Zero-Zero Beppe e i treni colorati di Alessandro Perissinotto
Zero-Zero Beppe e i treni colorati Zero-Zero Beppe e i treni colorati QUANDO le sue missioni richiedono spostamenti impensabili per un Ciao Piaggio del 1969, Beppe Monticone prende il treno e tormenta gli impiegati della biglietteria chiedendo loro se davvero non esista più la possibilità di avere un biglietto di terza classe. Beppe ama i treni e la loro umiltà al cospetto dei pretenziosi aerei; eppure, da qualche tempo c'è qualcosa che gli rende sgradevole il viaggio in ferrovia: i graffiti. Quando qualche anno fa cominciarono a comparire le prime scritte con la vernice sulle fiancate dei vagoni, si pensò a un fenomeno facilmente arginabile; oggi invece non c'è vettura che non sia ricoperta di disegni e di frasi, più 0 meno oscene, in caratteri giganti. Non è che Zero-Zero-Beppe non ami la pop-art, ma prova un qualche imbarazzo ad affacciarsi a un finestrino incorniciato dalla rappresentazione di un enorme sedere. Il nostro eroe è arrivato a rimpiangere le vecchie carrozze grigie, color topo soffocato dallo smog. Certo, può essere simpatico veder giungere in stazione una locomotiva con un largo sorriso tra 1 respingenti e due splendidi occhioni blu, ma se si scopre che questi occhi sono verniciati sui parabrezza attraverso i quali i macchinisti dovrebbero guardare fuori si viene colti da ima qualche mquietudine. «Sono solo ragazzi che esprimono così il loro disagio», si è detto inizialmente Beppe, ma poi ha riflettuto e ha fatto un rapido calcolo: considerato il prezzo di una bomboletta spray, dipingere a dieci colori i 45 metri quadri della fiancata di un vagone viene a costare quanto una vacanza in Polinesia: per essere ragazzi hanno un bel po' di soldi. «Si impone un'indagine», ha pensato ZeroZero-Beppe, e per infiltrarsi egli ha vestito l'uniforme del giovane ribelle pieno di disagio: ha indossato un berrettino di lana calato fin sugli occhi, un maglione scuro che sarebbe stato ampio perfino per l'ex ministro Andreatta e un paio di pantaloni tanto larghi che avrebbe potuto infilarsi tutto in una gamba sola e usare l'altra come sciarpa. Così camuffato ha raggiunto furtivo i binari nei pressi di Porta Nuova dove un gruppo di persone, come lui vestite secondo la moda Giunge, ornava un treno con un motivo floreale a grandi foglie di marijuana. Una volta mescolatosi alla compagnia, Monticone ha intimato l'alt e, con sua grande sorpresa, i vandali, invece di fuggire o di reagire, si sono fermati e, togliendosi i cappelli di lana, hanno mostrato le loro chiome canute. «Siamo ferrovieri in pensione - hanno spiegato - e facciamo tutto ciò solo per salvare queste vetture dal triste destino di deragliamenti che le attende sulla rete ferroviaria. Così conciate, tutte colorate, con i numeri di serie nascosti sotto strati di vernice viola e rosa, queste carrozze verranno in breve dismesse e destinate ai parchi giochi: il peggio che potrà loro capitare sarà di essere usate come vagoncini per l'ottovolante gigante di Gardaland». Zero-Zero-Beppe ha riflettuto, poi ha preso una bomboletta per dare una mano agli altri e qualcuno giura di averlo visto rivolgersi amorevolmente alla vettura ferma sui binari e sussurrarle: «Su, coraggio, dopo essere passata sugli scambi di Roma Prenestina vedrai che le giravolte dell'ottovolante ti sembreranno una scampagnata, così la smetterai di invidiare le tue colleghe della Ciriè-Lanzo». Alessandro Perissinotto
Persone citate: Andreatta, Beppe Monticone, Monticone, Zero-zero Beppe
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