Colaninno ingrana la Tecnost di Valeria Sacchi

Colaninno ingrana la Tecnost I NOMI E GLI AFFARI Colaninno ingrana la Tecnost Roberto Colaninno, capo e azionista ili Olivetti, e sicuro di vincere la guerra dell'Opa. Peccato che il timoniere di Telecom, Fianco Bernabò, sia altrettanto convinto di riuscire u respingere l'attacco. Ma il punio e: ,i quale dei due condottieri presteranno orecchio il milione e mezzo di piccoli azionisti italiani e il 55% del capitali! che i! nelle mani dui grandi investitori di mezzo mondo? L'attaccante Colaninno non lui dubbi, porterà tutti lor signori dalla sua parte. A chi gli chiede se non sarebbe più semplice trasformare il tutto in Opa amichevole', risponde che «questa è già un'Opa amichevole», non u caso lui offre in cambio anche titoli Tecnost del cui futuro «valore aggiunto» sarà garante in prima persona, Il punto di vista e chiaro: «Insieme faremo scintille». Quanto all'ipotesi di una grande intesa non se ne parla nemmeno, nel mazzo lui «scomparirebbe». Il condottiero Franco Bernabò e a sua volta certo che gli azionisti sceglieranno il «suo» piano industriale per la Telecom del Duemila dicendo «no» all'Opa ostile. Ma infanto Ina comunque un dovere-: far salici! il valore della brilla preda. Nella sfida l'attaccante Colaninno si gioca la promozione a imprenditore con tripla A. Se vince, tutto il inondo sapra che il mantovano cresciuto alla scuola di Carlo Do Benedetti (ma non gli fa piacere sentirselo ricordare), ha superato il maestro. Per l'ex presidente Eni, enfant prodiga dell'industria di Stato, la posta non è meno alta. Sul tavolo c'è non solo la sfida di grande uomo di impresa in grado di resistere ad un feroce attacco, cosa che non capita a tutti, ma la sua stessa poltrona. Se Colaninno perde si può consolare con la piccola Olivetti, se Bernabò perde, perde anche il posto. Chi elei due porterà a casa il primo premio in seduzione? La risposta al «mercato». Con l'aiuto dei grandi consiglieri legali, lance e spade dei con (lattieri. Un fronte che in questa guerra vede amici storici su opposti; trincee. E' il caso di Guido Rossi, consigliere del principe Bernabò, e di Ariberto Mignoli, arruolato sotto gli stendardi di Colaninno, Insieme avevano portato al successo la prima Opa italiana ostile dell'era moderna, lanciata dal Credit di Lucio Ruminili sul Rolo. Nell'Opu Telecom si sono già scontrati in Consob, e il decano Mignoli ha vinto ai punti. Altri interrogativi stuzzicano l'immaginazione. Ad esempio: chi ha avuto per primo l'idea di scalare Telecom? Roberto Colaninno pensa di averla avuta lui, quando si i: accorto che con Olivetti non sarebbe andato lontano, e nel mondo delle tic planetarie non avrebbe contato un bel nulla. Leggendo però quanto dice Francesco Micheli le cose non sarebbero andate così. Sull'argomento, l'ex allievo della Monteclison di Eugenio Cefis ed ex scalatore della Bilnvest di Carlo Bonomi, racconta: «... solo in tempi successivi ò stata pensata questa operazione, approvata poi da Colaninno che se ne è innamorato)). Pensata da chi? Secondo molti tutto è nato tra Colaninno e Ruggero Magnoni, responsabile della corporate fìnance di Lehninns Brothers e figlio di Roberto, ex socio di Sindona. , L'rridea» non ò la sola primogenitura su cui in molti vorrebbero mettere le mani. Nerio Nesi rivendica di essere stato il primo dei nostri gover¬ nanti (anche se è solo un deputato cossuttiano) ad aver fiutato il pericolo e ad aver allertato chi di dovere. In questo caso l'Armando Cossutta in persona e il cossuttiano ministro della Giustizia Oliviero Diliberto, tirati giù dal letto a notte fondu. Tutto quello che seppe, prima di addormentarsi, iti che in sede di governo di quella sculata nessuno aveva «parlato», l'onore era salvo. Correva giovedì IH febbraio, a Nesi la pulce nell'orecchio l'aveva messa un «autorevolissimo banchiere», dopo aver visto che in Borsa erano stati scambiati due milioni di azioni Telecom. Dal che si deduce che il «consigliere economico» Nesi legge poco la stampa. Sulla ornale, da metà gennaio, si rincorrevano mille voci di raider all'attacco proprio su Telecom. E difatti il più attento Massimo D'Alema non ha esitato ad ammettere di aver chiesto lumi direttamente a Bernabò, avendo fiutato aria di scalata. Fiutato come? Strano ma vero: «Leggendo i giornali». Valeria Sacchi Guido Rossi