MARIAS, ESILIO DALL'INFINITO di Glauco Felici
MARIAS, ESILIO DALL'INFINITO MARIAS, ESILIO DALL'INFINITO « Tutte le anime»: turbamento a Oxford UTTE le anime», il romanzo del grande scrittore spagnolo Javier Marias, appena uscito presso Einaudi (trad. di Glauco Felici), contrariamente a quasi tutte le sue opere (e, in particolare, le più celebri, Un cuore cosi bianco e Domani nella battaglia pensa a me), non ha un titolo shakespeariano. Tutte le anime è, in realtà, la traduzione pregna di significato di Ali Souls, nome di uno dei più famosi college di Oxford: lì Javier Marias, molto giovane, aveva Oxford: lì Javier Marias, molto giovane, aveva trascorso un paio di anni come docente di letteratura spagnola. Tutte le anime fu scritto nel 1989, dopo lunghi soggiorni in Inghilterra e anche a Venezia, e si situa dunque all'inizio dell'ascesa narrativa di Marias, a ridosso del romanzo El hombre sentimental e alcuni racconti. Tutte le anime, però, non è né un romanzo antico né un romanzo di formazione. Appartiene invece alla categoria assai particolare dei romanzi universitari. I romanzi universitari sono di rado innocenti, specie se trattano di ambienti anglosassoni (e, di questo fatto, chi scrive qualche cognizione ce l'ha), perché, proprio nell'atmosfera rarefatta dei colle prio nellatmosfera rarefatta dei colleges inglesi o delle graduate schools americane, sembrano condensarsi comportamenti così strani da trasformarsi in leggenda assai prima della scomparsa dei protagonisti. Assai prima che i protagonisti diventino «anime». E' la stessa atmosfera universitaria anglosassone, rappresentando sempre, come dice bene Marias, «un esilio dall'infinito», a dar luogo a comportamenti assoluti. Questi comportamenti risalgono forse a radici e tempi remoti, certo è che, pressoché dissociati dalle persone, e, in certo senso, senza responsabilità, di chi li osserva e descrive, assumono una vita propria. Prolungandosi nel tempo. - Tutto questo, Marias lo aveva intuito e anche lasciato capire in Tutte le anime. In quelle pagine c'erano, infatti, le figure silenziose e enigmatiche dei proprietari della libreria antiquaria dove non entra mai nessuno e si fa sempre la stessa domanda, del misterioso personaggio accompagnato da un cane che ha solo tre zampe per avere difeso il padrone in una rissa imprecisata, c'era lo sguardo limpido e rispettoso del portiere dell'Institurio Tayloriana il quale, avendo perduto qualsiasi nozione del presente, immagina ogni giorno di vivere in un giorno, ben definito, di un passato remoto. C'erano professori che lasciavano appena intuire, con enigmatiche allusioni, di avere avuto un passato, non tanto remoto, di spia, oppure di essere prossimi a morire. Oppure di essere eredi di un regno leggendario. C'era perfino la storia (bellissima) di un adulterio tra il protagonista e una donna: tutta inventata, ma già prefigurazione delle eroine di Marias, sempre sulla soglia del mistero. Ma c'era, soprattutto, un potente «sforzo di memoria e di scrittura». Nato dalla convinzione (sono queste le parole di Marias) che «il soggiorno di Oxford sarebbe stato di sicuro, quando fosse terminato, la storia di un "turbamento" destinato a dissiparsi e a rimanere dimenticato come ciò che raccontano i romanzi o come quasi tutti i so¬ gni». Ebbene, per non perdere questa «storia di un turbamento», e soprattutto per trovare «il rovescio del tempo, la sua nera schiena» di cui già aveva parlato in Tutte le anime, Marias ha pubblicato del 1998 un altro libro. Si intitola Negra espalda del tiempo (Alfaguara) e il riferimento del titolo è tornato a essere shakespeariano. Poiché la pubblicazione è già annunciata come prossima ventura presso Einaudi (e, speriamo, sempre nella bella versione di Glauco Felici), non vogliamo davvero anticiparne l'impatto. Diciamo soltanto che Negra espalda del tiempo rappresenta l'invasione, nella vita dell'autore, dei personaggi di Tutte le anime. Oppure, si potrebbe dire, la beffa e prolungamento di quello che era stato letto freneticamente a Oxford come un roman à clef. Oppure la dimostrazione che il romanzo à clef in realtà non esiste, per la semplice ragione che la chiave sta soltanto nella mente dell'autore. Negra espalda del tiempo che la critica, abbastanza cauta, ha definito prodotto «paraletterario», rappresenta anche un excursus, giocoso e struggente insieme, sulla parola, sulla memoria, e, come sempre accade nell'opera di Marias, sulla vita e sulla morte. Soprattutto, è un manifesto sulla libertà della creazione letteraria, affermata e creata fin dal paragrafo iniziale del Quijote: «In un borgo della Mancha, il cui nome non mi viene in mente...». Angela Bianchini L'atmosfera universitaria dà luogo a comportamenti assoluti: chi lascia, intendere un passato di spia, chi si dice erede di un regno leggendario TUTTE LE ANIME Javier Marias Einaudi pp. 222 L. 28.000
Luoghi citati: Inghilterra, Oxford, Venezia
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