Dopo Parigi rissa tra i leader del Kosovo

Dopo Parigi rissa tra i leader del Kosovo Nasce un governo, gli ultra lo sconfessano Dopo Parigi rissa tra i leader del Kosovo ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO All'indomani della conferenza di Rambouillet gli albanesi del Kosovo hanno deciso di costituire un governo provvisorio che dovrbbc rimanere in carica fino alle prossime elezioni. A farne parte saranno la Lega democratica del Kosovo guidata da Ibrahim Rugova, il Movimento democratico unito di Rexhep Qoshe e l'esercito di liberazione del Kosovo. A quest'ultimo, oramai riconosciuto come il principale interlocutore albanese anche dalla comunità internazionale, verrà affidato l'incarico di nominare il primo ministro. Secondo alcune fonti si tratterebbe di Jakup Krasniqi, ex portavoce dell'Uck. Ad annunciare la prossima formazione del governo è stata l'agenzia di stampa «Kosova Press» che fa capo ai guerriglieri separatisti. Ma a poche ore dall'annuncio c'è stato un vero colpo di scena. Adem Demaqi, il leader politico dell'Uck, ha sconfessato la legittimità del governo provvisorio. «Né lo stato maggiore dell'Uck, né il suo referente politico sono stati consultati sulla formazione di questo cosiddetto governo provvisorio, che non ha alcuna legittimità politica» ha dichiarato Demaqi al suo ritorno da Lubiana dov'è stato ricoverato due settimane in clinica. «Se questa decisione è stata veramente adottata, è contraria ai principi cui si ispira lo stato maggiore dell'Uck e dell'atto disperato di coloro che a Rambouillet hanno fallito in pieno». Le parole di Demaqi hanno confermato l'esistenza di profonde divergenze all'interno dell'Uck. In realtà la spaccatura è avvenuta a pochi giorni dall'inizio della conferenza di pace sul Kosovo convocata dal Gruppo di contatto. «L'indipendenza del Kosovo non è negoziabile» aveva detto Demaqi, rifiutando di recarsi alle trattative in Francia. Ignorando il suo suggerimento i capi militari dell'Uck avevano deciso di partecipare ai negoziati. Demaqi sembrava aver perso la partita. Ma mentre i negoziatori stavano ancora trattando, i guerriglieri dell'Uck nel Kosovo hanno eletto un nuovo comandante in capo, Suleiman Selimi, che ha fama di essere un duro. Martedì, al termine di una riunione a cui ha preso parte Selimi, Adem Demaqi è stato nominato ufficialmente «leader politico» dell'organizzazione. Intransigente come sempre, il sessantatreenne leader storico albanese ha annunciato che solo i documenti da lui stesso approvati potranno essere oggetto di negoziato a partire dal prossimo 15 marzo. A questo punto i rappresentanti dell'Uck che hanno preso parte ai colloqui di Rambouillet, e che hanno dato una mezza promessa che gli albanesi firmeranno l'accordo di pace, sono stati screditati. Proprio in seno alla delegazione è maturata l'idea del governo provvisorio. Del nuovo esecutivo, oltre al presunto premier, dovrebbero infatti fare parte Rugova e Qosje. A detta degli americani, Demaqi sarà «un grosso ostacolo al conseguimento di una pace nel Kosovo». Ma il segretario di Stato americano Madeleine Albright ha ribadito ieri che capisce la necessità degli albanesi di avere due settimane di tempo prima di firmare. «Stanno cercando di creare una democrazia, mentre i serbi hanno solo bisogno di un colpo di telefono da parte del loro leader». Secondo la Albright «l'ostacolo principale» è proprio il presidente jugoslavo. «Ma Milosevic non ha più scelta: deve accettare l'accordo o subire i bombardamenti della Nato». Il presidente della Serbia Milan Milutinovic ha definito la conferenza di Rambouillet un fallimento, mentre il governatore serbo del Kosovo, Zoran Andjelkovic ha annunciato che le autorità «adotteranno tutte le misure necessarie per giungere alla totale distruzione delle bande dei terroristi e separatisti albanesi». Ingrid Badurina