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33 COMMENTANDO per questo giornale la febbre crescente del gioco, avevo descritto la mia congenita impossibilità di scommettere alcunché, dovuta all'influenza esercitata su di me bambino da una nonna cbe, portandomi a fare erba per i conigli nelle nostre campagne, mi indicava una cascina molto più grande di quella dove stavamo dicendomi ogni volta: «La vedi quella? Sarebbe ancora nostra se mio padre non se la fosse giocata a carte». Una gentile lettrice che abita nel Canavese, la signora Rosina Forneris, mi ha scritto per parlarmi di una vicenda analoga capitata nella sua famiglia, così interessante da indurmi ad andarla a trovare. Ecco in breve una storia che, tradotta da un racconto a viva voce fatto in piemontese, perde un po' del colore ma non di interesse. E' la signora Rosina che parla: «Risalendo indietro nel tempo, il primo antenato che ho trovato è il padre di mio bisnonno, Ferdinando Actis Permetto, nato nel 1789 e morto nel 1864. Qui le vecchie famiglie si chiamano tutte Actis per via di un gruppo di soldati di ventura francesi che si fermarono da queste parti allo scoppio della pace di Cateau Cambrésis, nel 1559, perché il terreno era buono. Hanno sposato ragazze del posto e si sono chiamati tutti Actis, aggiungendo per distinguersi un altro cognome, come Caporale, Grosso, Dato, Permetti, ecc. Li figlio di Giovanbattista, mio bisnonno materno, quello che aveva il vizio del gioco, è nato nel 1841 ed è morto nel 1886, a 45 anni di età. Si chiamava Ferdinando. Si era sposato una prima volta, rimanendo presto vedovo; si è risposato con una che era a sua volta vedova e da lei ha avuto quattro figli, due maschi e due femmine. Giocando a carte nelle osterie del paese, si è mangiato tutto. Era un "tulipan" (dal Sant'Albino: "Dicesi tulipan per disprezzo a persona sciocca e inesperta. Vedi Codògn, midollonaccio, cuccolaccio, paolino, pollastrello"). Giocavano in un locale dove c'era un po' di tutto: il ciabattino, vendevano il sale, davano da bere. Alla padrona ha fatto pena vedere quest'uomo che, dopo aver perso la terra, si era giocato anche la casa e perciò ha mandato qualcuno ad avvisare la moglie. Mia bisnonna ha impugnato il coltello che serviva per ammazzare il maiale e si è precipitata sul posto. Minacciando il giocatore che aveva appena vinto a suo marito la casa gli ha detto: "Se non strappi subito questo pezzo di carta io ti sgozzo". Deve essere stata molto credibile perché l'avversario di mio bisnonno, che con molta probabilità era un baro, si è affrettato ad ubbidire distruggendo la prova della cessione della casa. Si è spaventa¬ to così tanto che è scappato in America e nessuno ha più saputo niente di lui. La Gronda Main, mia bisnonna Maria Actis Grandi, confermava la regola secondo la quale in Piemonte le donne sono, o almeno sono state un tempo, molto più forti e volitive dei loro uomini. Questa povera donna non si è accontentata di avere sventato il pericolo della perdita della casa; sapendo che il demone del gioco poteva in qualunque momento riprendere possesso di suo marito è andata dal parroco del paese che era in possesso di un bando per arruolare emigranti per andare a scavare il canale di Panama. E l'ha iscritto d'autorità. Mio bisnonno, volente o nolente, è partito ed è stato fra i 20.000 che sono morti a Panama per la febbre gialla. La bisnonna, rimasta vedova, e i suoi quattro figli, lavorando come muli, riuscirono a ricomprare parte della terra che il loro marito e padre aveva perso a poker. Dei due maschi, uno non si è sposato e l'altro, mio nonno, ha figliato come un coniglio». Anche la signora Rosina ha avuto una vita che merita di essere raccontata, se non altro per ri¬ cordare alle giovani generazioni quali sacrifici sono stati necessari per conquistare l'attuale benessere. Nata nel 1925 si è sposata il 16 aprile del 1945 (nove giorni prima della Liberazione!) con un operaio fonditore che, come lei, lavorava alla Westinghouse di Torino ed era partigiano nei Gap che salvarono i macchinari dalla distruzione programmata dai tedeschi. Nel 1958 tentò, con il marito e il figlio che era nato nel '51, la via dell'emigrazione. Andarono in Argentina, in un barrio della periferia di Buenos Aires che si chiama Villa Soldati e confina con le baraccopoli. Lì sorgeva una fonderia messa in piedi da suo suocero. Ma, a testimonianza del fatto che non tutte le storie di emigrazione sono storie di successo, rientrarono tre anni dopo in Italia. Cedettero la loro quota di proprietà della fonderia calcolandola in pesos e, mentre già erano sulla nave che li riportava in patria, l'avvento di Frondizi fece crollare il corso della moneta argentina e si ritrovarono con il classico pugno di mosche. Il marito riprese U lavoro alla Westinghouse; andato in pensione dopo 45 anni di fonderia, è poi morto di un tumore ai polmoni. Ora la signora Rosina Nicolotti Forneris è rimasta sola; forte, lucida, determinata come le donne che l'hanno preceduta nell'albero genealogico della sua famiglia, mette ordine fra vecchie carte e fotografie in bianco e nero che danno un senso a una esistenza che non è certo stata facile. Custode di una ricchezza di memorie che sarebbe foiba disperdere. Sono contento di averla conosciuta. Uòcvz ta creatività culinaria. £ una Vini prestigiosi ( oltre 400 etichette ) <Vla. San ^homaiUso, z£ CdUxl Uo. UtL 011 / 941.1S.64 sabato 2 7 domenica 28 ONOMASTICI Macario, Maria, Romano COMPLEANNI Alberto Cavalot già primario Luca Ferrerò magistrato Mario Gramaglie pittore Simona Benozzo attrice Rosa Dussi impiegata Eduardo Gallucci vicedir. Scuola Polizia munic. Luca Monasterolo geometra Emanuela Gaggia no imprenditrice Elisa Piloni batterista Giovanni Bevi/acqua pittore Miranda Appiano insegnante Giuseppe Torello studente Giuseppe Tua dirigente Gualtiero e Paola Binelio lunedi 1 ONOMASTICI Silvio, Ciriaco, Bertrando COMPLEANNI Ludovico Montella imprenditore Alberto Brignone presidente di banca Francesco Alasia già docente di lettere Liceo Sociale Mario Busso revisore dei conti Barbara Arena patrocinatore legale Luciano Cappellotto musicista Luciana Borghi docente a Lettere Alfredo Stucchi viceparroco a San Gioacchino Gianluca Muscatello impiegato Crt Teresa Zappa pensionata martedì 2 ONOMASTICI Basilea, Gavino, Eraclio, Agnese COMPLEANNI Emilia Bergoglio presidente Ordine Mauriziano Maurizio Rosso docente a Ingegneria Giacomo Rossi consigliere regionale Angelo Formica avvocato Bruno Martino industriale Ange/a Simonetti insegnante Ludovica Martello biologa Battista Saracco docente a Ingegneria Stefania Luongo studentessa Silvia Pillone studentessa Carlo Sturaro architetto Roberto Ferrerò architetto mercole ONOMASTICI Tiziano, Camilla, Innocenzo COMPLEANNI Nicola Edel pittore naturalista Peter Chandler docente a Lettere Andreina Bianco medaglia d'oro Pubblica Istruzione Ester Rossano impiegata Enrico Santoro pensionato Romano Campagnoli pittore Giovanni Donaìisio parroco a Mirafiori Sud Orlando Giulisano architetto Aleramo Opessi consulente editoriale Carlalberto Guglielminoni studente giovedì ONOMASTICI Casimiro, Lucio, Elpidio, Eusebio COMPLEANNI Umberto Tozzi cantante Livia Di Cagno docente a Medicina Ugo Pioli pensionato Paolo Garetta avvocato Gabriele Mana parroco a Orbassano Ferdinando Canavese primario al Regina Margherita Simonetta Aloisi insegnante Anna Ventura casalinga Diomede Turo scultore Alfio Burro decoratore Michele Ferrua avvocato Ciro Merli studente A cura di Silvia Francia Tel.656.S337 fax 656. S5T3 o lettera a TorìnoSelte 1: Marena) 32 Pubblicazione a discrezione raffinata xlac dì 5 xaa. 33
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