Il Patto Segni abbandona l' Udr di Mastella

Il Patto Segni abbandona l' Udr di Mastella Il Patto Segni abbandona l' Udr di Mastella E Romano Prodi risponde di no all'invito di Veltroni per unirsi ai socialisti europei Masi lascia il Viminale e progetta il polo liberaldemocratico KOMA. Diego Masi, fino u icn mattina sottosegretario di Rosa Russo Jorvolino al Viminali;, si è dimesso. La decisione, motivata 'oh la crisi dell'Udr, «progetto uncinano generoso intelligente per costruire un '.mitro riformatore alleato temporaneamente alla sinistra», si accompagna alla scelta del Patto Segni, che ha sciolto la propria alleanza con quello che resta del pad ito ili Mastella Lo stesso Masi e Giuseppe Biforcili hanno lasi iato il gruppo parlamentare dell'Udr, entrando nel Misto l pallisti hanno an nunciato «l'obiettivo ili contribuirò alla i ostruzione del "nuovo polo liberaldemocratico e riformatore", unificato, credibile nel¬ le battaglie e nella leadership, capace di lanciare la sfida europea al centro-sinistra». L'Udr, in serata, ha fatto sapere che "non rivendicherà)) la poltrona di Masi. Perii Centro, la svolta del l'atto 6 un nuovo scossune. Dopo l'apertura di Francesco Tossica a Forza Italia, «per un centro pio largo», confermata ieri non una lettera alla «'Stampa/». E anche dopo il «no grazie» che Romano Prodi ha detto ieri mattina a Walter Veltroni, che dal congresso milanese del l'se lo aveva invitato a schierare i suoi Democratici sul fronte dei socialisti europei: «La mia risposta - ha detto Prodi -, e identica a quella che diedi quando mi si chiese di entrare nel partito popolare. Il nostro futuro non e nella convergenza in un partito, ma nella ricerca di qualcosa di nuovo, per unire i riformisti. Mi fa piacere - ha aggiunto l'ex premier - che anche il congresso del Pse abbia portato avanti con molta energia questa esigenza di novità...». La replica non sembra deludere Veltroni: «E' una risposta interlocutoria - dice il leader dei ds -, e già questo e un fatto positivo. Poi e chiaro che Prodi si fa carico delle novità registrate tra i socialisti europei. Se c'è una tema via, questa sta nel l'se...». Le nuove, possibili posizioni sulla scacchiera delle alleanze preoccupano le diverse anime del centro. Per Dario Francescani, numero due del Ppi, l'offerta di Veltroni a Prodi «non stupisce affatto». I democratici, continua, «sono un'operazione che riguarda la sinistra. Prodi e Veltroni la pensano alla stessa maniera, e non ci sarebbe nulla di strano se il giorno dopo le Europee si ricomponessero in un unico soggetto politico». Sul molo di Berlusconi, dal fronte udierrino, è tornato invece Angelo Sanza: sono le scelte del Cavaliere, dice, a decidere se, dopo il referendum, «si andrà verso il bipolarismo europeo o verso il bipartitismo euro¬ peo». Berlusconi, spiega Sanza, «deve dichiarare la sua scelta di popolare europeo. Se non lo fa, a vincere saranno Prodi da una parte e l'abbinata Segni-Fini dall'altra. Se Berlusconi antepone l'alleanza con Fini, tutti i popolari, non trovando una "casa comune autonoma", andranno magari contro voglia a rafforzare Prodi...». La dimissioni di Masi e il progetto di Segni, intanto, sono salutati con favore nel Polo, da An al Ccd. Perplesso, per il momento, il commento di Forza Italia: «Esiste già un Polo liberaldemocratico ha detto il capognippo Beppe Pisanu -, Siamo noi». Ig. tib.l «Vogliamo un gruppo credibile e capace di lanciare la sfida per Strasburgo al centro-sinistra» .'ex Capo dello Stato Francesco Cossiga con il leader del Polo Silvio Berlusconi

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