«ITALIA E COLONIE»

«ITALIA E COLONIE» LO DICO A TORINOSETTE «ITALIA E COLONIE» «Chi paga i rinfreschi?» «Evviva ilpiemontese» Africa • colonialismo La breve stagione del colonialismo italiano ha fatto forse meno danni di altre ben più efficaci imprese di conquista, non certo per via di un supposto spirito di integrazione con le società africane che andavamo - noi come tutti gli altri - a sottomettere con la violenza, né per via della «gelosia e dell'egoismo delle nazioni ricche». Le nostre disfatte militari non ci hanno impedito di tentare, nel nostro piccolo, un'impresa che violava macroscopicamente il diritto di autodeterminazione di ogni popolo, legittimandosi attraverso ideologie pseudoscientifiche sulla superiorità razziale delle nazioni civili e sulla loro missione civilizzatrice. Idea che ancor oggi purtroppo risuona tenacemente nel nostro immaginario e trapela tra le righe dell'articolo pubblicato su «TorinoSette» n. 525, attraversato da nostalgici accenni agli italiani «brava gente» che sarebbero ancora oggi ricordati in Somalia (sic!) e nel Fezzan per la loro capacità e intelligenza. A nostro parere, è proprio il perdurare di taLi stereotipi a impedire quella rilettura critica del fenomeno coloniale nel suo insieme così necessaria all'avvio di un dialogo paritetico con le centinaia di migliaia di africani i quali, anche per effetto dei cambiamenti drammatici innescati dal colonialismo, giungono oggi nella nostra città. Ed è precisamente di fronte alla persistenza di questo immaginario - oggi forse più paternalistico che imperialistico - che il Centro Piemontese di Studi Africani ha voluto quest'anno proporre una serie di iniziative (tra cui il ciclo di incontri che avrebbe dovuto aprirsi questo mercoledì con la conferenza di Bernardo Bernardi, purtroppo annullata per problemi di salute del relatore) improntate, appunto, a una riflessione critica a riguardo dell'atteggiamento predatorio e superficiale che fin dal periodo delle esplorazioni scientifiche caratterizzò il rapporto tra l'Italia e l'Africa, come ci ha mostrato Francesco Surdich nella sua lezione inaugurale e come suggerirà anche Claudio Cerreti ne Ha sua analisi della seconda spedizione Bottego (il 4 marzo). Ciò non significa che noi del Csa non ci auguriamo vivamente che in futuro i nostri rapporti con l'Africa possano essere improntati a più corretti presupposti; tuttavia ci pare che soltanto riflettendo apertamente su errori e responsabilità del passato si possano fare finalmente dei passi in avanti sulla via del dialogo. Cecilia Pennacini Comitato Scientifico Csa Abbasso i rinfreschi Che bello! «TorinoSette», se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: appuntamenti e commenti alle varie manifestazioni aiutano l'utente a parteciparvi, e se non possono ne sono a conoscenza. Che brutto! La gente, che in occasione delle varie inaugurazioni di mostre e affini, si precipita, fa la coda anche in condizioni disagiate, corre, ci va soprattutto per il rinfresco. Proposta: alleggerire o posticipare ad altra data, anche per tener viva la notizia, il rinfre^ sco stesso. Lettera firmata, Torino P.S. Chi ha pagato il sontuoso rinfresco proposto per l'inaugurazione della mostra di Gazzera? La Regione Piemonte? Piemontese, spazio fisso Desidero complimentarmi con Voi per gli articoli in lingua piemontese sulle pagine di «Torinosette». Spero che non si tratti solo di fatti episodici e anzi, unendomi alla richiesta già espressa da altri lettori, confido che in un prossimo futuro la lingua e la cultura piemontese possano avere uno spazio fisso sul Vostro giornale. Lettera firmata, Chieri Anche le canzoni Vi chiedo un favore. Ci sono tante canzoni piemontesi che nessuno conosce. Si potrebbero avere i testi delle canzoni più vecchie sul vostro settimanale? Vincenzina Coppo, Torino Lettere a «Lo dico a TorinoSette» via Marenco 32,10126 Torino oppure fax 011.663.90.36

Persone citate: Bernardo Bernardi, Bottego, Cecilia Pennacini, Claudio Cerreti, Francesco Surdich, Gazzera

Luoghi citati: Africa, Chieri, Italia, Piemonte, Somalia, Torino