«Scelgo chi guarda al futuro» di Guido Tiberga

«Scelgo chi guarda al futuro» «Scelgo chi guarda al futuro» // viceministro: il referendum cambierà tutto e io sono liberale ROMA. «Dopo il referendum non avremo altro che l'asinelio e l'elefante. E io voglio stare sull'elefante: quello con la proboscide in su, che porta fortuna...». Diego Masi ha lasciato Massimo D'Alema e «Rosetta» Jervolino, cosi la chiama nella lettera di dimissioni, da poco più di un'ora. Una vecchia copertina dell'«Espresso» appesa alle sue spalle, con Mario Segni vestito da Superman, accentua l'effetto cartoon della metafora Eppure Masi è serissimo: «Sto dicendo che il referendum spazzerà via questo sistema ambiguo, meta modello americano e meta prima repubblica - spiega -. Avremo un partito democratico e un partito repubblicano, da una parte i socialdemocratici, dall'altra i libcraldcmocratici. Scenari nuovi. Alleanze nuove in cui ci si schiera per issucs, senza badare alle provenienze ideologiche. Un sistema verticale che diventa orizzontale. Le proposte che contano più degli schieramenti...». Onorevole Masi, lei parla del futuro, ma di fatto la maggioranza ha due voti in meno. E da subito... «Perche scusi7» Perché non ci sono solo le sue dimissioni dal governo. C'è pure il fatto che lei e il suo collega Bicocchi avete lasciato l'Udr. Che cos'è, una prima tappa verso il Polo? «Noi siamo stati eletti da questa parte, e non andiamo dall'altra. La nostra e una scelta politica, non vorrei che passasse per la versione indotta di un ribaltone». Quindi non lasciate la maggioranza? «Diciamo che saremo attenti. Voteremo di volta in volta sui provvedimenti». Pero quando arriverà 1' «Elefante» sarà impossibile difficile restare nell'alleanza. E' cosi? «In prospettiva si. Il Patto Segni lavora per aggregare l'area liberal democratica, alternativa alla sinistra. Quel giorno saremo all'oppo¬ sizione Q magari all'opposizione ci saranno loro, chissà...». Lei è tra i promotori dei «comitati liberaldemocratici per il Sì» insieme a uomini della destra come Ignazio La Russa. Quanto ha a che fare questa sua scelta con le sue dimissioni dal governo? «Io sono referendario e liberaldemocratico, non e un mistero per nessuno Sono convinto che la riforma elettorale promossa dal governo sia uno scippo contro il referendum, un tentativo di scippo almeno Non mi pareva serio che un sottosegretario di Stato facesse una battaglia contro il suo presidente del Consiglio. Me ne sono andato per questo: per coerenza...». La legge Amato-Villone è stata «adottata» dal governo più di due settimane fa. Perché non si è dimesso allora? «Perché la situazione e esplosa soltanto adesso, con il fallimento dell'Udì-, l'ultimo tentativo serio, ma orinai chiuso, di organizzare il centro Ormai quella zona è poggio dei Balcani, ci sono gli albanesi e i kossovari. Il centro, come ipotesi di schieramento, e morto per sempre Restano gli elettori, certo: e la battaglia per conquistarli sarà decisiva per vincere le prossime elezioni». Elezioni che la vedranno dalla parte del Polo. Giusto? «Non di "questo" Polo, ma del Polo del futuro. Vede, il mio ò un segnale, l'inizio di uno smottamento. La mela si sta spaccando, ecco la verità. E dopo il referendum sarà spaccata per sempre». Nel «Polo del futuro», come lo chiama lei, ci sarà spazio per altre realtà che oggi stanno con D'Alema? «Non ci sono dubbi» E' troppo chiedere i nomi? «I dimani, una parte dei popolari. Forse anche qualcuno dell'Udr, sia pure per ragioni meno nobili...». Guido Tiberga

Persone citate: Bicocchi, D'alema, Diego Masi, Ignazio La Russa, Jervolino, Mario Segni, Massimo D'alema

Luoghi citati: Roma