Sepolti da un uragano di neve e ghiaccio

Sepolti da un uragano di neve e ghiaccio Il «soffio» ha raggiunto i 200 chilometri l'ora: la slavina aveva un fronte di 400 metri e un'altezza di 15 Sepolti da un uragano di neve e ghiaccio Un morto e3 feriti in Valle d'Aosta, villaggio sgomberato MORGEX. L'immensa nube bianca nasconde la strada, il vento alza il furgone che trasporta i giornali facendogli fare due testacoda, la statale del Monte Bianco e la ferrovia si riempiono di alberi e neve. E a pochi metri di distanza Graziella Jeantet, 52 anni, muore nel letto di casa schiacciata da una trave del tetto che crolla. E' l'inizio di un'alba di morte per Morgex, paese a 950 metri di quota nella vallata del Bianco. Nel villaggio di Dailley, 45 anime e qualche stalla, scende con la violenza di un uragano 0 soffio di una valanga mai vista prima, da queste parti. E' stato il vento, e non la neve, ad uccidere. Un soffio che ha raggiunto i 200 km/h, ieri alle 6,36. Ha spezzato in due i tralicci dell'alta tensione, sradicato migliaia di frassini, accartocciato le automobili e i motocarri come soltanto un demolitore riesce a fare. Un inferno che ha seminato morte e distruzione nel raggio di 700 metri. Il bilancio finale è di un morto e 3 feriti, ma ora i soccorritori devono fare i conti con la paura di altre valanghe perché là in alto, sul Mont Meut a 2000 metri di quota, c'è ancora abbastanza neve per dieci repliche del film dell'orrore visto ieri mattina. La valanga si è staccata 800 metri a monte del piccolo villaggio. Ha infilato un ripido canalone e si è allargata sul pianoro sottostante, in mezzo ai villaggi di Dailley e Lavancher. Un fronte di 400 metri e un'altezza di 15. E il soffio ha avuto la potenza di una bomba, spazzando tutto e sconquassando, sul versante opposto della vallata, un bosco. Abeti e pini non ci sono più, al loro posto c'è una traccia semicircolare sulla montagna, la stessa lasciata dalle esplosioni. Ai primi soccorritori, avvertiti da decine di telefonate perché chiunque nel raggio di due chilometri ha sentito il boato, appare una scena devastante. A Dailley, pochi metri dalla statale 26 e dal campo sportivo di Morgex, tutto era ricoperto da un pulviscolo bianco come la neve, ma duro come l'intonaco. E le case erano sventrate. L'immensa massa di neve si era fermata a 100 metri dalle case di Dailley e a 50 metri da quelle di Lavancher, ma il soffio non aveva risparmiato nulla. Graziella Jeantet alle 6,36 dormiva con il marito Elio Léonard, 52 anni. Un boato, poi l'inferno bianco. L'uomo si getta sotto il letto, una mossa che vale la vita. La moglie non ce la fa, il vento solleva il tetto e un trave la colpisce al torace, uccidendola. Ferito anche il figlio Elvis, di 21 anni, ma non è grave. In salvo le figlie Eufenia e Debora. Il secondo piano, dove c'era la camera da letto dei coniugi Léonard, non esiste più. L'allarme scatta subito, tutto il paese si è svegliato nel terrore per quel boato e quella grande nube bianca. Arrivano decine di telefonate al 113, scattano i soccorsi. Tra i feriti c'è anche un allevatore con la moglie, piangono un po' per il dolore di aver perso tutto, un po' per la gioia di aver salvato la loro figlioletta. La zona viene presidiata da Protezione civile, vigili del fuoco, carabinieri, polizia e guardia di finanza, oltre a tanti volontari. Ma c'è ben poco da fare. Sotto le macerie e la neve non è rimasto più nessuno, si pensa soprattutto a prevenire nuovi, possibili, distacchi di valanghe. E il villaggio viene sgomberato, restano solo le vedette che, via radio, sono pronte a dar l'allarme ai soccorritori in caso di altre valanghe. Giacomo Calpsi, ristoratore di Courmayeur, aveva una casa all'inizio del villaggio, con un cortile e 4 cavalli, feriti dalle lamiere che piovevano ovunque. Racconta: «Mi ha svegliato un boato. Ho aperto gli occhi, il letto era coperto di neve, la finestra non c'era più e attorno avevo soltanto vetri e rami. Mia figlia (Viola, 2 anni) dormiva al piano di sotto. Mi sono precipitato giù, il suo lettino era stato ribaltato, lei piangeva ma era illesa». Il sindaco di Morgex Guido Cesai promette: «Da domani penseremo alla prevenzione», ma intanto in quel canalone la valanga cade tutti gli anni. Eppure, a poca distanza, ci sono le case e le stalle: «Sì, ma per fortuna non ho firmato io le concessioni», dice. Stefano Sergi Una donna è stata schiacciata da una trave del tetto Salvo il marito Dailley, il piccolo villaggio della Valle d'Aosta, distrutto dalla valanga. E' stato il vento, e non la neve, ad uccidere. Un soffio che ha raggiunto i 200 chilometri orari

Persone citate: Elio Léonard, Giacomo Calpsi, Graziella Jeantet, Mont, Stefano Sergi

Luoghi citati: Courmayeur, Dailley, Morgex, Valle D'aosta