I classici

I classici LO SCAFFALE I classici di Alessandro Fo CATULLO I CARMI Catullo a cura di Luciano Paolicchi introduzione di Paolo Fedeli Salerno Editrice «I Diamanti» 1998 pp. 826, L.38.000 CATULLO Uno splendido compagno di viaggio tascabile SI sa che di Catullo ci sono quasi tante edizioni quante case editrici. Però vi sono molte ragioni per arricchire la propria biblioteca con questo lepidus novus libellus. Il minuscolo formato, più che tascabile «pugillare», dei «Diamanti» Salerno è già di per sé una comodità, perché Catullo è anche comunque e sempre uno splendido compagno di viaggio. Ogni carme è corredato da specifica introduzione e da note: brevi ed essenziali, ma precise e bibliograficamente assai aggiornate. Cosa che si riflette sulla traduzione, forte del pregio di una precisa attendibilità. Secondo me, è ormai necessario ripensare una traduzione di Catullo secondo coordinate artistiche, che, misurandosi con specifici problemi tecnici (e innanzitutto il metro), ambiscano a restituire con efficace immediatezza, ma fuori di pedanteria, anche un po' della dimensione formalmente preziosa del grandissimo poeta. Oggi ci si tende a limitare a una sorta di prosa d'arte risolta soprattutto nella ricerca del vocabolo suggestivo; in quest'area la traduzione di Paolicchi, estesa in appendice ai carmi di Saffo e Callimaco rielaborati da Catullo (51 e 66), è fra le migliori. ENEIDE Virgilio traduzione di Mario Ramous introduzione di Gian Biagio Conte commento di Gianluigi Baldo Marsilio pp. 808, L 60.000 Testo o fronte VIRGILIO L'esametro epico dell'Eneide «incatenato» da Ramous RICORDAVO per Catullo l'esigenza di un ritomo, nella traduzione, a un sistema formale «chiuso». L'esperimento è stato di recente condotto su Ovidio: da Gabriella Leto per le opere erotiche edite da Einaudi col titolo Versi e precetti d'amore (1998; endecasillabo e settenario per gli esametri, doppio settenario per i pentametri) e da Mario Ramous per le Metamorfosi (Garzanti, 1992). Ramous rinnova il suo approccio con l'esametro epico affrontando ora l'Eneide: e sceglie «catene metriche», in cui «è quasi sempre presente l'andamento ritmico dell'endecasillabo», che approdano a una estensione variabile, parallela a quella dell'esametro latino (p. 63). Questo impegnativo cimento è il suo principale contributo a Virgilio e produce un dettato chiaro, lineare, solenne sul piano espressivo. Il Commento di G. Baldo è costituito da attente presentazioni globali dei singoli libri, con l'arricchimento di una densa nota bibliografica. Nell'introduzione, G. B. Conte segnala come il costante ricondursi di Virgilio ad Omero sia teso ad aggiornare la sensibilità secondo le istanze della sua «imperfezione moderna», materiata di «soggettività patetica». DELLA MAGIA Apuleio a cura di Concetto Marchesi introduzione di Federico Roncoroni Garzanti 1998. pp. 174 L 18.000 Testo a fronte APULEIO La celebre orazione contro l'accusa di magia Et attorno al 158 d. C. che a Sàbrata, nella provincia d'Africa, troviamo un estroso filosofo sulla trentina, di bell'aspetto e viva intelligenza, impegnato a difendersi in un processo per magia. Si tratta di Apuleio, il celebre autore delle Metamorfosi (o L'asino d'oro). Forte del suo prestigio di brillante filosofo e conferenziere itinerante, giunse ad Oea, l'odierna Tripoli e vi incontrò un vecchio compagno di studi, che lo copri di attenzioni, insistendo perché fosse proprio lui a sposare sua madre Pudentilla. In seguito a una losca trama di intrighi, finì per essere accusato dai nuovi parenti di aver circuito la vecchia vedova con l'ausilio di arti magiche. L'Apologia, nota anche come De magia e riproposta ora nella storica traduzione di Concetto Marchesi, è - probabilmente ritoccata per la pubblicazione - l'orazione di autodifesa che Apuleio pronunciò in quell'occasione. Il breve testo, nella sua sottile e giocosa ironia, è così brillante e avvincente da essere infine approdato anche sulle scene: Francesco Della Corte ne ha tratto una riduzione teatrale, fVocesso per magia, più volte rappresentata da un attore nato classico come Giovampietro. CONTRO I PAGANI Carmen cod. Paris, lat. 8084 introduzione, testo critico, traduzione e commento di Aldo Bartalucci Pisa Edizioni ETS pp. 170. L 22.000 ef ANONIMO Contro un enigmatico pagano «vicario del demonio» GLI appassionati di «giallo storico» si affiancheranno volentieri a quelli di filologia e di storia della cultura tardoantica nel trarre profitto da un breve componimento polemico di fine IV - inizi V secolo, suggestivo quanto fittamente fasciato di mistero. E' il cosiddetto Carmen contro paganos, un centinaio di esametri in cui un'anonima voce di ambiente romano si scaglia con virulenza contro un enigmatico autorevole personaggio pagano, cui nulla è valsa l'iniziazione ai più svariati culti, da quelli di Giove Laziare al m'itraismo, ai misteri delle divinità egizie Iside, Osiride, Anubis: minato da idropisia, è infine defunto, sprofondando - sostiene l'autore nel Tartaro. Natura, intenti e individuazione del bersaglio polemico del carme restano nell'incertezza. Il ricco dossier sulla questione si trova ora agevolmente disponibile nell'accurata edizione critica della Ets, giunta al quarto titolo (gli altri presentano carmi di Gregorio Nazianzeno). Bartalucci inclina a ritenere (pp. 35 e 46) che l'acre poemetto sia un'esercitazione declamatoria di scuola; e che colpisca un «tipo "metafisico" di ottimate pagano» perfetto «vicario del demonio». GRAFFITI LATINI Rizzoli pp. 304, L 15.000. Testo latino a fronte EROTICA POMPEIANA L'Erma di Bretschneider pp. 194, L 60.000 (tel.0616874129) GRAFFITI Le antiche scritte murarie tra amore, amplessi e politica LA Bur propone la ristampa della raccolta antologica di Graffiti latini curata nel '91 da Luca Canali e Guglielmo Cavallo per Bompiani. Delle antiche scritte murarie, si presentano qui non solo testo e traduzione, ma in vari casi anche la riproduzione grafica, sfruttando gli spazi bianchi delle pagine come fossero autentiche pareti. Il materiale è ordinato in quattro sezioni: Graffiti «colti»; Amor sacro e profano, arai osceno; Quotidianità e beffe; Politica e ludi circensi. Accanto a frasette gentili, come «La fontanella / saluta tanto il suo pesciolino», stanno pronunciamenti politici, che inducono a commentare «Mi meraviglio, o muro, che tu non sia crollato in rovina, / tu che sostieni il peso di tanti slogan elettorali». Ma soprattutto spuntano grevi aggressioni verbali, monumenti del turpiloquio o della provocazione parietale, trionfanti memorie di scorribande erotiche, amplessi e record mondiali del meretricio antico (fenomeni su cui schiude ampio orizzonte un altro bel libro: Erotica Pompeiana). Che dire? Anche per questo rispetto «Rimproverare gli amanti è come legare l'aria / e impedire che sempre corrano le acque di fonte» (p. 29). i

Luoghi citati: Africa, Catullo, Oea, Pisa, Pompeiana, Salerno, Tripoli