Lo zio d'America che guida la Lituania di Jas Gawronski

Lo zio d'America che guida la Lituania PERSONAGGIO Lo zio d'America che guida la Lituania VALDAS Adanikus, dopo aver fatto la resistenza ai sovietici e ai nazisti, era partito dalla Lituania più di 50 anni fa in esilio versogli Stati Uniti con poche monete in tasca. Poi nel 1997 e tornato ed è slato eletto Presidente della Repubblica, il primo rifugiato politico dell'Europa dell'Est a diventare capo del suo Paese di orìgine. Ma non è il primo ad averci provato: nel 1992, in Jugoslavia, contro l'attuale presidente Milosevic si presentò un ricco in dustriale anche egli emigrato in America, Milan Panie: se avesse vinto lui forse i Balcani non vivrebbero la tragedia di oggi. Anche in Polonia uno sconosciuto e av.anturoso rcimmigrato dal Perù, Stanislaw Tyminski, fu sconfitto da Ledi Walesa solo al ballottaggio. Come centinaia di migliaia di altri esiliati lituani in America, Adanikus ha trascorso mezzo secolo nella speranza di poter tornare nel suo Paese liberalo. E in camapgna elettorale i suoi avversari l'hanno accusato di aver vissuto in un comodo esilio gli anni più duri della Lituania c quindi di non conoscerne la vera realtà. Ma lui ha trasformato quest'accusa nel vantaggio di chi si porta dietro l'esperienza di lavoro nell'amministrazione americana, dove ha fallo carriera nell'Agenzia per la proiezione dell'ambiente, diventandone il responsabile per la regione di Chicago, e gestendo un bilancio che era il doppio di quello della Lituania. E ora cerca di trasferire nella burocrazia lituana ancora «sovietizzata» un po' di efficienza americana. Ma cosa l'ha spinto a candidarsi? Seduto nel salotto deir«appartainento reale» di un grande albergo di Roma dove e venuto in visita ufficiale, Adanikus ricorda la prima volta che tornò in Lituania nel 1972: «Notai chela gente non sorrideva mai e sentii di aver un debito morale nei confronti del mio popolo. Oggi i lituani cominciano a crederi; che ci possa essere un cambiamento, un futuro diverso, e hanno fiducia in me. Sanno chi; non mi faro corrompere, che non ho scheletri nell'armadio, che vivendo all'estero non posso essermi compromesso con il regi me comunista, Sanno che qualcosa cambierà, anche se non subito». Per aiutarlo in quest'opera di trasformazione del Paesi; Adanikus ha chiesto l'aiuto di ex emigrati come lui, nominandoli ai posti chiave della Il presidente Val as Adanikus sua amministrazione, Tra questi anche un ex colonnello dell'esercito americano che ha combattuto per due anni nel Vietnam e che ora ha il compito di riorganizzare le forze annate lituane in vista di un'entrata del Paese nella Nato. C'è chi sostiene che, avendo vinto per poche migliaia di voti. Adanikus non abbia il diritto di «americanizzare» cosi il Paese. «Dovrebbero essere solo contenti», risponde il Presidenti!. «Ho ingaggiato persone che hanno diretto aziende con un giro d'affari di milioni di dollari, e in ogni caso sanno come gestire le cose. Poi alla Li tuania può far solo del bene un po' di senso pratico americano». Il suo obiettivo principale- e riancorare la Lituania all'Occidente, attraverso l'entrata prima nella Nato e poi nell'Unione europea, Ma per la Nato c'è l'ostacolo della Russia che paventa l'avvicinarsi dell'Alleanza atlantica ai suoi contini. «Ci sono dui' complessi psicologici che si sommano e ci danneggiano», spiega, «I russi hanno quello di una Nato sempre aggressiva e rivolta contro di loro. Ma poi ci sono i complessi di molli louders occidentali, soprattutto quelli di sinistra, complessi d'inferiorità nei confronti dell'ex Unione Sovietici che hanno poi trasferito alla Russia di oggi». Il rivale sconfitto da Adanikus nel ballottaggio era sostenuto dagli ex comunisti, e l'«americano» tanto più è apparso come portatore di valori anti comunisti. Cosa ne pensa ora di quel sistema? «E' stata la tragedia del XX secolo. La Lituania è stato il primo Paese dell'Est europeo a vedere gli ex comunisti tornare al poteri! in libere elezioni dopo il crollo de! muro di Berlino. Hanno saputo adattarsi alle nuove condizioni, sono riusciti addirittura ad approfittarne, perché avevano i legami j;iusti, le giuste conoscenze, e sono diventati più ricchi degli altri, E sono riusciti anche a far dimenticare il loro passato». Adanikus, prima di quella presidenziale, aveva partecipato ad una sola elezione, locale, a Chicago, perdendola per pochi voti. Ora i lituani hanno il loro «zio d'America». Pensano di realizzali! con il suo aiuto un «sojjno americano»? «Non credo», risponde il Presidente, «Sono diventati abbastanza realisti da non crederci». Jas Gawronski ski | Il presidente Valdas Adanikus

Persone citate: Milan Panie, Milosevic, Stanislaw Tyminski, Valdas Adanikus, Walesa