Inter, West scatena la rissa

Inter, West scatena la rissa IL FATTO LA CITTA' DIVISA TRA GIOIA E I nerazzurri iuorigioco travolti da mille guai, i rossoneri secondi programmano l'aggancio alla Lazio Inter, West scatena la rissa E Bierhoff ride: Milan da scudetto Lm MILANO m ATMOSFERA sembra tornata quella che si respirava agh inizi degh Anni Novanta: mezza Milano ride, l'altra metà piange lacrime amare. I rossoneri hanno ritrovato euforia e, pur senza incantare sul piano del gioco, si dicono pronti alla conquista di un altro scudetto. Gh interisti, invece, si riscoprono delusi e arrabbiati: già a metà campionato hanno visto svanire irrimediabilmente, ancora una volta, i sogni cullati in estate. Peggio, nello spogliatoio nerazzurro serpeggiano veleni che lasceranno h . segno, mentre il Fenomeno continua a latitare: Ronaldo è un caso aperto. Massimo Moratti cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche parlando di «squadra unita». Ma la realtà è un'altra. Il clima è infuocato. Al termine della gara con la Lazio (sfortunata, questo sì), Taribo West negli spogliatoi si è scagliato contro Lucescu, perché il tecnico lo ha tenuto in panchina. Simeone, a fatica, è riuscito a dividerli, mentre Ventola urlava a sua volta la propria rabbia contro Lucescu che l'ha utilizzato solo pochi minuti. In questa situazione idilliaca, Ronaldo continua a fare da spettatore, né si fanno previsioni per un suo imminente rientro in squadra. Non giocherà nemmeno sabato con la Juve. Moratti, ripensando alla sconfitta con la Lazio, ripete: «La squadra ha giocato bene ma è stata sfortunata. Complice anche qualche errore arbitrale, logica conseguenza di quanto era accaduto con Braschi mercoledì scorso. Cesari è bravo, non dico che l'abbia fatto apposta, ma mi aspettavo che succedesse qualcosa del genere anche se le partite dobbiamo vincerle noi. Comunque ribadisco che i miei giocatori non sono stati aggressivi o maleducati con Braschi: sono stati provocati». Si è parlato di riunioni clandestine, organizzate da alcuni giocatori per far fuori Lucescu e «riavere» Simoni. Il presidente nega tutto: «Se le cifre dicono che non è cambiato nulla, che Lucescu ha fatto gli stessi punti, ribadisco che Simoni non allenerà mai più l'Inter, anche se è ancora nostro. Con Lucescu almeno il gioco c'è e nessun giocatore mi ha chiesto di cacciarlo. Purtroppo i punti non sono arrivati. Squadra poco compatta? Può essere un'impressione. La si- tuazione è sempre quella. Domenica nello spogliatoio c'è stato solo un lungo confronto chiarificatore, presente Mazzola. Non dobbiamo disunirci anche se lo scudetto è perso. C'è la Champions League e bisogna onorare il campionato per rispetto dei tifosi e mio. Ronaldo? Lo stiamo curando: attorno a sé ha medici, fisioterapisti e altri esperti: tocca a loro pensarci». Il Milan, intanto, se la ride. Ieri ha ripreso subito la preparazione in vista della difficile trasferta di sabato a Roma ed è scattato il piano d'aggancio alla capolista Lazio, avanti solo di 2 punti. Già si pensa allo scontro diretto del 3 aprile al¬ l'Olimpico. «Calma con i sogni ammonisce il vicepresidente Galliani - perché siamo alla vigilia di una lunga serie di scontri diretti con Roma, Inter e Lazio, confronti che diranno dove può arrivare questo Milan. Accontentiamoci per ora di essere in buona posizione, ma non dimentichiamoci che il bello, nel senso di difficile, deve ancora venire. La concorrenza è forte, in particolare la Lazio fa paura. Noi purtroppo dovremo sfidarla a casa sua». Lo stesso problema si porrà nei confronti di Roma e Juventus, che sono la preoccupazione maggiore di Zaccheroni: «Il limite della nostra stagione è che finora in trasferta abbiamo vinto pochissimo, mentre sappiamo che gh scudetti si conquistano coi successi esterni, oggi non bastano neppure più i pareggi». La voce deh'ottimismo è Oliver Bierhoff: «Comunque non possiamo tirarci indietro, a questo punto abbiamo il dovere di puntare più in alto del posto hi Champions League che ci era stato chiesto in estate. Secondo me non siamo solo noi le alternative alla Lazio: ci sono anche Fiorentina e Parma. Decideranno gh scontri diretti. Loro sono forti, ma il nostro rendimento è più costante». «La lotta durerà fino all'ultima giornata - assicura Leonardo perché verso la fine del campionato diventano importanti e difficih anche le gare con le pericolanti. Contro di noi tutti hanno ripreso a impegnarsi al massimo e nessuno ci concede più il minimo vantaggio. Questo Milan non è capace di fare calcoli, né è in grado di difendere il minimo vantaggio: siamo una formazione costruita per attaccare sempre e dobbiamo continuare a farlo, anche se sprechiamo molte energie». Nino Sormani Lite con Lucescu: li ha divisi Simeone Moratti: «Non è vero che i giocatori rivogliono Simoni; e di certo non tornerà» L'abbraccio di Ziege a Bierhoff: festa tutta tedesca dopo il gol propiziato dal bomber