In Borsa la febbre delle Opa

In Borsa la febbre delle Opa Nella battaglia Olivetti-Telecom le nuove norme del Testo unico hanno cambiato le regole del gioco In Borsa la febbre delle Opa Piazza Affari apre la caccia alle «scalabili» MILANO. La vicenda Olivetti-Telecom ha galvanizzato la settimana borsistica e Piazza Affari si è messa a funzionare al massimo dei giri, concludendo su basi positive in un tourbillon di scambi. L'indice Mibtel ha registrato così un rialzo dell'I,88% (a 23.999 punti), mentre il Mib30 è salito dell'1,95% (a quota 35.055). Ma a impressionare più di tutto è l'accelerata subita dalle contrattazioni, che hanno toccato lunedì il massimo assoluto, oltre i 7000 miliardi di controvalore, e nella media settimanale sono state pari a 5400 miliardi di lire (nell'ottava precedente la media non era andata oltre i 3550 miliardi di lire). I riflettori sono stati puntati ovviamente sui protagonisti e l'interesse del mercato è stato galvanizzato da tutti i tittoli coinvolti nella vicenda. Lo dimostrano anche i quantitativi scambiati: in cinque sedute sono passate di mano 455,2 milioni di Olivetti (il 15,8% del capitale), 415,9 milioni di Telecom (il 7,9% del capitale) e 185,8 milioni di Tim (il 2,79% del capitale). Ma la storia è solo agli inizi e altre puntate si annunciano, non meno appassionanti, come in una telenovela dove i colpi di scena si susseguono ai colpi di scena. Gli operatori lo sanno, e aspettano. Ma c'è dell'altro. L'annuncio del più grande takeover nella storia del mercato finanziario italiano (e per di più un takeover ostile) ha prodotto effetti imprevisti in Piazza Affari, che ha mostrato una generale euforia per il salto di qualità. La Borsa era sì cresciuta per dimensioni negli ultimi anni, ma sembrava quasi confinata a vivacchiare all'ombra delle altre piazze maggiori. E non è un caso se per qualche seduta gli operatori hanno quasi trascurato quello che accadeva nel resto del mondo e in particolare a Wall Street; elementi che comunque non si possono ignorare a lungo, tanto che l'andamento del Ny«5e (declinante), e dell'economia Jsa (brillante), hanno poi avuto il lo; o effetto negativo. Insomma, il tentativo deU'Olivetti (alla cui Opa sulla Telecom è arrivato ieri il «via Ubera» della Consob) ha provocato in Piazza Affari una 'febbre da scalata', ha mosso le acque, ha scatenato i raider (veri o presunti) portandoli alla ricerca di tutti quei titoli potenzialmente scalabili. Il gioco ha finito per provocare un rialzo dell'I 1,52% per Ina e del 6,29 per cento per Compart, due soggetti considerati «a rischio». Anche la stessa Generali è salita del 4,94 per cento, mentre la crescita di Pirelli è stata del +3,20 per cento. Non sono che esempi, se pure significativi. Nell'elenco delle società controllate con quote inferiori al 35 per cento del capitale (come si vede chiaramente nella tabella pubblicata a fianco) e di conseguenza più facilmente assaltabili i nomi sono molti, compreso quella della stessa Olivetti, che da scalatrice potrebbe diventare preda. La lista si allunga poi se consideriamo le società governate con quote di controllo che non superano il 45%. Sarebbero allora ipoteticamente scalabili anche titoli come Eni, Montediso, Marzotto, Gemina, Unicredito, Fiat, Burgo, Hdp. Potremmo quindi trovarci di fronte ad un fenomeno che sconquasserebbe Piazza Affari. E non sarebbero al riparo da possibili takeover neppure neppure società governate con quote di controllo superiori al 50%, quando a tenerle insieme sono patti parasociali. Fantafinanza? Assolutamente no. La loro vulnerabilità deriva da Testo Unico delle norme in materia di intermediazione finanziaria entrato in vigore nel luglio del '98. Quelle norme (volute da Ciampi e messe a punto da Draghi) stabiliscono due cose: le società soggette a Opa sono immobilizzate e non possono organizzare contromosse; gli aderenti a patti di sindacato di una società «aggredita», possono recedere dai patti parasociali, e senza neppure preavviso. Conclusione. Di fronte a una guerra dichiarata nessuno è più al riparo, neppure i colossi. La parola adesso passa al mercato. Francesco Bullo {Lo società scalabili e il loro prezzo) ! SOCIETÀ' ENI COSTO SCALATE (in miliardi) QUOTE CAPITALE NON FLOTTANTE {%) 39,95 VARIAZ. MVW al 24/12/9? «5,16 : GENERAL! 00.900 21,20 3,88 UNICREDITO 91.150 41,26 -7,09 SAN PAOLO 48300/ COMIT 23300 22,12 1,05 HAT 23300 4235 -737 OLIVETTI 19300 10,10 -137 SNA 10300 2730 -0,02 BANCA ROMA 19300 40,10 -4,92 BNL 12.700 2637 434 MONTEDISON 10.150 3637 -1037 ITALGAS 7450 5133 535 COMPART 3050 4132 -931 HDP 3700 43,12 -939 SNIA 2040 2634 -433 FALCK 1080 0633 331 BURGO 1470 42,77 -3,92 MARZOTTO 1100 37,99 -1339 IMPREGILO 960 3530 -1,89 PREMAFIN 713 GEMINA 880 4934 -1336 STEFANEL 330 4634 -14,93 FINPART 170 3630 -18,20

Persone citate: Ciampi, Francesco Bullo, Marzotto

Luoghi citati: Milano, San Paolo