L'accusa di G. Ce.

L'accusa L'accusa «1nostri attacchi con mine italiane» ANKARA. «Grazie agli italiani abbiamo fatto saltare le gambe di molti soldati turchi». La frase, attribuita dal quotidiano «Hurriyet», sarebbe solo una piccola parte delle annunciate confessioni di «Apo» Abdullah Ocalan. Viene ripetuta due volte. Nella seconda versione le gambe sono i piedi e compare un'aggiunta di non poco conto: il grazie sarebbe per «i servizi segreti italiani». Massimiliano Bandini, ambasciatore italiano, ha reagito con due parole. «Sorpresa e disinformazione». Sorpresa perché queste accuse erano già state contestate nei giorni dell'arrivo di Ocalan in Italia. Disinformazione perché dal momento della cattura di «Apo» non passa giorno senza queste notizie impossibili da verificare. «Hurriyet», il quotidiano più diffuso, non cita mai le fonti. Per i network americani è il quotidiano vicino al Mit, il servizio segreto turco. Certo è che di Ocalan non si hanno notizie dall'alba di martedì 16 febbraio: ultime sequenze del videotape con la fotografia del catturato sotto le due bandiere turche. Eppure «Hurriyet» ogni giorno va sul sicuro. Ocalan parla. Inviterà alla resa. Lunedì ha accusato i greci, che «ospitano campi di addestramento del Pkk». Ieri l'Italia che avrebbe «fornito mine di plastica difficilmente rintracciabili con il metal detector», e a seguire il Sudafrica che vende missili, e l'ex Cecoslovacchia e l'Armenia che hanno ospitato altri campi d'addestramento e guerriglieri. Tutto vero? Impossibile verificare. Ma è possibile ricordare qualche precedente. Quando «Hurriyet» scrive qualcosa sempre succede. Disinformazione per vedere l'effetto che fa. A marzo '98 era stato catturato Semdin Sakik, uno dei capi militari del Pkk. A Sakik erano state attribuite accuse a intellettuali, giornalisti, all'associazione per i Diritti Umani. Il giorno dopo Akin Birdal, il presidente dell'Associazione, è stato ritrovato moribondo: un attentato dei Lupi Grigi, otto pallottole addosso. Le accuse di Sakik sono poi svanite, non c'erano proprio. Da giorni «Hurriyet» annuncia il terzo video, quello della resa di Ocalan. Non si è ancora visto. La regia preferisce aspettare? [g. ce.]

Luoghi citati: Ankara, Armenia, Cecoslovacchia, Italia, Sudafrica