra americana Non c'è inai nulla di casuale in questi eventi coreografici organizzali dai Kennedy. E la scelta di affidare a questo 31 enne dall'aria timida e i modi un po' godi la visita del premier italiano segna i suo modo un rapporti tra il la sinistra itapio' di anni che deputato del il 1988 all'età di passaggio noi clan Kennedy e liana. E' già da un Patrick, eletto Rhode Island ni appena 21 anni (non era ancora laurealo), coltiva un rapporto privilegiato con l'Italia. Oli italo-americani costituiscono una grossa fetta del suo elettorato. E pur non avendo una goccili di sangue italiano indie vene, e riuscito a l'arsi nominare membro onorario del sotto-gruppo italo-americano alla Cameni dei rappresentanti per seguire meglio gli interessi dei suoi elettori. L'anno scorso Oscar Luigi Scalfaro lo nomi no Grande ufficiale al Merito della Repubblica italiana. La cerimonia si svolse all'ambasciata italiana di Washington di fronte al senatore Ted Kennedy che, orgoglioso dei progressi del suo terzogenito, faceva battute di spirito sulle presunte origini italiane dei «Chennedini». Fino all'anno scorso era Walter Veltroni a curare i rapporti della sinistra italiana con il clan dei Kennedy - per affinità Patrick Kenne politica ma anche in virtù del suo attaccamento alla figura di Bob Kennedy e della sua amicizia personale con i figli. Ma i figli di Bob stanno lasciando la ribalta. Joe, il primogenito, ha abbandonato la politica per tornare a vita privata. Kerry vive di luce riflessa dopo aver sposato Andrew Cuomo. Bobby junior, su cui molti puntavano per la conquista nel 2000 del seggio senatoriale di New York che era stato di suo padre (1964-68), ha gettato la spugna prim'ancora di cominciare. E così è il piccolo Patrick, il cugino più giovane, che, spinto da suo padre Ted, va occupando sempre di più la scena politica. Nelle elezioni congressuali dello scorso novembre e stato rieletto deputato con una maggioranza quasi «bulgara» - il 70 per cento dei voti -, concinistando tutte e venti le città del suo distretto. In virtù del suo successo - e del nome che porta - il leader democratico della Camera Richard Gephardt, un alleato dei Kennedy, lo ha nominato presidente della potente commissione elettorale democratica, la quinta carica del partito alla Camera, facendogli bruciare le tappe della nomenklatura. L'ascesa di questo ragazzone lentigginoso e all'apparenza poco carismatico - e quasi incredibile come si trasforma quando arringa una folla o s'infervora alla Camera - è stata certamente facilitata. Ma l'apparenza inganna: quando D'Alema si recherà stamane al Kennedy Center avrà di fronte l'ultimo prodotto di una dura selezione naturale. Andrea di Robilant Patrick Kennedy

Luoghi citati: Boston, Italia, New York, Rhode Island, Washington