Sulla moda il «ciclone Arnault» di Ugo Bertone

Sulla moda il «ciclone Arnault» Da oggi Milano torna capitale mondiale. Il «made in Italy» fa i conti Sulla moda il «ciclone Arnault» Versace: siamo forti, ma il '99 è tremendo MILANO. «Nazionalista? Io sono diventato sciovinista in Francia, a vedere che orgoglio hanno loro per certi beni nazionali. Non c'è dubbio: oggi Milano è al vertice mondiale. Se qualcosa cambia, rischieremo tutti...». Santo Versace, presidente della Camera italiana della moda. Leader di una «griffe» di notorietà mondiale, ma anche il primo a lanciare il progetto di un polo italiano del lusso. Nessuno, per la verità, ha accolto la sua proposta: poi è arrivato il ciclone Arnault su Gucci, Armarli. Magar, Ferré. La scalata a Telecom ha spostato, per un po', i riflettori dall'assalto straniero al «made in Italy». Ma da oggi, a Milano, in occasione delle sfilate calano «i barbari», ben decisi a capire se la capitale della moda è in vendita. Ed è in vendita? «Non esageriamo. Sono scalabili le public companies, a partire da Gucci». Anche perché Arnault sembra più svelto della concorrenza... «Non lo so. Se parla di Hdp, devo dire che Maurizio Romiti aveva aperto un certo discorso. Per quel che ho capito, però, ha preferito, e son d'accordo con lui, evitare un matrimonio che non fosse gradito ad entrambi». Il risultato è che Lvmh sembra poter approfittare dei problemi dei creatori italiani e delle loro debolezze organizzative. 0 no? «E' vero. Tra i francesi e noi c'è un abisso, sul piano storico. Sa quando è nata Baccarat? Nel 1764. Passiamo alla moda? Louis Vuitton è del 1852, Hermes del 1837. E non sono esempi a caso». Ovvero? «E' possibile che un'azienda, tipo Hermes, vada avanti con il modello familiare. Ed è giusto così. Oppure, può capitare che un'altra impresa., per le ragioni più varie, abbia la necessità di salvaguardare il marchio anche in presenza di crisi societaria o di conflitti legati al passaggio di generazioni. Chiaro?» Chiaro. Ciò che non si capisce è quale modello proporre per il made in Italy... «Ma non esiste un modello unico. Quel che conta è la capacità di attivare, sul piano del marketing, della finanza, del diritto successorio, un sistema capace di dare risposta a ciò che le aziende chiedono». Non una via, ma molte vie: è così? «Certo: offriamo soluzioni per tutti. Chi può andare in Borsa, chi può stabilire alleanze, chi, di fronte al degrado di una realtà produttiva, ha necessità di salva¬ guardare un marchio. L'Italia è fatta di mille esperienze...» La più bella? «In questi anni è Luxottica la vera multinazionale italiana del lusso. E mi auguro che compri Ray-Ban». Eppure guarda con sospetto ad Arnault che avanza in Italia. Vero? «Senta, non ho nulla contro Arnault. E so benissinmo che stiamo in Europa. Ma non dimentichiamo che Milano è la capitale mondiale della moda. E lo è perché esistono gli stilisti, ma anche perché, attorno a noi, ci sono Como, Biella, Prato. Ma davvero credete che tutto questo resterà se il quartiere generale si sposterà dai Navigli?» Occorrono merchant banks, una Borsa più efficiente. 0 no? «La Borsa, in questi anni, è cresciuta assai. E chi se la sarebbe aspettata, solo pochi mesi fa, un'opa su Telecom? E' un merca¬ to più vivace, trasparente. Le perplessità su Piazza Affari, ormai, sono ingiustificate». Anche la Versace sta per arrivare al listino? «Purtroppo dobbiamo aspettare. Eravamo quasi pronti, ma la tragica fine di Gianni ci ha spiazzati. Non solo sul piano finanziario o fiscale, ma anche per i problemi psicologici che ci ha causato. Siamo decisi a trasformarci in una società quotata. Ma ci vorrà tempo, diciamo tre anni». E il mercato? Davvero la congiuntura è così difficile? «Guardi, nel primo bimestre '99 l'alimentare registra un calo dei consumi del 5%. I migliori perdono il 3%, altri l'8%. Si figuri come va nel tessile». Anno difficile, insomma... «Anno durissimo. Noi lo affrontiamo sereni, per carità, ma è inutile farsi illusioni. Tira solo l'America, per il Far East occorrerà attendere almeno il secondo semestre del Duemila per parlare di ripresa. Anche per questo, mi creda, è l'ora di pensare ai vantaggi della bandiera». Ugo Bertone I SIGNORI DELLA MODA GUCCI ARMAMI | Ml M J Fatturato BJBJI Utile netto Pisi Fonte: Rimbianco Santo Versace, presidente della Camera italiana della moda