Il «padre della patria» abbandona i kosovari

Il «padre della patria» abbandona i kosovari Demaqi lascia l'Uck. Bob Dole mediatore Usa Il «padre della patria» abbandona i kosovari ZAGABRIA Il senatore Bob DNOSTRO SERVIZIO «Il progetto di autonomia del Gruppo di contatto non porterà la liberta al popolo albanese del Kosovo e non lo libererà dalla schiavitù serba. Mi dimetto perché temo che la delegazione albanese stia per firmare un accordo che tradisce la storica aspirazione albanese alla liberta e alla indipendenza». Di fronte a decine di giornalisti convocali a Pristina, il leader politico dell'Uck, Adein Demaqi, ha annunciato ieri le sue dimissioni. Considerato il padre del movimento indipendentista kosovaro, Demaqi ha aggiunto di non credere che le truppe della Nato arriveranno mai nel Kosovo e che l'accordo possa proteggere la popolazione albanese. «Ci sono stati dei malintesi con alcuni gruppi all'interno dell'Uck che credono di capire meglio la situazione politica. Me ne vado perche non voglio essere di intralcio alla "soluzione" del problema kosovaro», ha terminato con una dose di cinismo il sessantatreenne leader, noto come il «Mandela albanese» per aver trascorso 2B anni nelle carceri jugoslave. L'abbandono della scena politica di Demaqi sarebbe in realtà stato deciso durante una riunione dei comandanti militari dell'Uck durante il fine settimana. Intransigente, nemico dei compromessi, Demaqi continuava infatti a rifiutare la proposta di pace di Rambouillet, mentre l'ala moderata dei guerriglieri era propensa a firmare. Al ritorno dalla Francia la delegazione dell'Uck ha corcato, e presumibilmente ottenuto, il sostegno del comando militare. Sconfessato, Demaqi si è ritirato dal gioco. Con grande sollievo dei mediatori occidentali che vedevano in lui l'ostacolo principale da parte albanese al processo di pace. Altro motivo di soddisfazione per la comunità internazionale è la nomina a premier di Hasim Thaqi, il ventinovenne capo della delegazione albanese nelle trattative in Francia. Membro dello stato maggiore del¬ ole 'Uck, capo dell'amministrazione politica dell'organizzazione, Thaqi sarà alla guida del governo provvisorio che avrà l'incarico di preparare le prossime elezioni parlamentari nel Kosovo. Il nuovo esecutivo è appoggiato dalle maggiori forze politiche albanesi, come la Lega democratica di Rugova e il movimento democratico unito di Oosje. Il giovane leader sarà probabilmente alla testa della delegazione dell'Uck che, su invito del Dipartimento di Stato, si recherà in visita ufficiale a Washington. Gli Stati Uniti hanno incaricato ne! frattempo l'ex senatore Bob Dole di recarsi a Pristina per incontrare i dirigenti albanesi, e forse anche il presidente Milosevic. Ma Belgrado ha condannato l'invito americano «ai terroristi» accusando gli Usa di essere complici del genocidio contro il popolo serbo. Milosevic ha riaffermato il suo rifiuto al dispiegamento delle truppe della Nato in territorio jugoslavo, dicendo ancora una volta «no» al presidente di turno dell'Osco, il ministro degli Esteri norvegese Knut Vollebaek, Malgrado le ripetute minacce americane di bombardamenti aerei, il presidente jugoslavo sa benissimo che gli alleati europei non appoggiano l'intervento militare contro la Serbia. Sfidando apertamente la comunità intemazionale ha riaminassato le sue truppe nel Kosovo per una nuova offensiva militare. L'artiglieria pesante serba ha attaccato anche ieri villaggi albanesi, al confine con la Macedonia, du cui sono scappati migliaia di profughi. Ancora una volta colonne di disperati, per lo più donne, vecchi e bambini, vagano per i boschi alla ricerca di un rifugio. Una settantina di carri armati e mezzi militari dell'esercito jugoslavo sono partiti da Kacanik, diretti verso il confine con la Macedonia. Le truppe di Belgrado hanno minato la principale via accesso tra questo Paese e il Kosovo per impedire alle forze terrestri della Nato di entrare nella regione. Ingrid Badurina Il senatore Bob Dole

Persone citate: Bob Dole, Hasim Thaqi, Ingrid Badurina, Knut Vollebaek, Milosevic, Rugova, Thaqi